In Belgio per la finale e per la storia. L’Italiano e lo stadio, cosa accadrà – .

In Belgio per la finale e per la storia. L’Italiano e lo stadio, cosa accadrà – .
In Belgio per la finale e per la storia. L’Italiano e lo stadio, cosa accadrà – .

La Fiorentina, soprattutto negli ultimi due anni, è andata spesso oltre i propri limiti: è normale che a volte ci siano passi falsi, anche inaspettati, come quello del Verona

Altre cinque partite, si spera sei. Domani sera a Bruges, nelle Fiandre, è decisiva: dentro o fuori. La Fiorentina sa bene che deve ritrovare le ultime forze, deve tirare fuori tanta adrenalina, tutta la voglia e l’orgoglio necessari per vincere questa seconda finale di Conference consecutiva. C’è una promessa fatta a Joe Barone, ai tifosi, ma anche a se stessa: regalarsi un trofeo. Si chiude un ciclo e questa Fiorentina vuole provare a restare per sempre nella storia viola. Ci sono enormi motivazioni che devono spingere questo gruppo ad andare anche oltre un momento delicato, per superare anche gli ultimi ostacoli. Qualcuno si è sorpreso della prova del Verona, perdere fa sempre male, ancor di più, ma è chiaro che cambiando necessariamente dieci uomini da una partita all’altra il concetto di squadra può evaporare. È successo così. E provo a spiegare per l’ennesima volta cosa significa essere andati oltre per tre anni e ora pagare gli sforzi, perché si commettono errori banali come quelli di Ranieri o Milenkovic in difesa, ma anche degli attaccanti sotto porta. Chi conosce lo sport sa bene che certi risultati vengono raggiunti facilmente da chi è bravo, altri che sono meno bravi devono mettere maggiore concentrazione e determinazione per raggiungere quegli stessi risultati. A volte ci riescono, altre volte no. È la storia della Fiorentina in queste tre stagioni con l’Italiano, diversi giocatori stanno andando oltre da tempo, non stupiamoci se qualcuno a volte fa più fatica a restare a certi livelli. È la storia della Fiorentina in questo periodo che, dopo quasi 120 partite in due anni e tanti picchi di rendimento, sta dando i suoi frutti. È normale quindi che l’allenatore da qualche mese cerchi di ottimizzare e non tutte le partite sono uguali alle altre.

Gioca come se il 3-2 non esistesse

Domani sera c’è la partita. Ovviamente. Partiamo dal buon risultato dell’andata che dà più forza psicologica che pratica perché in ogni caso la partita si giocherà come se il 3-2 non esistesse. La Fiorentina non può e non deve gestire, dovrà giocare la sua partita, come sempre, con la sua personalità. Sapendo bene, ovviamente, che il ritmo dovrà essere tenuto basso per non fare il gioco dei belgi e la cosa fondamentale sarà non aumentare il ritmo del Brugge. Tenendo però sempre presente la fase offensiva, il pressing per recuperare palla e i contropiedi. Come dicevamo già prima dell’andata non bisogna sbagliare nulla, a questo livello ti puniscono e i due gol del Brugge sono frutto di errori viola. Giovedì scorso però ho avuto la netta sensazione che la Fiorentina avesse maggiore personalità ed esperienza. Dovranno essere impiegati in dosi massicce. Formazione? All’andata Italiano ha scelto una squadra molto tecnica, il più tecnica possibile. Penso che domani sera in mezzo al campo vedremo qualche giocatore più portato a difendere come Mandragora, tanto per citarne uno. Milenkovic tornerà a Thiago sperando che si ricordi che lui è un difensore di alto livello e non quello che è stato negli ultimi mesi. Certe partite sono fatte apposta per trovare tutte le motivazioni e gli stimoli. Per il resto Terracciano ovviamente, Dodò e Biraghi esterni, Milenkovic e Quarta centrali. Centrocampo con Arthur (sarà importante il dribbling) e Mandragora. Nico, Bonaventura e Kouamé dietro Belotti. Mi vengono però in mente un paio di dubbi. E se Beltran giocasse da esterno come ha fatto contro il Verona quando è entrato, magari al posto di Kouamè? Resta da vedere se anche Italiano abbia in mente qualche soluzione per sfruttare la fisicità di Kayode, visto che lo ha fatto riposare nelle ultime partite. Questo comunque è l’organico, peccato davvero per Sottil che ora è anche sfortunato, ogni volta che arriva al massimo della sua prestazione si infortuna.

Commisso e lo stadio: Rocco è preoccupato

Ritorno brevemente a Verona. Anch’io mi sarei aspettato di più, soprattutto da chi ha giocato meno. Ottavo posto, ma anche settimo erano e forse potevano ancora essere un obiettivo, la Fiorentina ha quattro partite da giocare. Ma è chiaro che il Brugge pesava sulla testa di tutti, dentro e fuori dal campo. E il plotone d’esecuzione contro Italiano adesso spara a salve. Come detto mancano cinque partite (si spera sei) e poi l’allenatore lascerà Firenze e questo clima gli sarà insopportabile. L’altro giorno alla radio nazionale un ascoltatore mi ha chiamato, chiedendosi, senza capire cosa stesse succedendo. Sperava che Italiano scegliesse il Napoli, la sua squadra. Fuori Firenze il rispetto è enorme, evidentemente in città a qualcuno manca qualcosa… Per ora però Italiano non ha fatto una scelta, ci sono stati solo contatti esplorativi, la mente del tecnico è tutta su questo finale di stagione viola. In due anni ha giocato sei semifinali di Coppa (compresa la Final Four), una finale di Coppa Italia e una finale di Conference, ma non gli bastano… Intanto Rocco Commisso è tornato a parlare di stadio e delle sue preoccupazioni sono legittimi. Parte degli incassi al botteghino mancherà per anni e non ci sono certezze sul futuro. Difficile fare piani di spesa in queste condizioni, ma il momento pre-elettorale non aiuta a capire. Il tema dovrà essere uno dei principali e urgenti nell’agenda del nuovo sindaco o primo cittadino. Senza uno stadio di proprietà che aumenti gli introiti, lo abbiamo detto mille volte, i club non hanno molte possibilità di sviluppo. È stato uno dei temi affrontati sempre con grande energia da Joe Barone. Emozione profonda ieri al Parco Viola davanti al suo nome che resterà per sempre sulla facciata della Villa. Ma anche la consapevolezza che con il suo lavoro ha gettato le basi per una Fiorentina più forte.

 
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