team in apprendistato da 3 anni – News – .

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di VALERIO BARRETTA

L’idea delle squadre “part-time”.

Consentire a un massimo di altre tre squadre di gareggiare, ma solo su determinati circuiti che possono ospitare 26 vetture. Questa l’idea sottoposta alla Formula 1 e alla FIA da due tecnici, Tim Milne e Lewis Maggiordomo (che ora si occupano di consulenza nel motorsport ma hanno un passato in F1 con esperienze in Renault, Honda, Super Aguri e Caterham il primo, Red Bull, Caterham e Manor il secondo). L’idea mira a conciliare le esigenze della FIA (che vorrebbe ampliare l’accesso alla F1) e di Liberty Media, che ha invece interesse a limitare le iscrizioni al campionato per ragioni economiche (più squadre significano meno entrate per le squadre esistenti) .

L’idea – naturalmente da sviluppare e migliorare – potrebbe essere presa in considerazione anche in vista del prossimo Patto della Concordia, attivo dal 2026, dopo che Liberty Media ha respinto la candidatura di Andretti perché non apporterebbe valore aggiunto al campionato. Secondo quanto ha riferito RacingNews365 (chi ha visto la proposta), le tre squadre “extra” non correrebbero in tutti i Gran Premi (pensiamo a Zandvoort o Jeddah dove già con 20 vetture ci sono enormi problemi di traffico in qualifica) ma solo in quelle con manto stradale più ampio. La cosa fondamentale è questa i team non vestirebbero il ruolo di costruttori, quindi non otterrebbero punti iridati e – soprattutto – non avrebbero diritto al montepremi.

All’interno della proposta

I gran premi con queste squadre aggiuntive dovrebbero essere 14 (otto nelle sedi più grandi e sei per promuovere specificatamente lo sviluppo nel proprio mercato interno), mentre i telaio dovrebbe provenire da un unico fornitore. Ogni squadra avrebbe diritto a una presenza nel paddock per dimostrare la propria capacità di generare entrate e, nei primi tre anni, aumentare le entrate e il coinvolgimento dei fan nel proprio mercato nazionale. Oltre, ovviamente, c’è la pista, dove dovranno essere fornite prestazioni di livello accettabile, ma è chiaro che non potendo competere ad armi pari con i team esistenti (il telaio non è il loro, il modello ingegneristico essere necessariamente limitato) Questo potrebbe essere il principale criterio di valutazione. In breve, un tirocinio triennale mirava a ricevere lo status di costruttore nella quarta stagione.

Le parole di Milne

Pat Symonds, direttore tecnico della FOM, ha preso atto della proposta. Milne e Butler ritengono che la loro idea sia almeno degna di attenzione e di dialogo costruttivo: “Neppure il marchio Andrettisostenuta da General Motors, e LKYSUNZ, con 1,5 miliardi di dollari da parte di un istituto finanziario di primo livello e un piano triennale per far crescere lo sport nel sud-est asiatico, sono bastati per entrare. Questo mi ha fatto capire che non è possibile fondare una squadra di Formula 1 partire da un foglio di carta bianco ed essere sulla griglia di partenza in tre anni.“Ha detto Milne. “Mi sembrava illogico che lo sport voltasse le spalle a questi grandi marchi e che non c’era modo per la Formula 1 di abbracciare questi investimenti e usarli come un’opportunità di crescita. Sentivo che doveva esserci un modo per farlo“.

Ma se queste squadre non riescono a guadagnare come le altre (ad esempio non guadagnando punti scudetto), come possono pagarlo? biglietto d’ingresso dell’attuale F1, che dovrebbe crescere dagli attuali 200 a 600 milioni di dollari? Semplicemente non pagherebbero i 600 milioni: “Se una squadra deve spendere questa cifra prima di spendere un centesimo in assunzioni, progettazione tecnica, infrastrutture, fabbrica e tutto ciò che serve per essere competitivo, mi sembra che possa essere investita meglio. Se invece diciamo: ‘Va bene, non pagare i 600 milioni di dollari ma vieni a correre e non togliere nulla dal piatto’Sarei sorpreso se qualcuno dei nuovi team si opponesse“.

Criticità

Di questa proposta, che gli stessi promotori definiscono migliorabile e modificabile, resta poco chiara la questione performance, che qui resta sullo sfondo ma dovrebbe invece essere il punto focale di ogni valutazione. Anche qualora si raggiungesse un compromesso di questo tipo, il fatto di non avere una lotta alla pari tra le dieci squadre più forti e le nuove arrivate difficilmente darebbe a quelle più piccole le giuste basi per crescere. Per non parlare del tema della sicurezza e di quanto possa essere bello per la Formula 1 avere in pista vetture che fin dall’inizio militano in un campionato a parte. Ma di questo prima o poi ne parleranno i promotori dell’idea e la F1.

 
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