Quante tasse pagano i 1.136 super ricchi in Italia? – .

Quante tasse pagano i 1.136 super ricchi in Italia? – .
Quante tasse pagano i 1.136 super ricchi in Italia? – .

In Italia sono sempre di più i super-ricchi che aderiscono al regime speciale per pagare meno tasse. Negli anni il loro numero è cresciuto e nell’ultimo anno potrebbero essercene altri 576. La Corte dei Conti ha analizzato il fenomeno, evidenziandone i numeri e sottolineandone le criticità. Sono infatti diverse le incognite legate al provvedimento, a partire da quello che sappiamo di questi “pezzi grossi” – piccoli – e dagli effetti che questa tassazione speciale ha sulle casse dello Stato.

Tassazione speciale per i super-ricchi: quanto pagano allo Stato

Questa tassazione speciale è un “regime opzionale” previsto dall’Agenzia delle Entrate. Il sistema è operativo dal 2018 con l’obiettivo di “favorire gli investimenti in Italia da parte di soggetti non residenti”. Chi trasferisce qui la propria residenza può infatti scegliere di far tassare in maniera forfettaria i redditi prodotti all’estero: per essere in regola basta versare 100mila euro all’anno.

L’opzione vale anche per i familiari, che a loro volta versano 25mila euro. Il pagamento deve essere effettuato in un’unica soluzione e il regime ha una durata massima di quindici anni. I ricchi che accedono al regime opzionale sono sempre più numerosi: negli ultimi dati della Corte dei Conti riferiti al 2022, sono 1.136 i soggetti, di cui 818 contribuenti principali e 318 familiari.

Nell’ultimo anno, il 2023, l’Agenzia delle Entrate ha risposto a 576 nuove richieste di accesso alla fiscalità speciale. Come si può vedere dall’andamento del grafico sopra predisposto da Today.it, i numeri sono in crescita: dal 2018, anno in cui è iniziato il regime opzionale, dai primi 263 che avevano aderito siamo potenzialmente arrivati ​​a oltre 1.700.

In totale, dal 2018, si possono fare riferimento a pagamenti per circa 254 milioni, di cui 232 per i principali contribuenti e poco meno di 22 per i familiari. Ciò significa che ogni anno, in media, sono entrati nelle casse dello Stato poco meno di 51 milioni di euro. Alcuni aspetti non tornano.

Problemi nella tassazione preferenziale dei più ricchi: cosa ci sfugge

Sono sempre più numerosi, quindi, i ricchi che trasferiscono la residenza in Italia per accedere al regime fiscale agevolato. Ma non mancano i problemi. Nell’ultima relazione della Corte dei conti sul bilancio generale dello Stato, i giudici sottolineano che l’Agenzia delle entrate non conosce “né l’ammontare dei redditi esteri su cui agisce l’imposta sostitutiva, né le imposte ordinarie che su tali redditi sarebbero state effettivamente gravate in assenza del regime sostitutivo”.

In pratica, il fisco italiano non conosce i redditi esteri di queste persone e, di conseguenza, non stima quanto avrebbe potuto chiedere loro – presumibilmente di più – in tasse, rispetto al regime speciale. Ma mancano altri elementi nell’appello nominale.

La finalità dichiarata del provvedimento – che fa capire perché è rivolto ai redditi fuori norma – è “favorire gli investimenti in Italia da parte di soggetti non residenti”. Potrebbero essere sportivi professionisti – come i calciatori – o altri che per motivi diversi dal lavoro trasferiscono la residenza in Italia. Ma l’Agenzia delle Entrate italiana non sa se vi sia “come ci si sarebbe aspettato – come affermato nell’analisi della Corte dei Conti – un collegamento effettivo e concreto con la realizzazione di investimenti produttivi nel nostro Paese”.

Non è chiaro quindi se la tassazione agevolata sia un vantaggio per le casse dello Stato e dei più ricchi oppure solo un vantaggio per questi ultimi.

 
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