Prova McLaren Artura Spider, scheda tecnica, opinioni e dimensioni 3.0 V6 turbo – .

Prova McLaren Artura Spider, scheda tecnica, opinioni e dimensioni 3.0 V6 turbo – .
Prova McLaren Artura Spider, scheda tecnica, opinioni e dimensioni 3.0 V6 turbo – .

Un motore tutto nuovo

Ha un nome curioso (che unisce le parole “Arte” e “Futuro”) e una meccanica completamente nuova Mclaren Artura che a tre anni dal lancio arriva anche in una variante Ragni con tetto rigido che si ritrae in soli 11 secondi (anche in movimento, fino a 50 km/h) e diverse innovazioni tecniche per entrambe le carrozzerie. Il primo supercar ibrida La serie McLaren (che negli anni precedenti aveva sperimentato l’elettrificazione su alcune edizioni limitate come le hypercar P1 e Speedtail) ha detto addio al V8 in favore di un V6 3.0 da 605 CV e 585 Nm di coppia, caratterizzato da un angolo tra le sponde molto ampio (120°) e da un’architettura definita in gergo “Caldo V” oppure con le turbine posizionate al centro della “V” per accorciare il più possibile i condotti di aspirazione e scarico e ridurre di conseguenza il turbo-lag.

Non che il ritardo nella risposta delle turbine la spaventi più di tanto McLaren Arturadato che tra motore termico e cambio (robotico doppia frizione 8 rapporti) è presente un’unità elettrica da 95 CV e 225 Nm di coppia che entra in azione fin dal primo momento in cui si preme l’acceleratore per una potenza combinata di 700 CV e 720 Nm di coppia. Abbastanza per far partire la McLaren Artura Spider da 0 a 100 km/h in 3 secondi netti e – cosa ancora più impressionante – facendola raggiungere, sempre da ferma, a 200 km/h in soli 8,4 secondi. La velocità massima – che gli ingegneri McLaren sottolineano essere autolimitata – è di 330 km/h.

Alla spina (se vuoi)

Ai numeri che descrivono le prestazioni del nuovo McLaren Artura Spider accanto ad altri ben più “strani” per una supercar: a partire, ad esempio, da 33 km, o l’autonomia in modalità 100% elettrica. Merito del pacco batterie da 7,4 kWh posizionato proprio dietro i sedili per non compromettere l’equilibrio dei pesi e che si ricarica da una normale presa domestica in circa due ore e mezza. La McLaren Artura è una di queste ibrido plug-inma per non scaricare la “batteria” e avere sempre tutta la cavalleria a disposizione, non bisogna necessariamente collegarla: ci pensa il V6 a benzina, soprattutto quando si guida con spirito – a mantenere carica la batteria.

Ibrido sì, ma leggero

Con un propulsore così sofisticato e una batteria (pesante) da portare in giro, naturalmente i chili sulla bilancia crescono, ma grazie a innumerevoli soluzioni tecniche e alla rigida monoscocca in carbonio, McLaren è riuscita a contenere il peso della vettura (1.457kg secco) anche con questa variante Spider che mette nel piatto 62 kg in più per la capote e il suo meccanismo di apertura e chiusura, ma che grazie al suo “telaio” in materiale composito non necessita di rinforzi del telaio per garantire gli stessi livelli di rigidità della coupé.

Pochi semplici controlli

Bene, questa, in poche parole, è la teoria, ma come si traducono tutti questi numeri nell’esperienza di guida? Ciò che ti sorprende appena messo in moto non è tanto la prestazione assoluta – che ti incolla naturalmente al sedile – ma come questo complesso motore lavora in completa armonia, mettendo in risalto le altre qualità dinamiche della McLaren Artura Spider. Non ci sono tante modalità di guida inutili, ma due selettori ai lati del cruscotto da cui si seleziona la taratura delle sospensioni e il comportamento dei motori in quattro livelli: EV, cioè la guida esclusivamente elettrica, Comfort (riscaldamento e motore elettrico lavorano insieme o si alternano per massimizzare l’efficienza), Sport e Race, cioè le due modalità dedicate alla guida sportiva dove viene assicurata la massima prestazione.

Che cambiamento!

spingere E potente già ai bassi regimi grazie alla coppia istantanea del motore elettrico e non appena il V6 entra in azione si raggiunge la linea rossa fissata a 8.500 giri in un batter d’occhio. I cambi di marcia sono molto rapidi (migliorati del 25% rispetto alle Artura Coupé già in circolazione) e quando si utilizzano i paddle dietro al volante in fibra di carbonio si sente un “click” molto soddisfacente. I tecnici della McLaren hanno lavorato molto sulla suono del motoreanch’essi migliorati rispetto ai primi McLaren Artura è arrivata su strada, grazie ad una revisione completa dei condotti di scarico che ne ha migliorato il sound, soprattutto agli alti regimi. Il risultato è piacevole all’orecchio, ancora meglio se con la capote abbassata o con il vetro del piccolo lunotto abbassato, anche se non è al livello del sound dei V8 da 3,8 litri delle precedenti McLaren 540C e 570S.

