Il giornalista Roberto Beccantini ha espresso sul suo sito il suo giudizio sulla sconfitta degli Azzurri. La sua analisi: “Il problema è che Allegri ha un alibi. Altrimenti… Scherzi a parte. Il problema non è Svizzera due Italia zero. Certo, è anche questo: perché erano gli ottavi di finale e si torna a casa, giustamente. Il problema, qui, è il modo che ancora ci offende. Dominato per un po’, tra il “solito” Donnarumma (su Embolo), il gol di Freuler e un legno vagante; subito trafitti dal “giro” delpieresco di Vargas e poi controllati come fanno le nonne con i nipoti nei giardini dell’altro.
E non che Yakin sia stato il Pep e il Luscianone i primi a passare. Ci è mancato tutto: coraggio, gambe. Xhaka (voto 9) sembrava un mix tra Don Alfredo (Di Stefano) e De Bruyne. L’Abate di Certaldo aveva sventrato la formazione, inserito anche Fagiolino, e non che abbia fatto peggio di Jorginho, a dire il vero. Barella, subito colpito, si è accontentato di una normalità che difficilmente si riconosce in lui. Loro, tosti e illuminanti; noi, morbidi e oscurantisti.
Pensavo fosse impossibile giocare peggio che con Spagna e Croazia: mi sbagliavo. Quando si dà troppa importanza all’allenatore, e non abbastanza ai giocatori, può capitare che i giocatori ne approfittino, perché sanno già quale testa cadrà. Si aggrappano alla difesa a tre che si ostenta tranne che in casi di emergenza; si aggrappano al trampolino delle differenze tra nazionale e club (ad esempio Scamacca), ma questo è un fattore aggravante, a scapito del singolo, non un’attenuante (pro Gasp, non ne ha bisogno).
Un camion palo di Shaar e uno di Scamacca, ecco tutta la nazionale di un Berlino che ha baciato l’azzurro di Buffon e Cannavaro, di Totti e Del Piero. Ecc. ecc. fino alla magia di Grosso.
La mia previsione era: 51%-49% per l’Italia. Finché si è coraggiosi. Ma no. Timorosi e sgonfi. Più giocati di Biden. Sommer, non una parata. Eravamo i campioni d’Europa. Nessuna obiezione, vostro onore.”
