Trenta minuti ed è tutto scritto. Il Frosinone conquista una vittoria fondamentale per la salvezza, salendo a 31 punti. La Salernitana, da stasera, è aritmeticamente in Serie B. I Granata salutano la Serie A dopo tre stagioni, al termine di un’annata insensata che ha visto quattro allenatori in panchina: Sousa, Inzaghi, Liverani e l’innocente Colantuono.
uno due
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Di Francesco propone Brescianini altissimo, quanto basta per formare la punta centrale di un tridente offensivo con Cheddira e Soulé ai lati. Dall’altra parte non c’è Candreva squalificato e Colantuono piazza Vignato e Tchaouna alle spalle di Ikwuemesi. Il Frosinone ha impiegato poco a capitalizzare. Dopo che il tiro di Soulé viene deviato in corner, al 10′ la Sambia abbraccia Valeri in area e Forneau segna il rigore. Soulé va sul dischetto e spiazza Costil. La Salernitana sembra rassegnata, fatica all’idea di dover prendere in mano il comando della partita, la reazione è di bassa tensione. Così governa il Frosinone con Brescianini, un uomo ovunque, che detta ritmi e idee. Ed è proprio lui a raddoppiare quando comincia a piovere sul bagnato sulla Salernitana. Nella ripresa gialloblù, Pierozzi inciampa da solo, lasciando campo libero a Cheddira che passa centralmente per Brescianini: il centrocampista entra in area e blocca Costil (25′). Due gol in mezz’ora evocano i primi verdetti. A dire il vero i Granata sono scossi, Coulibaly preoccupa due volte Turati, ma la salita appare ormai troppo ripida.
recupero
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Cerofolini entra nel Frosinone per Turati, vittima di un taglio alla mano nello scontro con Vignato. Colantuono inserisce Pasalidis per lo sfortunato Pierozzi. I Granata danno segnali di vitalità, i padroni di casa provano a gestire. L’audacia degli ospiti però non si riflette sotto porta, i gialloblù si fanno vedere invece con un destro senza pretese di Cheddira. La Salernitana prova a dare un senso ad una serata triste con un finale orgoglioso (occasioni per Gomis e Ikwuemesi), battuta dal tris di Zortea in contropiede con un tiro di sinistro in angolo. Poi, al fischio finale, da una parte restano le speranze, dall’altra i rimpianti.