«Non ha ancora vinto» – .

«Non ha ancora vinto» – .
«Non ha ancora vinto» – .

Nuovo episodio della battaglia legale tra Fedez e il Codacons. La Procura di Roma ha chiesto di non procedere al rapper accusato di diffamazione contro l’associazione dei consumatori. «È stata molto brava», ha commentato la cantante al termine dell’udienza. «È l’undicesima volta che un magistrato chiede l’assoluzione: il Codacons dovrebbe mettersi il cuore in pace e dedicarsi a cose più utili. In aula mi sono difeso affermando che lo striscione utilizzato per la raccolta fondi era ingannevole”. Ma il Codacons precisa: «non ha ancora vinto».

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La risposta del Codacons

«Siamo soddisfatti dell’esito dell’udienza di oggi dove ancora una volta abbiamo ribadito come il banner contestato da Fedez sia stato ritenuto dalla Corte corretto, chiaro e totalmente trasparente nei confronti degli utenti», afferma il Codacons, commentando l’udienza di oggi al Tribunale di Roma dove il rapper, «contrariamente alle notizie circolate nelle ultime ore, non è stato assolto dalle accuse, per le quali il Gup si esprimerà il 17 giugno», sostiene l’Associazione dei consumatori. Che racconta alcuni dettagli dell’udienza di oggi: «Durante il suo intervento Fedez, incalzato dai legali del Codacons, ha sostenuto che tutte le battaglie sul tema coronavirus condotte dall’associazione tra il 2020 e il 2021, da quella sul costo elevato delle mascherine a le azioni legali a tutela degli anziani ricoverati nelle Rsa, sono state irrilevanti, perché l’unica vera iniziativa degna di merito è stata la sua raccolta fondi per l’ospedale San Raffaele di Milano”, sostiene il Codacons.

«Non possiamo non sottolineare come, attraverso le foto e i video pubblicati oggi sui social da Fedez, il rapper abbia dimostrato di avere poca considerazione per la giustizia italiana, forse ritenendo che l’operato dei tribunali e dei giudici rientri nel concetto di ‘ inutilità’ di quanto espresso nelle storie pubblicate oggi su Instagram – prosegue il Codacons – Ora il Gup, a seguito dell’udienza di oggi, dovrà decidere se rinviare Fedez a processo per calunnia, e ha fissato la prossima udienza al 17 giugno. Comunque vada la decisione, è importante che dopo questa requisitoria Fedez non abbia più avviato alcuna raccolta fondi”, conclude l’associazione”.

Le accuse di calunnia

Al centro della vicenda le accuse che il rapper ha rivolto all’associazione dei consumatori per un presunto banner fuorviante pubblicato nel 2020 sul sito del Codacons in tema di coronavirus. Prima di entrare in aula Fedez si è detto «molto tranquillo», aggiungendo: «È come prima delle interrogazioni a scuola. Non dico niente altrimenti dimentico quello che ho da dire. Adesso devo rimanere concentrato”. Nel corso dell’udienza il rapper è stato interrogato, come da lui richiesto, e per circa un’ora e mezza ha risposto alle domande del pubblico ministero, negando le accuse. Fedez avrebbe affermato che il banner presente sul sito dell’associazione gli sembrava ingannevole e da cittadino avrebbe ritenuto opportuno denunciare tutto alle forze dell’ordine. La Procura di piazzale Clodio aveva inizialmente chiesto l’archiviazione di Fedez, ma questa è stata respinta dal tribunale che ha disposto il rinvio a giudizio dell’artista. Ora la Procura ha chiesto l’archiviazione del procedimento.

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