Il caso Magnussen
L’ultimo fine settimana di Tu mi ami abbiamo assistito ad episodi mai visti prima in Formula 1: in passato era già successo che un pilota fosse stato penalizzato più volte nell’arco di un solo fine settimana o, peggio, di una sola gara, ma mai i Commissari si erano spinti fino a sanzionare un concorrente per sempre sei volte come è successo con Kevin Magnussen. Anche il danese, al centro delle polemiche soprattutto a seguito di alcune manovre effettuate nello Sprint, non ha pagato ‘solo’ secondi extra sul suo tempo di gara.
I punti di penalità
La nuova normativa, infatti, prevede anche un’altra sanzione relativa all’art punti di penalità che vengono aggiunti al Superlicenza di un pilota. La norma prevede che, qualora raggiungessero i 12 in un anno, scatterebbe la squalifica per una gara. Già durante il fine settimana in Florida si era discusso ampiamente della possibilità rivedere questa regolama chi invece rifiutò ogni tipo di proposta fu Frederic Vasseur.
‘Senza senso’
Il team principal della Ferrari non ritiene necessario intervenire, spiegando così ai media le sue ragioni sull’argomento: “I commissari hanno tutti gli strumenti sul tavolo – ha dichiarato – possono dare 2 punti di penalità per ogni infrazione. Non dobbiamo provare a cambiare nuovamente la regola. Per me non ha senso cambiarlo. Non ho prestato molta attenzione a quello che è successo nello Sprint con il comportamento di Kevin Magnussen, mi sono concentrato sui miei piloti. I Commissari hanno tutti gli strumenti possibili per svolgere il loro lavoro e sono loro che devono svolgerlo, io ho già abbastanza da fare come team principal per valutare e pensare anche al sistema sanzionatorio”.
La stella più critica
Un parere che cozza totalmente con quello di Andrea Stella, che già prima del GP di Miami si era scagliato contro il pilota della Haas (quest’anno già protagonista di comportamenti simili in Arabia Saudita) e il sistema sanzionatorio, ritenendolo più giusto non accumulo di sanzioni, ma la squalifica diretta per una partita.