Ferrari, l’esame del GP d’Austria della SF-24 – .

Il GP d’Austria di questo fine settimana è destinato a svolgere il ruolo di cartina tornasole delle prestazioni della Ferrari SF-24, ma soprattutto dell’efficacia delle prime due evoluzioni introdotte rispettivamente a Imola e Barcellona. Una caratteristica peculiare della SF-24, notata fin da inizio anno, riguarda il suo bilanciamento ottimale che si è tradotto in un degrado degli pneumatici molto basso. Il pacchetto evolutivo introdotto a Imola ha fornito risultati contrastanti o quantomeno di difficile lettura se si considerano le piste su cui è stato impiegato. In sostanza, se a Imola il distacco finale in gara di soli 7″ dal vincitore è stato un segnale decisamente positivo, a Monaco non è stato ovviamente possibile ottenere dati sensibili rilevanti, a causa delle caratteristiche specifiche del tracciato, mentre a Montreal la totale debacle della Ferrari non solo ha avuto molteplici cause, ma anche condizioni atmosferiche ampiamente fuori dalla norma, quindi non idonee a una valutazione accurata delle prestazioni.

Cambio assetto Ferrari

In sostanza, si potrebbe dire che i dati raccolti nelle tre gare in questione non sono stati del tutto conclusivi per valutare l’impatto sulle prestazioni della vettura. In Spagna, con l’introduzione dello sviluppo originariamente previsto per Silverstone, anticipandone quindi di due settimane il debutto, sin dalle prove libere, dove comunque il pacchetto era stato promosso da entrambi i piloti, è parso evidente che soprattutto sulla monoposto di Leclerc, si inducesse un comportamento che il pilota monegasco ha cercato di correggere con l’intervento del suo ingegnere di pista, di fatto stravolgendo l’assetto, o meglio le regolazioni specificamente della sospensione anteriore. In sostanza, è giusto sottolineare che la determinazione dell’assetto della SF-24 a Barcellona ha seguito un percorso tutt’altro che lineare. Del resto, è parso evidente, sia in prova che in gara, anche se domenica il fenomeno si è attenuato, la ricomparsa del saltellamento, il famigerato delfino. Un fenomeno indotto in generale dalla bassa altezza da terra, e da un elevato livello di carico generato dal pavimento. Infatti, dalle nostre fonti, pare che il pavimento abbia addirittura superato le aspettative in termini di pura prestazione aerodinamica attesa. Ma senza dubbio sorge il legittimo dubbio se sia stata mantenuta la stessa distribuzione del carico aerodinamico precedente o se, piuttosto, i punti di carico ottenuti siano stati distribuiti in modo tale da rendere meno stabile il comportamento della monoposto.

indizi decisivi sulla ferrari

Alla fine, resta quindi da valutare se al Red Bull Ring, pista notoriamente in linea con le caratteristiche della Ferrari, si troverà la chiave per un equilibrio accettabile. Altrimenti, infatti, sarebbe lecito sostenere che le novità introdotte o quantomeno il modo e i tempi della loro introduzione potrebbero aver minato l’equilibrio della SF-24. In pratica, un risultato negativo costituirebbe il terzo elemento, quindi con valore probatorio, per formulare questo giudizio. Per otto gare, la sensazione che i tecnici di Maranello non avessero ben chiaro cosa stesse accadendo sulla monoposto sembrava relegata al passato. Le ultime gare, invece, l’hanno riportata a galla in modo preoccupante.

 
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