Il 1988 segna un passaggio epocale a Wimbledon. È l’anno dell’ultimo confronto ai Campionati tra Chris Evert e Martina Navratilova, che vincono 7-5 nel terzo, e del primo trionfo di Steffi Graf che rischia di perdere contro la Navratilova ma poi veleggia verso il trionfo. È il terzo capitolo del suo Golden Slam: nel 1988 vince tutti gli Slam e l’oro olimpico. “Non credo che molti riusciranno dopo di me”, disse all’epoca. Finora nessuno ci è riuscito.
Graf vinse anche nel 1989, poi nel 1990 toccò alla Navratilova fare la storia. Infatti, vinse il suo nono titolo singolare a Wimbledon e batté il record di Helen Wills Moody, stabilendo un nuovo record che resiste ancora oggi. Il dominio di “Fraulein Forehand”, soprannome di Graf, riprese nel 1991, 1992 e 1993 in finale su Jana Novotna che era avanti anche nel terzo set per 4-1. Tuttavia, la ceca perse gli ultimi cinque game del match e, in una delle immagini simbolo del torneo, durante la cerimonia di premiazione scoppiò a piangere sulla spalla della duchessa di Kent. “Non piangere, so che qui puoi vincere” le disse. Novotna perse di nuovo in finale nel 1997 contro Martina Hingis, la più giovane campionessa di Wimbledon, ma riuscì a sollevare il trofeo nel 1998.
Nel 1994, Graf arrivò a Wimbledon come favorita, ma perse contro Lori McNeil al primo turno. In un freddo, umido e ventoso martedì, divenne la prima campionessa in carica a essere sconfitta al primo turno nella storia dei Championships. In finale, Conchita Martinez, la prima spagnola a sollevare il Venus Rosewater Dish, prevalse sulla trentasettenne Navratilova. Nonostante la delusione, Steffi Graf vinse altri due titoli di Wimbledon nel 1995 e nel 1996.
