Questa Italia non è solo la forza del gruppo, ma anche il talento – .

Questa Italia non è solo la forza del gruppo, ma anche il talento – .
Questa Italia non è solo la forza del gruppo, ma anche il talento – .

L’Italia ha battuto 2-1 l’Albania nella gara d’esordio di Euro 2024, reti di Bastoni e Barella dopo la rete dell’Albania, segnata da Bajrami, dopo appena pochi secondi di gioco. Al di là dell’errore difensivo dopo pochi secondi, costato il gol dello 0-1, la Nazionale di Luciano Spalletti ha lanciato buoni segnali. Segnali che ora dovranno trovare conferma contro la Spagna, una delle squadre favorite per la vittoria finale. Con Paolo Condò, giornalista di Repubblica e volto di Sky Sport, abbiamo parlato di tutto questo: delle prime (buone) sensazioni trasmesse dalla sfida contro l’Albania, da quella contro la Roja e dal futuro della Nazionale, anche a lungo termine.

Ⓤ: Che Italia abbiamo visto al debutto?

Nel primo tempo la Nazionale mi è piaciuta molto, perché dopo il gol subito hanno avuto una reazione immediata. Non perde tempo, già al secondo minuto, con Pellegrini, poteva pareggiare. In generale ha trattato l’Albania come dovrebbe essere trattata: come una squadra di livello inferiore. Nei primi 45 minuti ha avuto solo la “colpa” di non capitalizzare le tante azioni da gol realizzate, ma nel complesso ha dominato la partita. Nella ripresa, però, Spalletti in condizioni normali avrebbe dovuto fare qualche cambio, perché la squadra aveva speso tanto e faticava un po’. Credo che il mister abbia riposto fiducia nell’undici titolare perché, essendo una squadra nuova, ha voluto dare minuti ai titolari e creare alchimie: era un rischio calcolato e accettabile, vista la forza dell’Albania. Resta comunque una scommessa, vista l’occasione da gol concessa nei minuti finali. Ma alla fine la scommessa ha dato i suoi frutti, visto che Spalletti ha lasciato giocare 70 minuti. Essendo una nuova formazione, penso che sia una cosa positiva per il resto del torneo.

Ⓤ: Hanno segnato Barella, centrocampista, e Bastoni, difensore. Dopo 90 minuti è già emerso un uomo copertina o il gruppo sarà il valore aggiunto di questa Italia?

Penso che per questa Nazionale non sia opportuno parlare di forza del gruppo, anche se ovviamente una squadra è composta da tanti giocatori, che devono lavorare insieme. Che Barella e Chiesa siano i due protagonisti di questa Italia è chiaro: Barella ha confermato di essere il migliore di questa rosa, il giocatore dal calibro più internazionale, quello su cui contare nei momenti decisivi; Chiesa invece perché è un calciatore a cui non si può rinunciare ad andare lontano in questo Europeo, nonostante negli ultimi tre anni, da Europeo a Europeo, non lo abbiamo più visto ai livelli raggiunti nel 2021 , soprattutto a causa di problemi fisici . Contro l’Albania l’ho già visto in una versione simile a quella di tre anni fa: è un purosangue, evidentemente si trova più a suo agio con la tuta tattica che Spalletti gli ha cucito. Con Chiesa al vertice, l’Italia è forte, se è nella sua versione campionato abbiamo molta meno paura.

Ⓤ: Quando venne scelto Spalletti meno di un anno fa si poteva pensare a un progetto finalizzato al Mondiale 2026. A che punto è oggi il lavoro dell’allenatore? Al netto delle poche partite giocate fino a questo punto.

Guardando al 2026, siamo in buona forma. Quello che è certo è che quando entri nelle competizioni vuoi arrivare il più lontano possibile, quindi oggi il tuo focus è sull’Europeo. Volendo essere il più analitico possibile, immaginando in ottica Mondiale, Calafiori sarà un punto fermo di questa Nazionale, perché dai grandi eventi escono grandi giocatori e lui ha confermato, forse anche superato, le aspettative che si erano create in campo vigilia di esso. Senza fare paragoni azzardati, rientra nella stessa categoria di Bellingham, quella dei giocatori che alzano il rendimento quando sentono pressione. Sono convinto che Calafiori sarà uno dei pilastri del prossimo ciclo italiano, come penso a Scamacca, dal quale ora ci aspettiamo qualche gol e non solo regia offensiva.

Ⓤ: Dopo soli 90 minuti, siamo pronti per la Spagna? E dove potremo arrivare nella competizione, da campioni in carica?

Dobbiamo preparatevi per la Spagna. Il fatto di non avere alternative è una cosa positiva: la partita di giovedì ci permetterà di capire a che livello siamo. Realisticamente, l’obiettivo di questa Nazionale sono i quarti, perché ai quarti troverà una delle tre big, Germania, Francia e Inghilterra, che sono un gradino, anzi due, sopra l’Italia, e che sarebbe enormi ostacoli per noi. Quel buco per i quarti si può raggiungere con il terzo posto nel girone, anche se questa Italia ha le carte in regola per arrivare almeno seconda in classifica. La Spagna sarà un grande test soprattutto per la nostra difesa, perché all’esordio abbiamo fatto una buona partita anche perché l’Albania non ci ha impensierito più di tanto in fase offensiva. Contro la Spagna il livello di attenzione dovrà essere molto più alto, soprattutto sulle fasce, dove Yamal e Williams daranno vita a grandi duelli contro i nostri difensori. Penso soprattutto alla partita tra Yamal e Dimarco, che dovranno preoccuparsi l’uno dell’altro sia in fase di attacco che di difesa, visto che Dimarco è un terzino con grande spinta. Sarà una sfida anche psicologica: chi tiene di più all’avversario parte da sfavorito. Perché è chiaro che Rodri e Fabián Ruiz intimidiscono, ma non sono da sottovalutare anche gli inserimenti di Barella, Frattesi e Pellegrini. Sono più curioso che preoccupato per questa partita, anche perché nelle ultime gare li abbiamo sempre messi in difficoltà: nel 2016 li battemmo agli ottavi, tre anni fa in semifinale.

 
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