“L’Inter sapeva di essere forte ma doveva dimostrarsi. Thuram e…” – .

“L’Inter sapeva di essere forte ma doveva dimostrarsi. Thuram e…” – .
“L’Inter sapeva di essere forte ma doveva dimostrarsi. Thuram e…” – .

-C’è stato un momento in cui hai pensato che sarebbe stato difficile senza Lukaku?

Nessuno contesta la sua bravura, con noi ha fatto bene, ha vinto uno scudetto con Antonio ed è stato decisivo. La sua scelta di non voler restare? Credo che nessuno se lo aspettasse visti i tempi, avremmo avuto un’altra strategia. La sfida era trovare l’alternativa. Ma abbiamo fatto bene, si è creato un gruppo importante.

-Lautaro che dice che nel calcio non si sa mai?

Lautaro è felice all’Inter, la sua famiglia sta bene, ha svolto il ruolo di capitano in maniera esemplare. Quando Milito lavorava nel Racing lo seguivamo e Diego mi diceva sempre che era forte, aveva 19 anni e mi sorprese con una tripletta. Era contento dei tre gol ma non della prestazione e chi dice questo pensa che abbia qualcosa a cui pensare. Era quasi certo che sarebbe andato all’Atletico. Un giorno mi ha chiamato il pubblico ministero e ci hanno detto che potevamo parlarne. Sono venuti al Milan, poi Piero è andato in Argentina. Mi piace di lui che ogni anno è migliorato e ora ha una maturità che lo rende un punto di riferimento.

-Molti sono stati decisivi dalla panchina. Giocatori che si allenano bene, ma poi il problema è l’anno dopo…

E fanno funzionare bene i titolari: tutti si sono sentiti importanti e hanno dato il loro contributo, Carlos Augusto, Darmian, un giocatore molto importante e intelligente, tutti avevano voglia di mettersi in mostra, noi ci abbiamo creduto fino alla fine e abbiamo vinto tante partite così. Importante fu anche Frattesi. Allora come può migliorare l’Inter? Lavorando allo stesso modo abbiamo vinto un campionato importante, ma dobbiamo difendere quello che abbiamo vinto, le condizioni ci sono. C’è un importante gruppo umano.

Il calciomercato e il gap con le big europee

-Quanti ne stai seguendo del mercato?

Dipende dalle opportunità che si presentano. Per vincere bisogna costruire una squadra che lavori fuori dal campo allo stesso livello di quella in campo. Secondo me la società deve essere presente nei momenti difficili. Come quelle dell’allenatore anche la società deve sostenerlo, se credi nell’allenatore lo sostieni.

Siamo in costante contatto, lui era molto felice per questa vittoria e dispiaciuto per non essere stato presente. È tranquillo perché sa che l’azienda è in buone mani.

-Che mercato sarà e come verrà colmato il gap con i grandi europei?

Se guardi la finale di CL sembra che non ci sia ma il gap c’è. Oggi non possiamo competere con la Premier League ma come sfida dobbiamo trovare giocatori funzionali all’allenatore, che sappiano indossare la maglia dell’Inter, che vive di pressione e gol. Quello che abbiamo preso ci ha dato ragione e speriamo che chi arriverà arricchisca la squadra.

-Cosa resta dopo l’Atletico?

C’è sempre una lezione da imparare e resta il rammarico perché c’è stata la possibilità di passare, sia all’andata che al ritorno potevamo segnare e passare alla fase successiva. La CL è una questione di dettagli, soprattutto contro squadre toste come l’AM.

-Sarebbe bello se l’Inter potesse dare una nuova bandiera al calcio italiano o non esistono più?

Sarebbe bellissimo, vuol dire che tengono all’Inter. Lautaro è con noi da sei anni. Bastoni, Dimarco, Barella, se li senti parlare si identificano con i nostri valori e vorrei che facessero una lunga carriera con noi ma oggi è difficile. E quando hai grandi giocatori arrivano altre squadre, poi sta a un giocatore decidere se andare o meno anche di fronte a grandi offerte.

-Hai ricevuto telefonate per i giocatori dell’Inter?

