“L’amore per Trieste, molto più di un lavoro” – .

“L’amore per Trieste, molto più di un lavoro” – .
“L’amore per Trieste, molto più di un lavoro” – .

Dopo 13 anni, l’esperienza di Mario Ghiacci alla Pallacanestro Trieste è giunta alla fine del suo ciclo. Si conclude nel migliore dei modi: la promozione in Serie A dopo appena un anno di purgatorio, con una proprietà solida che sembra avere le idee molto chiare, come dimostra la tenacia e l’obiettivo raggiunto con una crescita esponenziale della squadra, dopo le tante incertezze nella parte centrale del campionato. Ghiacci è stato intervistato per le pagine de “Il Piccolo”. “La promozione in Serie A, ottenuta mercoledì contro Cantù, Mi toglie un peso dal cuore. Va dato merito a chi ha gestito questa stagione, devo dire che sono stato particolarmente contento perché il ritorno di Trieste nella massima serie cancella una retrocessione che ho sempre considerato una vera ingiustizia”.

A Trieste Ghiacci è più di un manager. “L’amore per questa società, per i suoi tifosi e per la città in generale resterà immutato. La Pallacanestro Trieste è stato un lavoro, senza dubbio, ma c’è sempre stato molto di più. Ha rappresentato una parentesi importante nella mia vita tanto che oggi l’idea di impegnarmi in un altro club mi sembrerebbe una sorta di tradimento. Poi nello sport mai dire mai”.

Dopo Cosolini e Alma ecco Cotogna, il suo ultimo successo da dirigente. “Quando nel febbraio 2022 l’Allianz mi informò che a giugno avrebbe terminato la sponsorizzazione della Pallacanestro Trieste, cominciai a muovermi. Sapevo che il procuratore Dario Santrolli, all’epoca in cui Toti era presidente a Roma, aveva portato un imprenditore americano interessato a investire nel basket e gli chiesi se era a conoscenza di possibili investitori interessati a sbarcare in Italia. Tramite Ron Rowan ci ha messo in contatto con il professore universitario che teneva i corsi di management sportivo a cui partecipavano i soci del Cotogna, ne ha parlato in aula e da lì è iniziato tutto. Successivamente, avendo saputo che Richard De Meo era in Italia, l’ho invitato a venire a Trieste per due giorni, mostrandogli la città, lo stadio e cercando di coinvolgerlo. Una volta tornato negli Stati Uniti, convinto dallo splendido resoconto fatto ai colleghi, il gruppo Cotogna iniziò la due diligence durata mesi al termine della quale decise di acquisire le quote della Pallacanestro Trieste, divenendone il proprietario. Devo dire con orgoglio che l’aver tenuto i conti in ordine pur attraversando gli anni difficili del Covid è stata la condizione fondamentale per la buona riuscita della trattativa”.

 
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