a marzo sale meno del previsto – .

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Inflazione sale leggermente. Questo è ciò che sostiene l’Istat precisando che nel mese di Marzo è stimato che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera comunità (Nic), al lordo di tabaccoregistrare una variazione ciclica pari a zero e un aumento dell’1,2% su base annua, dal +0,8% del mese precedente. La stima preliminare era pari a +1,3%. Nel mese di marzo il “carrello della spesa”: secondo l’Istat, i prezzi del beni alimentariper il cura della casa E dal persona rallentano infatti su base tendenziale, passando dal +3,4 per cento di febbraio al +2,6 per cento. In calo, inoltre, anche i listini prezzi dei prodotti ad acquisto frequente (dal +2,8% di febbraio al +2,5%). Andamento simile anche per i beni alimentari: l’Istat ha infatti rilevato un rallentamento rispetto a un anno prima per i prezzi dei beni alimentari prodotti alimentari non trasformati (da +4,4% a +2,6%), tabacco (da +2,6% a +1,9%) e prodotti alimentari trasformati (da +3,4% a +2,8%).

Rimini E Napoli sono queste le città italiane dove si è sentito maggiormente l’aumento dell’inflazione nel mese di marzo, con l’incremento più significativo del costo della vita. Secondo i calcoli diUnione Nazionale Consumatori sui dati di tutte le città monitorate dall’Istat, a Rimini l’aumento dei prezzi del mese scorso si traduce nella maggiore spesa aggiuntiva su base annua, pari a 679 euro per un famiglia media. Al secondo posto nella top 10 delle città più care c’è Napoli, dove l’aumento dei prezzi determina un aumento della spesa annua pari a 551 euro per famiglia. Medaglia di bronzo quindi per Parma con una spesa aggiuntiva di 516 euro annui per una famiglia. Appena fuori dal podio Bologna (501 euro in più), quindi Toast (+493 euro), al sesto posto Venezia (+474 euro), quindi Benevento (+470 euro), ottavo Pordenone (+464 euro), quindi Padova (+463 euro). Si chiude la classifica Trieste, con 440 euro in più a famiglia. Nella classifica cittadina “il più virtuoso d’Italia”secondo l’UNC vincono le 3 città in palio deflazione. Al primo posto c’è Imperia dove la deflazione più alta d’Italia, pari al -0,3 per cento, si traduce in un risparmio equivalente, in media, a 67 euro su base annua. Medaglia d’argento per Pescara, dove il calo dei prezzi dello 0,1 per cento determina un calo della spesa annua pari a 22 euro per una famiglia-tipo. Sul gradino più basso del podio città più economiche, Campobasso che con il -0,1 per cento comporta un taglio dei costi di 21 euro l’anno per una famiglia media. In testa alla classifica Regioni più “costose”.IL veneto che registra un onere medio di 399 euro per famiglia su base annua; segue il Campanodove l’impennata del costo della vita è pari a 391 euro, terzo in su Friuli Venezia Giulia (+379 euro). Le migliori regioni Molise E Valle d’Aosta con inflazione pari a zero.

Aggiornato il 16 aprile 2024 alle 16:11

Tag: Inflazione percentuale Marzo aumenta previsto

 
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