addio all’eroe di Gavia – .

addio all’eroe di Gavia – .
addio all’eroe di Gavia – .

La prima giornata del Giro si è portata via una leggenda del ciclismo. A 87 anni morì Imerio Massignanun nome che ha segnato tutti gli anni Sessanta della bicicletta, con quel nome impossibile da dimenticare e un soprannome, Gambasecca, che raccontava ed evocava.

Il signore di Gavia

Era nato ad Altavilla Vicentina ma risiedeva da molti anni a Silvano d’Orba, in provincia di Alessandria. Antico scalatore, fu il primo uomo a passare per primo sul Gavia, al Giro del 1960. L’anno prima aveva esordito nella Corsa Rosa: 5° dietro Gaul, Anquetil, Ronchini e Van Looy. Il suo successo nella tappa del Gavia nel ’60 fu smentito da quattro forature nella terribile discesa del passo Valtellina, allora ancora su sterrato. “Ho assaporato l’impresa” dirà anni dopo in un’intervista, “poi è iniziato il mio dramma sportivo. Prima di Santa Caterina Valfurva ho forato. Non avevo ruote, solo tubolari. Ho fatto tutto da solo, perché l’ammiraglia non mi seguiva. Aveva fatto saltare il motore sulle rampe in salita. Dopo poche centinaia di metri ho nuovamente forato e ho perso più di un minuto sul ciglio della strada. A quel punto Gaul mi ha superato. Non me ne sono andato con lo stesso slancio. Dopo quello che era successo, non potevo disegnare curve in modo naturale. Nonostante tutto l’ho ripresa a Bormio, a due km dal traguardo e, con rabbia, l’ho staccata. La classifica generale era ormai sparita, ma volevo un successo almeno parziale. Purtroppo, a poche centinaia di metri dal traguardo, una terza foratura mi ha costretto a cedere la vittoria al lussemburghese, che mi ha fatto cadere anche dal podio finale. Ero incredulo, in lacrime”.

Imprese

Le sue vittorie furono meno delle sue imprese. Vinse una tappa del Tour del 1961, nei Pirenei, a Superbagnères, sotto la neve, e nello stesso anno fu tra i pochissimi a non mettere piede sul terribile Muro di Sormano, durante il Giro di Lombardia. “Le tre salite più dure che ho affrontato nella mia vita sono state il Gavia, le Tre Cime di Lavaredo e il Muro di Sormano”. Gambasecca fu secondo al Giro d’Italia del 1962, poco meno di 4 minuti dietro al vincitore Franco Balmamion, e poi settimo al Giro d’Italia del 1963. Nel 1963 fu colpito da gravi sintomi di nefrite. Nel 1965 rimase uno dei migliori scalatori, capace di essere competitivo soprattutto nelle corse a tappe brevi. Riuscì a vincere una tappa alla Volta Ciclista a Catalunya e si classificò nono al Giro d’Italia. Per due volte ha vinto la classifica scalatori del Tour de France, la sua corsa più amata.

 
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