Viva i calciatori anticonformisti. Modello Mbappé, che spasso! – .

Viva i calciatori anticonformisti. Modello Mbappé, che spasso! – .
Viva i calciatori anticonformisti. Modello Mbappé, che spasso! – .

Il capitano dei Bleus, Kylian Mbappé, e l’attaccante Marcus Thuram, figlio della grande Lilian, invitano a votare contro gli estremisti. Ai francesi non interessano le opinioni degli intellettuali e dei calciatori. Ma il fatto che ragazzini talentuosi gettino sassi nella piccionaia, senza preoccuparsi delle conseguenze, è un sano scandalo

Due persone sane, due ragazzi, nella terra dei pazzi. Il ministro che l’anno scorso ha portato avanti la riforma delle pensioni con Macron, Aurélien Rousseau si candida con il Fronte Popolare che vuole abrogare immediatamente la sua riforma. L’astro nascente del riformismo socialista, Raphaël Glucksmann si mobilita al fianco di chi qualche settimana fa voleva batterlo gridando “Sionisti fuori dalla manifestazione per la pace”, tra le bandiere di Hamas, quelli che aveva definito “nemici della democrazia”. Bardella e Le Pen cantano la melodia per guadagnare credibilità e dirsi portatori di ripudio di ogni estremismo in nome della tranquillità e dell’ordine, Italia magistra vitae, ma il mondo economico teme un programma fallimentare e in Europa si sospetta l’avvento di una politica estera e di difesa subdolamente ispirata dall’invasore russo dell’Ucraina. Portano con sé qualche briciola di gollismo, loro che storicamente sono l’Algérie française e De Gaulle i loro padri e zii volevano assassinarlo.

In tutto questo, il capitano dei Bleus, Kylian Mbappé, e l’attaccante Marcus Thuram, figlio della grande Lilian, invitano a votare contro gli estremi, un occhio al partito di Marine e Jordan, considerato impresentabile, un occhio a Mélenchon, leader del Fronte, che vorrebbe sfondare elettoralmente nella rete dell’immigrazione islamica e riceve un bel rimprovero con schiaffo incorporato da due fuoriclasse della diversità. Si dirà che avrebbero dovuto limitarsi a parlare di calcio. Si dirà che ai francesi non interessano le opinioni degli intellettuali e dei calciatori. Si dirà che sono ricchi e famosi, sono incapaci di cogliere la rabbia di France d’en bas come tutti quelli dell’odiosa schiera di quelli che ce l’hanno fatta. Si dirà che l’antirazzismo come ideologia correttista, anche quando diretta contro il Rassemblement national che distingue tra francesi veri e finti francesi, in genere un po’ di colore, è la fastidiosa dogmatica di chi ce l’ha fatta e detesta i propri compagni di miseria. di ieri. La povertà, e ce n’è, è d’accordo, ma in un Paese pazzo e molto disperato dove si parla di sesta settimana di ferie pagate e lo Stato ultraindebitato e ultradirigista si comporta come una sorta di Superbonus strutturale, con la promessa di estremi politiche ad approfondire la discussione se hanno il necessario consenso demagogico.

I riformisti o centristi della palla rotonda non avranno alcuna influenza, o almeno nulla di decisivo, è chiaro. Ma che giovani di indiscusso talento buttino il sasso nella piccionaia è un sano scandalo, forse rischiano i fischi dei tifosi politicizzati e arrabbiati del Citoyenne, nonché l’imbarazzo della Federcalcio nazionale, e appelli di questo tipo in una conferenza stampa a ridosso degli Europei meritano di essere considerati coraggiosi e non convenzionali. Il simbolismo fa parte delle lotte politiche e civili, le nutre e le giustifica nel modo più breve, se vogliamo, come dimostrano gli inginocchiamenti, che si prestavano a malintesi ma erano belli e molto classici come fonte di ispirazione. Mbappé poi ha un sorriso malizioso e sornione, Malin, che giustifica il piede e il contrasto e la finta di Garrincha oltre la dimensione ludica. Il suo appello non è macronista, tanto meno, ma i macronisti di tutte le sfumature non possono che sottoscriverlo. Per loro che sono alla vigilia di un brusco declassamento e che anche tra gli intellettuali rischiano un relativo isolamento, il sostegno indiretto di due fuoriclasse ventenni, calciatori capaci di dire “no” senza preoccuparsi troppo delle conseguenze, è più di un supporto, è una miniera d’oro inaspettata.

 
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