“Ci scommetto tanto, la Juve era arrabbiata, ma mi era vicina” – .

“Ci scommetto tanto, la Juve era arrabbiata, ma mi era vicina” – .
“Ci scommetto tanto, la Juve era arrabbiata, ma mi era vicina” – .

Nicolò Fagioli si è presentato davanti a circa 300 studenti dell’Istituto Tecnico Majorana di Grugliasco, per tenere un incontro pubblico sul tema della dipendenza dal gioco, nell’ambito della squalifica che dal prossimo 20 maggio lo vedrà nuovamente disponibile per l’ultimo atto della stagione (Juventus-Monza). In questi incontri di prevenzione del gioco d’azzardo, il centrocampista della Juventus racconta la sua esperienza: cioè di come la tendenza a scommettere gli avesse fatto perdere di vista anche il divieto che hanno gli atleti di scommettere sulle partite della loro disciplina. “Mi pento di quello che ho fatto. La Juve mi è stata molto vicina. Tutti: società, allenatore e compagni – ha detto Fagioli -. Come l’hanno presa? Beh, ovviamente non erano felici. Ma mi hanno aiutato nel mio viaggio. La società sa che ho capito il mio errore. Tutti commettiamo errori, dobbiamo imparare e ricominciare”.

incontri pubblici

L’impegno sociale di Fagioli, che sarebbe arrivato a scommettere fino a 5mila euro per una singola scommessa, è rivolto ai giovani e non solo: “Scommetto tanto – ha ammesso il calciatore della Juve -. Ma chi prende mille e 200 euro al mese e ne gioca mille ha la mia stessa dipendenza”. Dalla scorsa estate Fagioli ha intrapreso un percorso terapeutico con il professor Jarre, specialista in dipendenze da gioco d’azzardo. Mentre durante la maxi squalifica, che sta per scadere, ha continuato ad allenarsi regolarmente con i compagni alla Continassa. Il suo impegno nella prevenzione del gioco d’azzardo continuerà anche oltre la squalifica.

 
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