‘Ora so cosa posso fare, stare tranquilli è importante’ – .

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Sono in una posizione diversa rispetto a un anno fanella mia mente so che posso fare certe cose”. Le parole di Jannik Peccatore, protagonista di una lunga intervista al Financial Times, quotidiano economico-finanziario che ha dedicato un approfondimento al tennista italiano, divenuto ormai un fenomeno globale. Una lunga chiacchierata con tanti argomenti affrontati: dalla famiglia alla crescita fisica, fino al comportamento in campo. “Essere calmo come giocatore è molto importante per me, vedi le cose meglio e più velocemente – ha ammesso Sinner – Quando sei frustrato, È come se stessi guidando velocemente in macchina ma non riesci a vedere cosa c’è fuori“.

“Mentalità positiva ed etica del lavoro grazie ai miei genitori”

Papà Hanspetter, mamma Siglinde e il fratello Mark: i pilastri della vita di Sinner. Come già sottolineato da Jannik in passato, l’ambiente familiare ha influito sulla sua mentalità di uomo e di atleta: “Quando ero più giovane ho partecipato a un paio di tornei e ho perso – ricorda l’azzurro – E dopo ho chiamato il mio I miei genitori e io volevamo spiegare cosa è successo. E loro hanno detto: ‘Sì, ma dobbiamo parlare più tardi perché adesso dobbiamo lavorare, ok?’ Ho capito che ovviamente contano i risultati, ma quello che conta davvero è cercare di lavorare duro, svegliati e vai a lavorare e fallo con un sorriso. I miei genitori tornavano sempre a casa e sorridevano. Questo è quello che mi hanno dato: una mentalità davvero positiva con un’ottima etica del lavoro”.

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“Ho scelto il tennis per la sana competizione”

Tra gli aneddoti raccontati da Sinner c’è anche la scelta del tennis rispetto allo sci: “Quando avevo 12 o 13 anni partecipai a una gara di sci, ed era la prima gara di discesa libera. Vai lì e devi saltare 30 o 40 metri, e quando sei bambino fa paura, per me lo è stato. Allora mi sono detto: forse ho troppa paura per andare a sciare. Ho scelto di giocare a tennis perché per me è una sana competizione. Non hai alcun contatto con il tuo avversario, ma puoi comunque ferirlo.

“Per ora passo più tempo in palestra che in campo”

Infine, Jannik ha parlato della sua crescita a livello fisico: “In questo momento sono più in palestra che sul campo da tennis. Ogni corpo è diverso: io, ad esempio, ho bisogno di essere forte e stabile. E penso che questo sia uno dei motivi per cui ho fatto questo passo in più, perché fisicamente sono cresciuto. Quando avevo 20 anniNon avevo ancora il corpo di un ventenne e ho dovuto accettarlo.

 
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