il piano della Lega Serie A per rilanciare il calcio – .

il piano della Lega Serie A per rilanciare il calcio – .
il piano della Lega Serie A per rilanciare il calcio – .

Su una cosa sembrano tutti d’accordo: il calcio italiano ha bisogno di riforme. Ciò su cui non c’è accordo è cosa dovrebbero includere queste riforme. Nei giorni scorsi è scoppiato uno scontro tra governo e Federcalcio sulla riforma presentata dal ministro dello Sport, Andrea Abodi, che prevede la creazione dell’Agenzia per la vigilanza economica e finanziaria sulle società sportive professionistiche. Per il governo si tratta di una misura utile per garantire maggiore trasparenza. Per le società sportive si tratta di un insopportabile tentativo di ingerenza da parte dei politici. Nelle scorse settimane la Lega Nazionale Professionisti Serie A – così come la Lega Serie B – hanno presentato alla Commissione Cultura, Istruzione e Sport del Senato un proprio documento programmatico, intitolato “Riformare il calcio italiano 2.0”. Il documento riguarda 12 ambiti di intervento – dalle infrastrutture alla governance economica, passando per l’organizzazione dei campionati – e contiene un totale di 28 proposte.

Stipendi, giocatori stranieri e contratti

Alcuni dei punti più interessanti sono quelli contenuti nel capitolo sulla sostenibilità economico-finanziaria dei club. La Lega Serie A propone la riduzione automatica degli ingaggi dei giocatori in caso di retrocessione in Serie B. Una misura probabilmente condivisa anche da molti tifosi, perché incoraggerebbe ancora di più i giocatori a fare tutto il possibile per segnare abbastanza punti in campionato per restare in classifica. Serie A. Il documento programmatico propone poi di stabilire un tetto salariale per i calciatori, soluzione già adottata in altri Paesi europei, come la Spagna. Ciò su cui la Lega Serie A chiede regole più flessibili è il numero dei giocatori extracomunitari. Al momento, si legge nel documento orientativo, l’Italia ha “regole più restrittive rispetto alle altre Leghe europee”. E sarebbe opportuno, proseguono i club, «rivedere queste regole, ad esempio rimuovendo l’attuale obbligo di sostituire uno dei due nuovi arrivati». Sempre per quanto riguarda la gestione delle rose, i club chiedono di allungare la durata massima dei contratti dei giocatori delle nazionali da 5 a 8 anni, sul modello della Premier League. Così come chiedono a tutte le parti sociali di lavorare affinché il contratto collettivo dei calciatori, in scadenza a giugno 2024, possa essere aggiornato.

Infrastrutture e giovani

Uno degli ambiti in cui la Lega Serie A chiede maggiormente aiuto al governo è la situazione infrastrutturale, che nel documento programmatico viene definita “disarmante”. Gli stadi di Serie A, si legge, «sono in una condizione di grande arretratezza rispetto alle infrastrutture degli altri Paesi europei». La richiesta rivolta all’esecutivo è di intervenire sul piano amministrativo, ad esempio dichiarando gli stadi di Serie A “infrastrutture di interesse nazionale e strategico”. In questo modo potremmo “superare i numerosi blocchi burocratici che attualmente ci impediscono di rinnovare i sistemi”. Un altro settore su cui la Lega Serie A intende investire è il settore giovanile. La proposta rivolta a governo e parlamento è quella di istituire un «credito d’imposta asili nido” da riconoscere a tutte quelle società sportive che investono sui giovani U23. E sempre nell’ottica di valorizzare i più giovani, la Lega Serie A propone un “progetto seconda squadra”, così da ottimizzare la filiera dei giocatori dei club, in particolare di quelli che non trovano spazio da titolari.

Supercoppa e Var

Per quanto riguarda la Supercoppa, che quest’anno ha sperimentato la formula a quattro squadre, resta da definire il luogo in cui si giocheranno le prossime edizioni. Sono tre le strade suggerite dalla Lega Serie A. La prima: tornare nella stessa regione dove si è giocato negli ultimi anni, ovvero il Medio Oriente. Secondo: valutare altri Paesi, «come gli Stati Uniti, anche in vista dei Mondiali del 2026». E infine: tornare a giocare la Supercoppa in Italia. Per quanto riguarda il VAR, il documento presentato al Senato prevede “l’aggiornamento e la revisione del protocollo”, ad esempio rendendo pubblici i dialoghi degli assistenti arbitrali in diretta. La Lega Serie A chiede di valutare anche l’introduzione della cosiddetta «sfida», già presente nelle partite di basket NBA. In questo modo ogni squadra avrebbe una o due possibilità in ogni partita di richiedere l’intervento del VAR per valutare una situazione di gioco dubbia.

Un settore strategico

Dal documento depositato nel corso dell’audizione alla Commissione Sport del Senato, la Lega Serie A dipinge un quadro non proprio roseo del calcio italiano. Il settore viene definito “privo di aiuti e in attesa di riforme”. Soprattutto dopo gli anni del Covid, che hanno portato a un aumento dei “fallimenti delle società sportive”, a un “diminuzione dell’occupazione” e a un “diminuzione dei tesserati sportivi”. In ogni caso, precisa il documento, il calcio resta un settore strategico per l’economia italiana, con 126mila dipendenti, ricavi diretti per 5 miliardi di euro e un’incidenza sul Pil stimata in oltre 11,1 miliardi di euro.

In copertina: L’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo (ANSA/Ettore Ferrari)

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