Striscioni velenosi e prese in giro per il derby scudetto – .

MilanoInter è storia, così come è storia scudetto e il seconda stella della squadra di Simone Inzaghi. Il derby, il 91esimo vinto dai nerazzurri, però, non è stato solo ed esclusivamente in campo ma anche e soprattutto fuori.

Da ieri, infatti, il clima a Milano è incandescente. Se a Pinetina i tifosi nerazzurri hanno incontrato i loro beniamini per incoraggiarli e spingerli verso il passo finale, quello a Milanello il clima era completamente diverso: labbra serrate, nessun incontro con i tifosi – che già avevano chiamato Leao e compagni sotto la curva nella gara contro la Roma di Europa League – ma, soprattutto, uno stato d’animo completamente opposto. E questa situazione non è stata altro che il biglietto da visita dell’umore dei giocatori prima della partita: all’Inter tanti post sui social, foto, racconti per ringraziare i tifosi; dall’altra parte di Milano silenzio assoluto.

Nelle ore che precedono la partita, però, il film cambia: i tifosi nerazzurri, in barba alla scaramanzia, elogiano il tricolore ma i tifosi del Milan non sono d’accordo e accolgono i cugini con un invito a “Festa delle stelle in cartone”. Il programma stilato dal Milan rossonero è espresso per punti e con dovizia di particolari: alle 10 si comincia con il “Incontro alla Pinetina“, alle 11 c’è invece”Assemblea dei soci, ordine del giorno: stabilire nuove strategie per continuare lo stile Juve intrapreso e fissare obiettivi per la prossima stagione con il resoconto dettagliato di Moggi e Marotta su come rubare lo scudetto e perdere la finale”. Alle 11.30 i tifosi milanisti aspettano il “Proiezione dei favori arbitrali nel triennio ’21-’24“, mentre alle 18 il “Lotteria di fine stagione, con in palio monitor Var spenti e kit stelle in cartone fai da te”. La sera, invece, in ordine: ore 21,”Processione dei creditori di Zhang sotto la sede della società“, alle 23:00”Partenza degli amanti della moglie di Calhanoglu per le vie di Milano” per concludere, a mezzanotte in punto, il “Spettacolo pirotecnico sotto l’Agenzia delle Entrate”.

Insomma, stasera a Milano piove e fa freddo ma il tifo è più caldo che mai. E l’ingresso in campo delle squadre non fa che confermarlo: il Curva Nord esibisce una coreografia con la seconda stella recante la scritta: “Il nostro destino, il tuo incubo“, mentre il Curva Sud lui risponde con i topi che posizionano le stelle accanto allo scudo come se fosse formaggio, cioè in chiaro stile ultras, rubandolo. L’atmosfera è calda e la partita non è ancora iniziata.

Il programma stilato dalla squadra milanista, però, non è una semplice battuta, bensì una presa di posizione chiara. Lo scudo di “cartone” è in riferimento a Calciopoli, quando all’Inter, terza in classifica in campo, venne poi assegnato il tricolore. Poco prima del gol di AcerboLa tifoseria organizzata rossonera, infatti, espone un secondo striscione: “La matematica non è un’opinione: in campo ce ne sono diciannove!”. E, la somma non matematicamente corretta presente sui programmi, che “18+1=20all’interno della stella – volutamente una e non due – rende evidente la chiara allusione a quanto accaduto nel 2006, nonché al già citato aiuto ricevuto, secondo i tifosi milanisti, dalla squadra di Simone Inzaghi nel corso della stagione. Insomma, il cosiddetto “Lega Marotta” – ricordato più volte nel corso della partita – è diventata realtà per i tifosi milanisti che hanno voluto gridare al cielo la loro rabbia per alcuni episodi, lontani e presenti.

I decibel salgono con il passare dei minuti e quando Acerbi segna la voce dei nerazzurri è chiara: “Vinceremo il tricolore”, e poi continua con: “Tornerai in Serie B”, chiaro riferimento al fatto che l’Inter è l’unica squadra italiana a non essere mai retrocessa in seconda divisione. Il Milan rossonero accusa il colpo ma non si arrende e anche solo parlare con il vicino di casa diventa impossibile. Intorno al 40° minuto Calabria prima e Mkhitaryan poi sfiorano il gol ma Estate e Maignan non ce la fanno, l’urlo resta strozzato in gola ma entrambi i tifosi sognano: i tifosi dell’Inter vogliono festeggiare lo scudetto in faccia ai cugini, i tifosi del Milan vogliono rovinargli la festa.

Sciarpa dei tifosi dell'Inter

E’ l’intervallo che calma gli animi ma è semplicemente una pausa per ricaricare le batterie in vista degli ultimi 45 minuti. Prima ancora del fischio di Colombo la Curva Nord inizia la scarpata, i tifosi milanisti alzano i decibel e dominano, il tempo rimasto da giocare si preannuncia incandescente. Passano solo pochi minuti e Thuram raddoppia, appena sotto il Nord. E’ l’apoteosi per i nerazzurri che elogiano il francese e gridano al tricolore. Anche in panchina Inzaghi si lascia andare, mentre al Sud cala il silenzio, con qualche volto nascosto sotto le sciarpe. Pioli si butta nella mischia Giroud, derbyman nell’anno dello scudetto con la famosa doppietta. Si riaccende la speranza tra i tifosi ma ora il gol dei tifosi, con un pizzico di malizia, diventa Calhanoglumai perdonato per aver vestito la maglia nerazzurra.

La piccola Milano piange

Verso l’ora di gioco la nebbia scende su “San Siro”, perché da sud arrivano i primi fumogeni in un clima di festa mentre il coro canta: “La capolista se ne va”. Una scena che ricorda la foto più famosa di Materazzi E Rui Costa che, abbracciandosi, ammirano lo spettacolo. Altri tempi, altre storie. Passano i minuti e i tifosi dell’Inter sembrano spingere per il fischio finale sulle note di “Non vinci mai“, soprattutto perché, nelle ultime cinque partite, i rossoneri non hanno mai vinto. Arriva il 79′, dopo un miracolo di Sommer segna Tomori, il derby si riaccende, quasi inaspettatamente. Dalla Curva Sud si apre un grido di speranza, il Nord tace. Appena 3′ più tardi i rossoneri vanno vicini al pareggio, il punteggio è rotto: dentro e fuori dal campo è solo questione di Cuore.

Il tempo, però, scorre inesorabile. E, come ha spiegato SenecaIn realtà non è vero che abbiamo poco tempo, anzi ne sprechiamo molto“. Il tifo nerazzurro si riaccende, perché è l’ora della lavagna luminosa che segnala i 5′ di recupero. Il sogno è alle porte. Nonostante l’inferiorità numerica in tribuna, i decibel della Nord sono al massimo, la squadra tiene la palla lontana dalla zona di competenza di Sommer. E il Milan, questa sera, ha sprecato molto tempo a disposizione. C’è tempo per la rissa a centrocampo, Colombo butta fuori Theo Hernandez E Dumfries che era venuto alle mani, il Nord accoglie con il Ciao decisione del direttore di gara e accompagna l’ex milanista verso gli spogliatoi elogiando l’esterno olandese. L’ultima sortita offensiva degli uomini di Pioli – finiti in nove per l’espulsione in Calabria – si trasforma in un nulla di fatto e “San Siro” lancia un grido liberatorio. Sono le 22.43, è il fischio finale, è il campionato, è storia.

In un’atmosfera surreale che solo Milan-Inter poteva offrire.

 
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