Il Gottardo illumina la Svizzera, Yates affonda il tiro – .

Il percorso verso il Tour è una sorta di grande mosaico, le cui tessere vengono messe in risalto in tutte le gare di giugno. E se il Delfinato riportasse i nomi di Roglic e Jorgenson, Carlos Rodriguez, Evenepoel e Buitrago, il Giro di Svizzera è ancora alla ricerca dei suoi tasselli. Oggi il primo arrivo in salita sul San Gottardo ha dato una bella scossa alla classifica. Torstein Træen, un norvegese di 28 anni, è salito sul palco di casache dopo sette stagioni alla Uno X (quattro nel devo team e tre nel professional), ha fatto il grande salto nel WorldTour. Una grande intuizione da parte dei dirigenti del Team Bahrain Victorious, visto che il ragazzo non aveva ancora vinto una sola gara, né si era distinto con azioni clamorose come gregario. Chapeau! Intanto alle sue spalle oggi si è accesa la lotta tra Yates e Skjelmose.

«Non pensavo fosse possibile – ha detto il norvegese – perché stamattina non pensavo di avere le gambe. Poi, durante la fuga ho iniziato a pensare a tutto quello che mi è successo negli ultimi anni e, ovviamente, a Gino (Mader, scomparso lo scorso anno al Tour de Suisse, ndr). Speravo solo di poter resistere, e fortunatamente l’ho fatto. L’ultimo chilometro sembrava non finire mai. Yates stava arrivando velocemente. Non era asfalto, ma ciottolato e c’era vento contrario.

«Vincere la tappa dedicata a Gino è stato incredibile. Manca a tutti. Personalmente non lo conoscevo perché non ero in questa squadra l’anno scorso, ma sento quanto mi manca. Sono onorato di aver vinto questa tappa per lui, soprattutto con la sua famiglia presente. Significa così tanto…”

Prima vittoria da professionista per Torstein Træen, norvegese classe 1995
Prima vittoria da professionista per Torstein Træen, norvegese classe 1995

Gli scatti di Yates

Dietro le sue spalle, Adam Yates è quasi riuscito a fare un grande ritorno. L’inglese ha attaccato quando forse mancava troppo per concludere non è riuscito a recuperare gli ultimi 23 secondi: quando è partito il fuggitivo viaggiava da oltre 3 minuti. In più con i suoi 58 chili, quando ha messo le ruote alte in carbonio sul marciapiede che sale al San Gottardo, che porta il simpatico soprannome di “Tremola”, la sua azione è diventata un po’ disunita. Allo stesso modo, il britannico ha vinto la maglia gialla.

«È stata una buona tappa – ha detto – anche se il piano oggi non era attaccare. Dopo aver dato un’occhiata agli arrivi, abbiamo voluto provare a risparmiare un po’ di energie. Ma durante la salita mi sentivo bene e così ho deciso di mettere i ragazzi davanti e fare un buon ritmo. Ho attaccato solo per vedere se qualcuno mi seguiva, non ero molto fiducioso nel tratto acciottolato. Non mi piacciono le strade così, perché quando pesi meno di 60 chili ti sballotta ed è abbastanza difficile trovare la giusta trazione. Quindi ho attaccato prima solo per vedere. E poiché nessuno mi ha seguito, ho deciso di continuare.

«Credo che la salita di domani mi si addica un po’ meglio. È un po’ più ripido, ma d’ora in poi ogni giorno raggiungerai la cima di una montagna, anche la cronometro ha un arrivo alto. Quindi il difficile sta per arrivare. Sarà una settimana molto dura, ma la squadra sembra forte e motivata. Quindi spero che alla fine diremo che è stata una buona settimana”.

Skjelmose nella scomoda posizione di avere Almeida (partner di Yates) così vicino
Skjelmose nella scomoda posizione di avere Almeida (partner di Yates) così vicino

Le risposte di Skjelmose

Yates prevede la tappa di domani l’arrivo a Carì, a quota 1.636, all’inizio di una salita di 10,2 chilometri con una pendenza media dell’8 per cento. La classifica è ancora corta, ma oggi il vincitore uscente Mattias Skjelmose si è portato ben dietro Yates.

«Penso che abbiamo corso bene oggi – ha detto Skjelmose – come squadra abbiamo fatto quello che dovevamo. I ragazzi hanno creduto in me e hanno fatto un ottimo lavoro per tenere la situazione sotto controllo a lungo, Jacopo (Mosca, ndr) in particolare. L’attacco di Yates è stato violento. Se fossi stato dietro di lui, forse avrei potuto provare a seguirlo. Comunque è andato veloce, ma ho sempre avuto la sensazione di buone gambe, quindi ho deciso di aspettare il momento giusto per forzare il ritmo e minimizzare le perdite. Sono contento della mia prestazione.

«Per me è stato il primo test in montagna dopo aver staccato e fatto il ritiro in quota. Si arriva sempre a giornate così con un po’ di dubbio, ma alla fine mi sono trovato davvero bene e questa è la cosa più importante. Anche se Yates ha mostrato una grande forma oggi, lo sento la corsa per la classifica generale è ancora aperta. Sono in una buona posizione. Avremo tre tappe di montagna e una cronometro per giocarci le nostre possibilità. Ci proveremo”.

Bettiol ha difeso la sua maglia, ma le pendenze e una caduta hanno reso l’impresa impossibile
Bettiol ha difeso la sua maglia, ma le pendenze e una caduta hanno reso l’impresa impossibile

I dubbi di Bernal

Skjelmose ha la stessa distanza di Almeida e questo potrebbe rendergli la vita molto difficile. Il portoghese e l’inglese, entrambi con la maglia dell’UAE Emirates, potrebbero tranquillamente inserirlo nella mischia e questo aggiunge un tocco di pepe al Giro di Svizzera. Per dare un’idea della forza degli Emirati Arabi Uniti, consideriamo che i due andranno al Tour a fare da compagni a Pogacar!

Oggi sulla scia di Skjelmose e Almeida si è vista anche Bernal, che ha perso 12 secondi solo nell’ultimo chilometro. Il colombiano è indietro di 49 secondi in classifica generale e resta da vedere quanto sarà lontano nel recupero della sua migliore condizione. Nei giorni scorsi lo ha detto se non si sentisse al meglio potrebbe rinunciare al Tour. Difficile da credere, ma vale la pena seguirlo. La sensazione è che i giochi siano appena iniziati.

 
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