«I tifosi romanisti non si sono dimenticati e mi scrivono ancora “Mort…tua!”» » LaRoma24.it – Tutte le Notizie, Notizie, Approfondimenti Live sulla As Roma – .

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IL GIORNALE – Il Champions League, nel bene e nel male, continua a lasciare ricordi molto forti. Una di queste è quella vissuta all’Olimpico il 30 maggio 1984.
Un incubo lungo 40 anni e ancora aggiornato sui social: la prova di come, per i tifosi della Ro: ma la finale con i Liverpool rappresenta ancora una ferita aperta. La squadra di Liedholm si arrende in casa ai rigori (1-1 nei tempi regolamentari con Neal e Pruzzo in porta). Dagli undici metri si rivelarono fatali gli errori di Conti e Graziani, ipnotizzati da Bruce David Grobbelaar, ancora oggi nel mirino dei romanisti. «Mort…tua» tra i messaggi più «caldi» che si leggono sul profilo Instagram dell’ex soldato-portiere che ha raccontato le emozioni della partita in un’intervista al quotidiano. Queste le sue parole:

Qual è il tuo primo ricordo di quella sera?

«L’arrivo a Roma. Siamo stati accolti dai tifosi della Roma con sassi e sassi che entravano dai finestrini del pullman. Non c’era ricordo migliore fino alla fine della partita, quando vincemmo ai rigori”.

Come ha preparato i rigori?

«Il mio allenatore Joe Fagan, anche se ero il portiere, mi aveva scelto come quinto rigorista! Quando mi sono diretto verso la porta, però, mi ha detto di cercare di distrarre gli avversari in ogni modo possibile»

Ha poi eseguito la sua famosa danza degli spaghetti sulla linea di porta.

«Mi sembravano due spaghetti molli le gambe, la rete della porta mi ricordava gli spaghetti e allora l’ho morsa. Quel balletto funzionò perché sia ​​Conti che Graziani sbagliarono. Così ho attraversato il campo per festeggiare. Nel mezzo del delirio, Joe incaricò Alan Kennedy di battere l’ultimo, quello assegnato a me. Meno male che se avessi sbagliato…”

Ancora oggi a Roma lo odiano.

«Quella sera ho fatto piangere tante persone, chi di gioia e chi di sconfitta. Posso solo dire a tutti i tifosi della Roma: se il vostro portiere avesse fatto alla nostra squadra quello che io ho fatto alla Roma, non sarebbero fieri di lui?”.

 
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