il mostro dal cuore grande TEST – Test – .

Per i suoi vent’anni la Rocket 3 si regala 15 CV e 4 Nm in più e un look ancora più cupo e diventa sempre più mostruosa con il suo esagerato motore tre cilindri da 2.500 cc. Potremmo non provarlo?

28 aprile 2024

EEra la fine del secolo scorso e un gruppo di ingegneri di Hinckley cercava di risolvere un complicato dilemma: è possibile realizzare un incrociatore “in stile americano”, ma partendo da un tre cilindri in linea e trasmissione a cardano? E quanto potrà essere grande questo motore da lasciare tutti a bocca aperta? Ben presto, come puoi immaginare, si lasciarono trasportare. Quel motore assumeva dimensioni sempre più mostruose e non poteva più essere montato trasversalmente come erano abituati a fare con la Thunderbird o la Trident, pena non poter più fare una curva senza rigare i basamenti. Quindi come si fa? Ad un certo punto qualcuno si alzò e disse: “Eureka! Ribaltiamo la situazione!”. Nacque così la Rocket 3, ancora oggi la motocicletta di serie più grande sul mercato.

Il Rocket 3 del 2004 e il Rocket 3 Storm R del 2024

OOra questa non è la versione ufficiale di come sono andate le cose, ma non è nemmeno troppo lontana dalla verità. Fatto sta che un progetto che forse appare bizzarro, sicuramente esagerato, è riuscito in vent’anni a diventare un punto di riferimento in un mercato di nicchia ma prestigioso. Molte cose sono cambiate dal primo Rocket 3 del 2004 nel 2019 c’è stata la vera rivoluzione con un modello completamente nuovo che puntava tutto su una guida piacevole e decisamente più sportiva rispetto al passato. Oggi, per l’importante ventesimo anniversario, arriva una nuova edizione denominata Storm che, ad un look ancora più scuro e curato nei minimi dettagli, aggiunge potenza (+15 CV) e coppia (+4Nm) e toglie un chilogrammo di peso alle ruote . Due le versioni proposte: R e GT si distinguono per un assetto che, infatti, può essere commutato dall’una all’altra. Quindi se un giorno ci pentissimo di aver preso la R potremmo tranquillamente trasformarla in GT e viceversa, o addirittura potremmo fare un mix delle due se fossimo particolarmente esigenti o capricciosi. Le differenze stanno tutte nella posizione di guida: la R è più sportiva con maggior carico in avanti e pedane centrali, la GT è più rilassata con pedane avanzate regolabili in distanza, sella dal design diverso e manubrio più vicino al busto del pilota per una postura più comoda. eretto. Aggiungiamo poi il parabrezza, le manopole riscaldate di serie e maggiore comfort anche per il passeggero che può contare su sella rialzata e schienalino.

Mostro sì, ma dal cuore grande

Cche tu voglia la Storm R o la Storm GT, la sostanza da guidare non cambia: hai a che fare con un motore mostruoso, di 2.458 cc i cui pistoni hanno un alesaggio esagerato di 110,2 millimetri e scorrendo emettono un tambureggiare di un ritmo tribale unico. La coppia massima di ben Già a 4.000 giri si raggiungono i 225 Nm ma la cosa ancora più magica è che non c’è mai bisogno di “salire” fino a 4.000 giri. Per intenderci, in sesta marcia a 3.000 giri siamo a 130 km/h. A quel punto se si apre si ha un’ulteriore spinta per lasciare sul posto l’eventuale avversario occasionale. Nonostante questi dati, la Rocket 3 ha un’erogazione vellutata e morbida che la rende molto più semplice e “umana” da utilizzare di quanto si possa pensare. Aver superato l’imbarazzo iniziale di avere a che fare con una moto 320 kg in ordine di marcia (317 per la R), si scopre che si tratta di una moto fatta per le curve, contrariamente al luogo comune secondo cui le cruiser sono adatte solo per le autostrade. Balla nei cambi di direzione molto più velocemente di quanto si possa immaginare da fermi grazie ad una ciclistica di altissimo livello e ad un ottimo bilanciamento. Ti affidi alla gomma infinita che hai con te un anteriore da 150 mm ed un posteriore da appena 240 mm del battistrada… Praticamente quello di un’auto sportiva. Le sospensioni, sportive e completamente regolabili manualmente, non offrono molta escursione quindi mal sopportano dossi e buche ma quando la strada è buona regalano un feeling impeccabile. Anche il comparto frenante è davvero notevole perché per fermare questo colosso bisogna poter contare su potenza e progressione e l’impianto Brembo con pinze anteriori Stylema ad attacco radiale fa proprio questo. Considerando la tipologia di bici e il passo lungo, usi molto anche il freno posteriore e lo fai con facilità. La Rocket 3, però, non è una moto da guidare con i freni in mano, ma solo stuzzicando il motore e sfruttando il freno motore accompagnato dallo sgancio da questo tamburo ancestrale. A proposito di sound, c’è da dire che con gli scarichi di serie risulta estremamente civile ed ovattato, lasciando il piacere solo al guidatore senza infastidire i passanti. Tanta esuberanza meccanica fa ovviamente assetare un po’, anche se non in maniera estrema: durante la nostra prova abbiamo stimato un consumo di sette litri di benzina ogni cento chilometri. Ecco perché, nonostante il serbatoio sia da diciotto litri, le fermate al distributore di benzina potrebbero essere piuttosto frequenti.

Il cambio e la trasmissione funzionano perfettamente, tanto che non si sente la necessità di un quickshifter sia per gli innesti sempre precisi sia perché con tanta coppia non si ha tutta questa necessità di cambiare spesso marcia. Avere l’albero cardanico, poi, è un’altra caratteristica unica da apprezzare: contribuisce anche alla notevole trazione e alla ridotta manutenzione. Gli intervalli di manutenzione sono ogni 16.000 km o una volta all’anno.

Soprattutto, però, quello che ti resta da un’esperienza di guida sulla Rocket 3 è il sensazione di controllo su un simile mostro. Da fermo avresti scommesso che avresti avuto difficoltà a gestirla e invece in sella appare tutto così morbido e perfetto che ti sembra di guidarla da sempre. Quando si ruota l’acceleratore, però, ci si rende conto di trovarsi sul dorso di un mostro apparentemente addomesticato.

Una moto d’élite

la Rocket 3 Storm R viene proposto 25.695 euro mentre per la Storm GT ne servono altri ottocento. Non è certo un prezzo per tutti, ma se analizziamo che è una moto unica anche dal punto di vista industriale, con componentistica specifica e senza economie di scala, con componentistica di alta gamma, verniciature ricercate e materiali di prima scelta e che è costruita in Inghilterra, appare più proporzionata e forse meno mostruosa di quanto sia in realtà questa vettura da corsa unica.

Rocket 3 Storm, pro e contro

Rocket 3 Tempesta GT

Rocket 3 Tempesta GT

ILIn questo test Nicola indossa:

  • Casco Simpson Venom
  • Giacca Detlev Louis JM11
  • Pantaloni chino Detlev Louis
  • Stivali Detlev Louis BM4
  • Guanti Detlev Louis GM6

Triumph Rocket 3 Storm R e Storm GT: il TEST dei mostri dal cuore grande

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