Nonostante avesse al suo attivo solo tre allenamenti, contro l’Albania il centrocampista nerazzurro ha messo in mostra una prestazione incredibile
Regia, pressing, gol. Nicolò c’è tutto Barella nella super prestazione offerta dal centrocampista contro l’Albania nell’esordio dell’Italia agli Europei. In dubbio fino al giorno prima, Nicolò è sceso in campo dal 1′ sfoggiando una forma fisica invidiabile allo Stadio Westefalenstadion. “Quando giocò lì con l’Inter nel novembre 2019, contro il Borussia, Barella era ancora un progetto da campione, nonostante giocasse la Champions League e avesse già messo a segno dieci presenze in Nazionale. Il ragazzo tutto strappato, adrenalina e intensità anche esagerata che a Coverciano – ancora poco più che ragazzino nelle giovanili azzurre – aveva rubato gli occhi ad Arrigo Sacchi eppure non era del tutto convincente in termini di maturità e gestione delle scelte in campo“, sottolinea la Gazzetta dello Sport.
“Oggi qualsiasi allenatore, non solo Luciano Spalletti, può chiederlo a Barella. È proprio questo il più moderno, il più europeo, il più totale, il più leader tra gli azzurri. Più, più, più: Barella è il plus di questa Italia che batte, anche se Spalletti ha spiegato che non è così – Certe cose un allenatore glielo deve dire, gli ha fatto giocare anche se ha fatto solo tre allenamenti con la squadra .”
“Ora che ha lavorato tanto su se stesso al punto da diventare una sorta di robot per 57 partite stagionali, guidato da un’intelligenza tutt’altro che artificiale, quell’intensità che era il suo limite per Barella non è più solo una via di esprimersi, ma un modo di essere. Di vivere un ruolo calcistico che in realtà non è più solo uno. Oggi Barella può essere ancora un centrocampista che veste da incursore senza dimenticare che sa essere un centrocampista che va a mordere chi gli sta davanti. Punteggio all’esordio agli Europei: 97,2% di passaggi riusciti, ovvero 105 su 108, e sei passaggi lunghi su sei completati, il dato migliore tra chi ha giocato almeno 75 minuti”.
