Formolo devoto alla causa di Mas. Ma la gamba sembra a posto – .

Non si può dire che siano quelli del Delfinato Davide Formolo è stato fortunato. O forse sì, vista la situazione. Il corridore Movistar era coinvolti nella grande caduta che ha poi portato alla neutralizzazione della terza tappa.

«Sono anche scivolato quel giorno – racconta Davide – e per fortuna non ho riportato grossi danni, ma non siamo riusciti proprio a capire nulla. Hai visto quel video che gira su internet? Lì si vedono solo gli ultimi cadere, ma davanti ce n’erano già tanti. Andavamo a 70 all’ora e appena uno frena, tutti gli altri scendono».

“Roccia” però non perde il suo classico buon umore e resta positivo nonostante le percosse.

La grinta di Davide Formolo (classe 1992) alla sua 11esima stagione da professionista
La grinta di Davide Formolo (classe 1992) alla sua 11esima stagione da professionista
Allora Davide, cosa ti sei fatto?

Un bel graffio sulla natica destra e un forte dolore al fianco e alla zona lombare. Quando vado in bici riesco ancora a sentirlo e onestamente dopo una settimana pensavo che si sarebbe sentito meno.

E adesso?

Allora mi sono allenato un po’ più lentamente Sono stato a Roma un paio di giorni fa per visitare il CONI. Anche se prima bisogna iniziare a mostrare qualcosa di importante. Vengo ogni 4 anni, dovrei farlo più spesso: Roma è bellissima. Forse dovrei venire con la mia famiglia.

Come stai dopo la caduta?

Al Dauphiné devo dire che i primi due giorni sono stati molto buoni. Il livello era alto e su quelle salite al 6% dovevi spingere forte… Ma poi se non sei al top, con il livello che c’è paghi. Adesso quello italiano sarà un bel test.

Movistar in ritiro ad Andorra (foto Instagram)
Movistar in ritiro ad Andorra (foto Instagram)
Allora sarai al via in Toscana?

Normalmente sì, se non lo sono è perché il dolore sarà così forte che non potrò pedalare. Ma non credo, andiamo. Anche perché a Roma ho colto l’occasione anche per fare una TAC, per evitare qualcosa di peggio, e infatti sono emersi solo dei lividi. Da parte mia sono contento di aver resistito al Delfinato, perché mi ha dato comunque qualcosa in termini di condizione. Nonostante tutto, ne sono uscito più forte di come ero entrato. E ho fatto bene a tenere duro e a non tornare a casa presto.

E ora il Tour de France: come ci arriverai?

Il mio compito sarà quello di aiutare Enrico Mas e vado senza alcuna ambizione personale.

Mas è un leader, ma non dà le garanzie di un Pogacar…

Con Tadej se vogliamo è stato ancora più semplice, era fortissimo, per questo il mio compito sarà ancora più delicato e importante. Stagli vicino, sostienilo sempre.

Come hai lavorato? E come sta Mas?

Ebbene, subito prima del Delfinato siamo andati ad Andorra. È stato un bel rifugio. Utile per la gamba e per il gruppo. Ci siamo conosciuti meglio (Formolo e Mas hanno corso insieme solo alla Tirreno quest’anno, ndr) e abbiamo fatto tanto “acido” insieme. Non ci siamo trattenuti.

Hai visto anche tu qualche tappa?

Sì, ne abbiamo approfittato per andare a vedere la tappa con arrivo in salita al Plateau de Beille.

Tirreno-Adriatico, appena riconoscibili (in basso a sinistra): una delle rare gare di Mas e Formolo insieme (foto Getty)
Tirreno-Adriatico, appena riconoscibili (in basso a sinistra): una delle rare gare di Mas e Formolo insieme (foto Getty)
Hai parlato di acido lattico e quindi di un certo tipo di lavoro e hai detto che prima della caduta del Delfinato stavi bene: ma avresti quindi la gamba per un brutto colpo?

SÌ, certo mi piacerebbe fare bene, se ci fosse la possibilità, ma non è la priorità. La priorità è Mas. È chiaro che se si presenterà l’occasione non mi tirerò indietro… terreno permettendo.

Sei mesi dopo, come è stato questo cambio di squadra?

Hai sempre bisogno di un po’ di tempo per adattarti, per acclimatarti ai nuovi metodi di lavoro. Ma devo dire di sì ho trovato un gruppo molto ben organizzato, molto più di quanto si possa immaginare. Sono precisi, presenti…

Cosa intendi per nuovi metodi?

Ogni team ha il proprio modo di lavorare, la propria filosofia… piccole variazioni. Qui ad esempio la palestra, che in passato avevo un po’ sottovalutato, è una parte fondamentale della preparazione. Queste sono le cose che fanno la differenza: siamo tutti al limite, lottiamo per migliorare dell’1-2% e se sbagli qualcosa allora le differenze diventano grandi.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV due italiani sotto i 10”! Derkach secondo, Fantini quinto, Junnila anello – .
NEXT WTA Berlino – Zheng con il record di ace elimina Osaka. A Birmingham fuori Wozniacki – .