Una scelta “old school” che ripaga

Degno di notaagilità tra le curve, grazie alla rigida monoscocca in carbonio, ma anche ad uno sterzo “chirurgico” e molto comunicativo. La McLaren, infatti, è rimasta uno dei pochissimi produttori a restare fedele al servosterzo idraulico: la stragrande maggioranza delle auto (anche sportive) utilizza comandi elettrici, più semplici e compatti, ma anche più “filtrati”. Dal volante di McLaren Artura SpiderD’altro canto si riesce a percepire con precisione il livello di aderenza disponibile e cosa succede sotto le ruote, pur non dovendo fare i conti con uno sterzo nervoso. Il risultato è che ci si sente più legati all’auto e si percepiscono meglio i suoi limiti.

Frena forte ma…

Difetti? Difficile da trovare durante la guida, anche grazie ad ammortizzatori ben calibrati che copiano bene le irregolarità dell’asfalto, garantendo sempre molto contatto con la strada e – in tutta comodità – anche un discreto comfort. Frenata potente: i dischi carboceramici da 390 mm all’anteriore (con pinze a 6 pistoncini) e da 380 mm al posteriore (con pinze a 4 pistoncini) fermano la McLaren Artura Spider da 100 km/h in soli 31 metri e da 200 km/h in soli 124 metri. La sensazione del pedale del freno, però, è particolare e ricorda per certi versi quella di alcune auto da corsa. Devi premere forte il pedale lasciare che i dischi “mordano”. ai pad, mentre nella prima parte della pedalata succede ben poco; avremmo preferito un controllo più progressivo. Il serbatoio, poi, (da 65 litri) avrebbe potuto essere un po’ più capiente: quando si inizia a guidare a ritmo sostenuto in curva, l’indicatore della benzina si abbassa molto velocemente.

I fine settimana lontani non sono un problema

454 cm di lunghezza, 198 cm di larghezza e appena 119 cm di altezza, il McLaren Artura Spider È una supercar relativamente compatta, ma offre una buona dose di praticità per un’auto così estrema; a cominciare dal vano di carico anteriore (profondo) da 160 litri, sufficiente per ospitare senza pensieri una coppia di trolley da cabina. Dalle spettacolari porte a apertura a farfalla si entra in un abitacolo essenziale nel design ma ben rifinito con un’ampia tappezzeria in Alcantara e numerosi vani portaoggetti (anche se nella plancia non c’è un cassetto): intelligenti quelli per riporre il telefono che lo trattengono e non lo fanno “volare via”. ” quando alzi il ritmo. Il volante non ha nessun pulsante sulle razze: tutto si controlla dai satelliti posti sulla colonna e dal display centrale dell’infotainment. Quest’ultimo ha una diagonale da 8″, menù intuitivi, Apple CarPlay e Android Auto, ma non è dei più definiti e le grandi cornici nere attorno allo schermo lo fanno apparire un po’ datato.

Sinuoso e aerodinamico

Il disegno del McLaren Artura Spider reinterpreta diversi elementi chiave delle supercar della casa inglese come il frontale, caratterizzato da un unico elemento stilistico che ospita i fari e le prese d’aria, i terminali di scarico nella parte alta del posteriore e in generale linee sinuose dettate dall’efficienza aerodinamica. In questa variante forme a ragno cambiano poco rispetto alla coupé, ma vengono introdotti nuovi montanti con superficie trasparente che migliorano la visibilità a tre quarti. IL tetto duropuò poi essere in vetro ed elettrocromico (9.330 euro): basta premere un pulsante per farlo scurire e filtrare fino al 96% dei raggi solari.

E vuoi sentirti a tuo agio…

La gamma di sicurezza e accessori è ampia – standard o a pagamento – che comprende tutti i principali aiuti elettronici alla guida come il monitoraggio degli angoli ciechi, il cruise control adattivo e la frenata di emergenza (anche in retromarcia). Il tutto viene offerto in un pacchetto da 5.640 euro mentre per avere i fari full LED con abbaglianti automatici, la telecamera a 360 gradi, il già citato caricatore wireless per lo smartphone e l’impianto audio a 12 altoparlanti bisogna spendere 8.100 euro. Altri optional quasi “imprescindibili” per un’auto come questa sono l’impianto sollevamento dell’asse anteriore (2.840 euro) e l’impianto di scarico sportivo (4.520 euro).

 
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