Strage di Ponticelli, cosa è successo e chi sono Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo – .

Gridano ancora al loro innocenza Ciro DominanteGiuseppe La Fortezza e Luigi Schiavoche nel 1983 sono stati accusati e poi condannati per il Strage di Ponticelliuno dei crimini più efferati che siano stati commessi in Italia.

I tre, allora ventenni, sono stati accusati di aver sequestrato, torturato, stuprato e ucciso due bambine del Rione Incis nel quartiere Ponticelli a Napoli: Barbara Sellini solo 7 anni e Nunzia Munizzi appena 10 anni. I loro corpi sono stati trovati mezzi carbonizzati.

La vicenda delle due vittime, Barbara Sellini e Nunzia Munizzi, e di Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo è diventata oggetto delle indagini di Dentrolo spin-off di Iene che andrà in onda questa sera su Italia Uno alle 20.30.

Che i tre e la commissione Antimafia alle forze di polizia e giudiziarie dell’epoca vengono rimproverate le evidenti carenze investigative che portarono all’incarcerazione di Imperante, La Rocca e Schiavo, quando le testimonianze di Nunzia e degli amici di Barbara portarono ad altro nome.

Di fronte a un evento del genere è giusto ricordare quello che è successocome si sono svolte le indagini e chi sono e dove sono i tre imputati Strage di Ponticelli

Strage di Ponticelli, il caso: cosa è successo

Barbara Sellini E Nunzia Munizzi si trattava di due bambine di 7 e 10 anni che abitavano nello stesso stabile nel quartiere di maglionialla periferia di Napoli. La sera del 2 luglio 1983, alle 19.30 le due ragazze sono uscite di casa ma non sono più tornate e solo il 3 luglio i loro corpi sono stati ritrovati abbracciati e carbonizzati in un vicino cantiere. secondoautopsia del medico legale, le ragazze erano state torturate con un coltello a serramanico e ne sarebbe stata vittima anche Nunzia violenza sessuale. Dopo averli uccisi, i corpi sarebbero stati posti sotto forma di un abbraccio e poi dati alle fiamme.

Poche ore dopo il ritrovamento, un loro compagno di scuola, Antonella Mastrilloavrebbe raccontato alla polizia quello che aveva detto la sera prima alla madre, la bambina aveva visto i due compagni partire a bordo di un Fiat 500 blu con un fanale posteriore rotto e un cartello “vendesi”. In seguito si scoprì che quella sera si sarebbe dovuto unire a loro un terzo loro amico, Silvana Sassoma la nonna sospettosa non la fece uscire, salvandole la vita.

La bambina in seguito ha detto agli investigatori che avrebbero dovuto incontrare un uomo di nome Ginochiamato anche “Tarzan tutto lentiggini”, bionda e riccia, che gli avrebbe comprato un gelato. Seguendo questa pista, gli investigatori hanno trovato un venditore ambulante Corrado Enricoche ha ammesso di lavorare nel quartiere Incis, dove si sarebbe recato anche il giorno della scomparsa e ha confermato di avere una Fiat 500 blu con un faro rotto. Non solo.

Sembra che Corrado Enrico, detto “Uomo forte”, avrebbe risposto che era attratto dai bambini e che abusava di alcol e che avrebbe saputo della tragedia dai giornali e dalle foto pubblicate dei due cadaveri – ma il le immagini non sono mai state rilasciate. Nonostante anche la moglie avesse negato il suo alibi sul momento del rientro in patria e nonostante lo stesso uomo pochi mesi prima fosse stato accusato di aver stuprato una bambina, gli inquirenti hanno rilasciato. Poco dopo l’uomo ha fatto demolire la sua Fiat 500 che non è stata sequestrata. A questo punto le indagini continuano e i nomi di Ciro imperante, Giuseppe La Rocca E Luigi Schiava.

Strage di Ponticelli: chi sono Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo

Nel corso delle indagini è stato ascoltato anche il fratello maggiore di Antonella Mastrillo, Carmine Mastrillo. Interrogato più volte, il ragazzo avrebbe “confessato” a un esponente di spicco della camorra di Ponticelli allora pentito, Mario Incarnatoper sapere chi erano gli assassini: Ciro imperante, Luigi Schiava E Giuseppe La Rocca, tre giovani incensurati. I tre avrebbero incontrato Mastrillo alle 20.30 (un’ora e mezza dopo la sua scomparsa) e gli avrebbero raccontato l’accaduto.

Molte cose non tornano: nessuno degli imputati ha una 500 blu e nessuno li ha visti sul luogo dell’omicidio, eppure nel giro di pochissimo tempo i tre ragazzi sono stati arrestati e condannati acondanna a vita, diventando noti per la strage come i “mostri di Ponticelli”. È stato tre volte a Schiavo, La Rocca e Imperante negatorevisione del processoanche se i tre hanno sempre lottato per la loro innocenza.

A sostenere la loro innocenza anche il Commissione Antimafiache ha accertato che all’epoca vi fossero carenze investigativepossibile indicazioni sbagliate dal camorra. Anche l’ex giudice crede fermamente nella loro innocenza Ferdinando Imposimato che già nel 2012 con un dossier di 1400 pagine chiese la revisione dell’iter. Nel frattempo, più tardi 27 anni di carcerei tre uomini sono stati rilasciati 2010 Per buon comportamentoe ancora chiedere il riapertura del caso, arrendersi in anticipo a qualsiasi compenso per ingiusta detenzione. Ad oggi, l’unica cosa che interessa ai tre ormai sessantenni è poter “purifica il tuo nome da quell’orribile stigma”.

 
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