È iniziata la svolta di Aleotti – .

Una volta terminato il lavoro, Giovanni Aleotti rimise le sue cose in macchina e imboccò l’autostrada. Quattro ore e mezza, più o meno, per arrivare da Novo Mesto alla sua casa in Emilia. Nel bagagliaio, oltre alla bici, c’erano il trofeo del Giro di Slovenia, la sua più bella vittoria, e la maglia gialla di leader.. Non è curioso che in questo periodo le maglie della classifica siano tutte gialle come l’oro? Ci siamo lasciati dopo il Giro d’Italia parlando di ripartenza e indicando la corsa nel paese di Pogacar e poi i campionati italiani come prime opportunità realizzabili e finora le cose sono andate esattamente così. Adesso non resta che pedalare verso il campionato italiano, poi potremo finalmente tirare il fiato.

La svolta nella giovane carriera dell’emiliano, professionista dal 2021 alla Bora-Hansgrohe, che ha aiutato Martinez a conquistare il secondo posto al Giro, è avvenuta grazie a un inverno finalmente senza acciacchi e con l’inizio della collaborazione con Paolo Artuso. Se metti insieme gambe e fiducia, qualcosa di buono arriverà sicuramente ed è quello che è successo.

«Il Giro al servizio di Dani Martinez – racconta mentre la macchina ha da poco varcato il confine – il fatto di essere lì tutte e tre le settimane in salita mi ha sicuramente dato consapevolezza e fiducia. Venire qui, sapere di avere libertà e poter dimostrare di saper vincere, sicuramente mi rende molto felice. Penso di essere uscito bene dal Giro. Con Paolo abbiamo raggiunto il giusto carico di lavoro. Non distanze di sei ore, che forse mentalmente avrebbero potuto buttarmi giù, ma quelle che servivano per mantenere la freschezza. E alla fine sono arrivato al Giro di Slovenia sentendomi bene…”.

Sul traguardo di Nova Gorica Aleotti lascia Narvaez e indossa la maglia gialla
Sul traguardo di Nova Gorica Aleotti lascia Narvaez e indossa la maglia gialla
Hai trascorso questo periodo di recupero a casa o sei andato in un posto fresco?

Ero a casa. Mi sono allenato e poi sono venuto qui in macchina con Paolo.

Quanto è stato importante il cambio di allenatore?

Venivo da un anno complicato, ci vuole un attimo per perdere un po’ di fiducia. Pertanto aver trovato una persona che mi ha sempre spinto a crederci e a migliorarmi è stato sicuramente molto importante. Lo devo ringraziare perché penso che questa stagione, dalla Valenciana alla Tirreno, al Giro e poi qui in Slovenia, mi ha fatto davvero fare un passo avanti rispetto agli altri anni. Alla fine direi che lo è stato è soprattutto una questione di costanza nel lavoro e il fatto che da dicembre riesco a lavorare bene senza problemi. Rispetto all’anno scorso, questo è stato sicuramente un fattore. Poi è stato anche fondamentale il lavoro svolto con il nuovo nutrizionista del team. Messe insieme queste cose, un anno in più di esperienza e poi ovviamente anche la testa ha fatto la differenza.

È davvero la vittoria più importante della tua carriera come hai detto nelle interviste dopo il tuo arrivo?

Direi di sì, senza togliere nulla al Giro di Sibiu. La Slovenia è una bella corsa e c’era anche una buona lista di partenza, tra chi veniva da Gro e chi l’ha fatta come ultima gara prima del Tour. Penso a Pello Bilbao, ma anche a Pellizzari e Mohoric. Quindi questo mi dà sicuramente fiducia.

La vittoria diventa un buon viatico nel cammino verso i campionati italiani?

La condizione sicuramente c’è e a questo punto anche la motivazione. Mi aspetta l’ultima settimana di allenamento prima di partire. Cercheremo di fare del nostro meglio, il campionato italiano è sempre una gara difficile, un lotteria, quindi dobbiamo essere anche intelligenti e fortunati. Ma arrivo sicuramente motivato. Il fatto di disconnettersi è una necessità fisica più che mentale, penso di averne bisogno. Non ho mai avuto un momento di recupero da quest’inverno e poi dalla preparazione per il Giro. Quindi penso che riposare un po’ aiuti per essere competitivi nella seconda parte della stagione. Starò libero per una settimana e poi ricomincerò.

Al Giro d’Italia Aleotti ha lavorato soprattutto nelle fasi finali per il compagno di squadra Martinez
Al Giro d’Italia Aleotti ha lavorato soprattutto nelle fasi finali per il compagno di squadra Martinez
Ti ha mai dato fastidio essere ancora considerato incompiuto, anche se i motivi dei tuoi ritardi erano spesso problemi fisici?

Ovviamente vuoi sempre fare del tuo meglio. Il livello a cui siamo adesso è così alto che anche una sola settimana negativa può influenzare l’esito delle gare successive. Sapevo cosa mi stava succedendo e penso che fosse importante concentrarmi sul tornare a sentirmi bene e a lavorare con costanza. Come abbiamo detto a Roma, al Giro ho avuto un compito un po’ diverso rispetto agli altri anni quando dovevo lavorare nella parte centrale della corsa. Quest’anno, essendo migliorato in salita, la squadra aveva bisogno di me alla fine e quindi per me è stato sia un modo per aiutare Martinez, ma anche per misurarmi. Standogli vicino il più possibile ho capito qualcosa in più delle mie capacità. E se questo mi ha dato fiducia, torna a casa, allenarmi e venire qui per vincere sicuramente mi dà molta consapevolezza. Il prossimo passo sarà farmi trovare pronto per gli obiettivi che avrò nella seconda parte di stagione.

Quanto è stata complicata l’ultima fase?

Diciamo che è esplosa da lontano e ce lo potevamo aspettare. Ma ci siamo concentrati sulla gestione, perché È un momento per farsi prendere dal momento e fare le cose sbagliate, sprecando energie. Invece sull’ultima salita abbiamo rimesso tutto a posto. La salita è stata dura e stavo bene e la squadra mi ha messo nelle condizioni di tenere la gara fino al momento finale.

Novo, Mesto, ultima tappa: la vittoria è raggiunta
Novo, Mesto, ultima tappa: la vittoria è ottenuta
Come ti trovi nei panni del leader?

Dopo aver fatto il Giro con Martinez, ma anche tante gare con Vlasov, Ho imparato a riconoscere quando è il momento di chiamare via radio l’intervento della squadra. E poi abbiamo anche dei direttori sportivi molto preparati. Ecco Eisel che ha sicuramente molta esperienza: è importante avere una persona che trasmetta molta tranquillità dall’auto anche nei momenti in cui è presente c’è il rischio di agitarsi.

Il viaggio continua, destinazione Emilia e poi campionato italiano. Aleotti ha vinto la maglia tricolore nel 2020 tra gli U23 a Zola Predosa, vicino a casa sua. Quest’anno il traguardo è dall’altra parte dell’Appennino, sulle strade di Alfredo Martini. Sarà un terno al lotto, ma tenere duro con la vittoria negli occhi e grandi sensazioni nelle gambe questa volta non sarà proprio un problema.

 
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