Molti. Sono giocatori che hanno fatto una stagione straordinaria ed è normale che arrivino. Ma la tranquillità è che tutti sono felici di restare. L’anno prossimo avremo tante partite tra CL, Mondiale per Club e Scudetto, sarà impegnativo e intenso, dobbiamo fare una squadra competitiva.

-Dimarco, c’è qualche consiglio che gli hai dato?

Fede è cresciuto tanto, è cresciuto all’Inter. Sta vedendo la lezione che frequenta; è interista dentro e lo si vede da quello che fa in campo e anche fuori dai cori.

-C’era anche Icardi, senti ancora che qualcuno diceva che voleva diventare uno Zanetti tatuato?

Può darsi che avesse quella voglia, poi sappiamo com’è andata e se n’è andato. Non lo sento da molto tempo, ma se lo rivedo, magari a Milano, lo saluto volentieri.

-L’Inter può aprire un ciclo, l’obiettivo è diventare protagonista in Europa quindi servono ancora più giocatori intercambiabili ma Inzaghi dovrà essere bravo a cambiarli…

Avremo tanti impegni. Non dobbiamo aprire un ciclo, è iniziato con Conte e da allora abbiamo vinto tanto, abbiamo fatto anche la finale di EL e CL. La squadra è diventata competitiva, siamo stati bravi a sostituire i giocatori importanti che se ne sono andati e la squadra è rimasta competitiva.

-Lo scudetto mancato nel 2022?

Sono cose che possono succedere, loro sono state brave persone che ci hanno creduto fino alla fine e hanno vinto.

-È meglio vincere da giocatore o da allenatore?

Sono sensazioni diverse: sono felice. Ma in campo ci si sfoga, fuori dal campo si soffre di più. Il fatto che tu ne faccia parte comunque ti rende felice.

Parleremo, adesso è tranquillo. De Rossi sta facendo un ottimo lavoro ma mi è dispiaciuto per l’esonero di José, so quanto tiene alle sue squadre. Sicuramente non se lo aspettava, ma lui fa parte del calcio.

-Molti tifosi dell’Inter hanno detto che una festa così nemmeno con il Triplete…

La seconda stella, la vittoria nel derby, il percorso: aspettavano di festeggiare, proprio così: è una delle pagine più importanti del club anche se i ragazzi adesso non se ne rendono conto.

-Quanto ti senti italiano e cosa pensi dell’Italia di Spalletti?

Mi sento italiano, i miei figli sono nati qui e l’Italia ormai è il mio Paese senza dimenticare l’Argentina. Non sarà facile per Spalletti, abbiamo saltato l’ultimo Mondiale, spero che potremo qualificarci nuovamente al Mondiale, senza Mondiale non è la stessa cosa.

-Ti aspettavi le difficoltà del Napoli?

Il Napoli è una squadra che ho messo da protagonista, nessuno se lo aspettava.

-Chi tra i giocatori ti ha particolarmente impressionato in questa stagione?

Carlos Augusto mi ha sorpreso, non lo conoscevo molto. Fisicamente è molto intelligente, può giocare in diversi ruoli. Ho apprezzato presenza e personalità. Darmian ha sempre prestazioni molto elevate ovunque lo metti. Frattesi ha dimostrato di voler spaccare tutto ogni volta che entrava, lo ha dimostrato.

-Quanto ha dato fastidio a Inzaghi la sconfitta contro il Sassuolo?

Ha dato fastidio a tutti, Inzaghi, ai giocatori e a noi. Il Sassuolo trova la porta e si difende bene. Abbiamo creato le occasioni e sia l’allenatore che i ragazzi erano tutti arrabbiati dopo la sconfitta. Vogliamo finire bene.

-Lautaro capitano dell’Inter anche la prossima stagione?

Sì, puoi stare tranquillo. Lo ha detto anche lui.

-Chi fa paura al Napoli, alla Juve o al Milan come possibile contendente?

Paura, non lo so, ma rispetto per tutti. Riconfermarsi è difficile e questa sarà per noi la sfida.

-Che altro sogna Zanetti: ha un rimpianto o un sogno?

Crescere un CL da dirigente sarebbe bellissimo.

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6 maggio 2024 (modificato il 7 maggio 2024 | 00:28)

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