zero riflessi e nessuna stampa – .

Due modelli per soddisfare tutte le esigenze: il primo è Odyssey OLED G8, un 32″ con risoluzione 4K, l’altro è Odyssey OLED G6, un 27″ sempre 16:9 e flat ma con risoluzione 2560 x 1440.

Le differenze tra G6 e G8 non sono solo legate alla risoluzione, perché nonostante i due prodotti siano simili nel design ci sono importanti elementi di differenziazione come la presenza nel modello G8 della piattaforma “smart” con applicazioni Samsung Gaming Hub e Smart TV.

Ciò significa che chi utilizza questo monitor in camera, collegato ad un PC o ad una console, potrà guardare le app in streaming senza bisogno di accendere il computer, riducendo così i consumi. Non solo: dal monitor potrai accedere a soluzioni per giocare online nel cloud sfruttando connessioni come quella di NVIDIA (GeForce Now) o quella di Microsoft (Xbox Cloud Gaming).

Il G8 è il sogno di ogni videogiocatore: Samsung ha fatto un ottimo lavoro sul design, cercando di ottenere una linea che non sia per nulla eccessiva come quella di molti monitor da gaming, e unico elemento che ci ricordi che siamo davanti a un monitor pensato soprattutto per chi vuole divertirsi l’anello LED multicolore sul retrofirma tipica della gamma Odyssey.

Il 32″ è poi molto sottile ai bordi, ed è subito chiaro che il pannello utilizzato non può che essere OLED. Piatto, 16:9, il G8 raggiunge una frequenza di aggiornamento di 240 Hz mentre il modello da 27″ a risoluzione inferiore arriva fino a 360 Hz.

Sul modello da 32″, oltre alla piattaforma smart, Samsung ha incluso anche lo stesso processore NQ8 AI Gen3 utilizzato sulle smart TV 8K del 2024. essere in grado di eseguire l’upscaling dei contenuti Full HD tramite una rete neurale a “super risoluzione”.. Questa funzione ovviamente non si attiva per contenuti che arrivano da input esterni, esistono già sistemi di upscaling come il DLSS di NVIDIA che sono molto più adatti ai giochi, ma serve per scalare a 4K con ottime prestazioni Xbox Cloud Gaming o film da Netflix che, se non paghiamo il piano più avanzato, vengono trasmessi a 1080p su un monitor ancora 4K.

Le parti più interessanti di questo monitor, con cui abbiamo giocato per un paio d’ore, sono due.

La prima è la tecnologia OLED Safeguard+ per la quale dobbiamo prendere per oro colato ciò che Samsung ci dice (e promette), ovvero che grazie a questa tecnologia proprietaria di protezione dal burn-in stampare il pannello è praticamente impossibile.

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Siamo di fronte ad una combinazione di protezioni hardware e software, con la prima che prevede l’adozione di un heat pipe pulsato che lavora direttamente sul retro del pannello ed un sistema di raffreddamento formato da tanti piccoli tubi posti sempre sul retro che contengono un refrigerante. Evaporando e raffreddandosi questo liquido è in grado di distribuire il calore in modo molto più efficace rispetto al vecchio metodo dei fogli di grafite riducendo la temperatura nella parte centrale del monitor si riduce anche la possibilità che le immagini rimangano impresse.

Più un pannello si scalda, maggiori sono le possibilità che si stampi: il “burn-in” si verifica ovviamente se un’immagine rimane impressa a lungo sullo schermo, ma è solo una conseguenza dell’aumento di calore in una determinata zona, con pixel più luminosi che si riscaldano molto di più rispetto a quelli a bassa luminosità. Il monitor rileva anche immagini statiche, come loghi e barre delle applicazioni, riducendo automaticamente la luminosità per fornire un altro strumento di prevenzione del burn-in.

La seconda è la tecnologia Glare Free che Samsung porta sui monitor dopo averla utilizzata sui televisori. Il rivestimento antiriflesso ottimizzato per gli OLED elimina qualsiasi tipo di riflesso grazie ad un nuovo strato di rivestimento duro posto davanti all’OLED e dobbiamo dire che anche se abbiamo giocato in pieno giorno, in una giornata luminosa con il sole che entrava dalla grande finestra laterale, l’immagine sullo schermo non era molto diversa da quella che otteniamo quando giochiamo a luci spente.

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La luminosità ovviamente non è molto elevata, ma comunque più che adeguata i riflessi sono praticamente inesistenti e appaiono solo come un leggero accenno di bagliore diffuso che non disturba nemmeno nelle zone d’ombra. Per resa cromatica, contrasto, totale assenza di trascinamento dell’immagine e definizione il 32” 4K è un vero spettacolo se supportato da un buon segnale in ingresso.

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Uno spettacolo che ha comunque un costo non indifferente: il 4K da 32″ costa infatti quanto un televisore da 55″. 1.299 euro. Qualcuno potrebbe obiettare che è troppo visto che con lo stesso prezzo si può avere un televisore, però non tutti hanno bisogno di un televisore e molti potrebbero aver bisogno di qualcosa in grado di dare le stesse prestazioni di un televisore OLED in un formato molto più piccolo come un 32 ″.

Il 27” costa un po’ meno, 899 euro. Samsung ha però in programma un’interessante promozione: chi acquista il 32″ riceverà in regalo un Galaxy S23, chi acquista il modello più piccolo riceverà un Galaxy A55 5G, fino al 23 giugno.

 
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