“Tra cambiamenti e precarietà non è stato facile, eppure l’eccellenza sta nascendo” – .

“Tra cambiamenti e precarietà non è stato facile, eppure l’eccellenza sta nascendo” – .
“Tra cambiamenti e precarietà non è stato facile, eppure l’eccellenza sta nascendo” – .

L’allenatore romano dà l’addio alla franchigia emiliana, con la quale ha collaborato complessivamente per 6 stagioni

Zebre, parla Roselli: “Tra cambiamenti e precarietà non è stato facile, eppure sta nascendo un’eccellenza” – ph. Zebre Parma

Le Zebre Parma sono state un punto fermo nella carriera da allenatore di Fabio Roselli. L’allenatore romano ha avuto un rapporto con la franchigia federale durato almeno 6 stagioni, diviso in due parentesi e con ruoli diversi. Con la fine della stagione 2023/24, però, termina il suo ruolo da allenatore: dal prossimo anno sarà sostituito da Massimo Brunello.

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Un periodo decisamente lungo, trascorso prima come allenatore della trequartista, poi della difesa collaborando con Michael Bradley e infine come allenatore stesso. Il tecnico ha ripercorso queste tappe in un’interessante intervista a Gazzetta di Parmaper dire addio al club con cui ha collaborato tanto.

Zebre, parla Roselli: “Tra cambiamenti e precarietà non è stato facile, eppure l’eccellenza sta nascendo”

“Diciamo che ho vissuto le Zebre per tutto quel periodo e anche di più. Un’ottima esperienza nel periodo con Bradley, soprattutto il primo anno, quando aveva ancora pieni poteri per dirigere il progetto; eravamo allineati, sono cresciuto molto e passare dall’attacco alla difesa è stato molto formativo. Poi, con il cambio di governance, molto è cambiato. Quando mi è stato chiesto di ricoprire l’incarico ho fatto una mappa delle mie responsabilità e del percorso da intraprendere, ma la realtà era un po’ diversa, mi sono dovuto adattare”.

La capacità di adattamento è fondamentale, ma anche messa alla prova, in un’azienda (100% Fir) che ha tante difficoltà a vincere e che cambia tante volte il tabellone: ​​“È complicato. È chiaro che l’Abete deve dire a cosa servono le Zebre ma credo che la gestione e l’operatività debbano essere nelle mani di chi lo vive giorno dopo giorno: è così ovunque”.

Per quanto riguarda la squadra, da un lato Roselli è orgoglioso del suo lavoro con tanti giovani, ma dall’altro ha qualcosa di cui rammaricarsi: “Penso che in Italia bisogna accelerare la crescita dei giovani. Sono felice per i successi di alcuni atleti, come Fischetti e Pani, la conferma sempre maggiore, spero, di Zambonin e Fusco, ma anche di Manfredi, Gesi, Canali, Montemauri, Nocera. Ne appariranno altri. Vorrei anche trasmettergli una mentalità vincente, ma questo dipende da tanti fattori. E non è facile lavorare serenamente sentendosi continuamente precari”, tra voci di trasferimenti o sostituzioni di squadra.

C’è stata una risposta anche a chi sostiene che le Zebre non siano riuscite a costruire una sinergia con il territorio emiliano: “Credo che il club abbia fatto qualcosa per creare un legame con il Parma. Il territorio, però, deve percepire che, anche se partendo dal discorso dello sviluppo e da un gradino sotto rispetto agli avversari, si sta formando un’eccellenza”, ha concluso Fabio Roselli.

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