Tra il quinto e il terzo posto in gioco ci sono 5-6 milioni – .

Tra il quinto e il terzo posto in gioco ci sono 5-6 milioni – .
Tra il quinto e il terzo posto in gioco ci sono 5-6 milioni – .

Una vergognaAtalanta al Roma. In molti, soprattutto il socialeha commentato così la sconfitta per 3-0 subita dalla squadra di Gasperini contro il Torino nella 38′ giornata del campionato di Serie A. Con questo risultato i nerazzurri, già certi di partecipare alla prossima Champions League dopo aver vinto l’Europa League, scavalcano Bologna al quarto posto. Un piazzamento che, in virtù delle regole Uefa, preclude ai giallorossi – aritmeticamente sesti – le porte della massima competizione continentale, alla quale la squadra di De Rossi avrebbe partecipato se l’Atalanta fosse arrivata quinta.

Nient’altro che maleducazione, in gioco ci sono 5-6 milioni di euro. Al di là della banale (ma dovrebbe essere la prima) considerazione legata alla regolarità del campionato – il risultato del Torino interessava al Napoli per il nono posto, potenzialmente “buono” per la Conference – la voglia di Dea la vittoria può essere spiegata anche con ragioni molto più prosaiche. Sono soldi, e nemmeno pochissimi.

Una prima differenza è costituita dai proventi derivanti dai diritti televisivi della Serie A, una percentuale dei quali viene assegnata in base al piazzamento finale in classifica, sia in termini di piazzamento che di punti conquistati. L’anno scorso, per intenderci, l’Atalanta quinta incassò 11,6 milioni di euro mentre il Milan quarta 13,4 e l’Inter terza 15,6 milioni. Considerando che il Deaconvocata il 2 giugno per recuperare la partita contro la Fiorentina, potrebbe finire al terzo posto, questo spiega una prima e sostanziale differenza, che passa da 2 a 4 milioni, al netto della nuova ripartizione voluta dal decreto Abodi che darà maggior peso all’impegno dei giovani da under 18 a under 21.

Il resto è costituito dalle entrate UEFA che non dipendono dai risultati delle singole squadre, ma vanno ripartite tra i club dei vari campionati partecipanti. Quello che un tempo si chiamava market pool e che oggi, con un meccanismo diverso, rientra nel pilastro del “valore”. Le 36 squadre partecipanti alla nuova Champions League verranno ordinate in base alla classifica decennale, e in base a questa classifica la somma verrà suddivisa in 666 quote, ciascuna del valore di circa 300mila euro. Considerando che la Roma sarebbe stata in vantaggio sull’Atalanta, mentre il Benfica – che beneficia della mancata qualificazione dei giallorossi – c’è un’ulteriore differenza dietro la quale il portale specializzato Calcio e finanza del valore di circa un milione di euro.

In sostanza, infatti, una differenza di 5-6 milioni di euro, la maggior parte dei quali deriva dal piazzamento in Serie A (4 milioni in caso di terzo posto). Senza considerare che la partecipazione di sei squadre del campionato italiano avrebbe abbassato il “valore” ai fini della classifica dei risultati ottenuti, rendendo meno probabile la replica di una stagione come quella che si sta chiudendo, nella quale l’Italia ha ottenuto grazie a la classifica il quinto slot aggiuntivo.

Per concludere, un altro aspetto non proprio secondario: patriottismo a parte, Atalanta e Roma si contendono gli stessi obiettivi in ​​campionato da anni. La qualificazione alla Champions League garantisce a chi vi partecipa almeno 40-50 milioni di euro, che non possono che aumentare. Chi avrebbe fatto un favore ad un concorrente diretto, per puro amor patrio?

 
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