La morte di Mattia Giani, intervista al cardiologo dottor Baccani – .

La morte di Mattia Giani, intervista al cardiologo dottor Baccani – .
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La tragica scomparsa di Mattia Giani, giovane calciatore d’Eccellenza e attaccante del Castelfiorentino United, è un monito a cui non possiamo non prestare attenzione. Urla e ci lacera il petto dal dolore. Genera anche paura, perché non puoi controllare o prevenire determinati eventi ma puoi avere gli strumenti per affrontarli. Almeno provaci. Il settimanale Dai Colli Fiorentini racconta il calcio di periferia, vive i campi, li calpesta e colpisce come Mattia Giani avrebbe potuto essere ognuno di noi: calciatori dilettantistici o del settore giovanile, dilettanti anche giocatori del giovedì sera impegnati nel calcio Csen o tra amici. Riguarda clamorosamente tutti noi, in uno “scherzo” del destino che si è portato via l’attaccante pisano lo stesso giorno in cui si è tolto la vita Piermario Morosini: 14 aprile. Ieri era il 2012, oggi è il 2024.

Mattia Giani attualmente indossava la maglia del Castelfiorentino, classe 1998, aveva un passato nelle giovanili di Empoli e Pisa, aveva giocato anche con Grosseto, Real Forte Querceta e Savona. Veniva monitorato annualmente per il rinnovo dell’idoneità sportiva, obbligatoria a questi livelli, eppure il controllo ordinario non è stato efficace, semplicemente perché uno screening – anche se effettuato con attenzione – non ha la capacità al 100% di individuare ogni criticità. Inoltre, la laboriosa ricostruzione del fatto domenicale accaduto sul campo della Lanciotto sicuramente racconta dell’assenza di un’ambulanza, arrivata solo dopo la chiamata: per ricostruire l’iter del salvataggio, la Procura di Firenze ha aperto un’inchiesta.

Innanzitutto ci teniamo a sottolineare che nel regolamento della Lega Nazionale Dilettanti si legge quanto segue:

“Ai club ospitanti dei campionati regionali di L’eccellenza è un must ad avere a disposizione della squadra ospitante e della squadra ospitata un medico da loro designato presente ad ogni partita, munito di documento attestante l’identità personale e l’attività professionale svolta. In alternativa, le società ospitanti i Campionati Regionali di Eccellenza sono tenute a disporre di un’ambulanza a bordo campo. Alle società che partecipano alle altre attività organizzate dalla Lega Nazionale Dilettanti si raccomanda di attenersi alla predetta disposizione”…

Pertanto in Eccellenza è obbligatoria la presenza di un medico e/o di un’ambulanza, la cui presenza è consigliata dalla Promozione in poi. Ci viene spiegato il semplice motivo Il Dott. Bernardo Baccani, Cardiologo dell’OSMA di Ponte a Niccheri ed ex calciatore dilettante:

“In caso di perdita di coscienza per arresto cardiaco, il tempo è la variabile determinante, ogni minuto che passa riduce drasticamente le possibilità di sopravvivenza della vittima. Pertanto è fondamentale intervenire subito, possibilmente all’interno i 3-4 minuti successivi al malore, cioè il tempo massimo in cui generalmente il cervello può rimanere senza ossigeno. Per questo non è accettabile che in ogni campo sportivo non ci sia né un defibrillatore funzionante – e chiaramente chi lo sappia usare – né un’ambulanza al servizio dei presenti”.

Spesso non ci sono abbastanza ambulanze per ogni gara, considerato l’altissimo numero di impegni sportivi. Esiste una soluzione alternativa?
“Sì ed è facilmente praticabile. Mi auguro di cuore che questa terribile tragedia possa servire da stimolo per migliorare la formazione e la capacità di reagire a situazioni simili: sPraticare il primo soccorso, BLS o BLSD o pratiche di rianimazione di base, con o senza defibrillatore, può salvare una vita. In assenza del medico o dell’ambulanza, anche un operatore non sanitario che abbia frequentato il corso di formazione e sappia come comportarsi può essere determinante per riattivare il battito cardiaco: sentire il polso e se non batte attivare le azioni previste oppure premi sul petto con le due mani giunte, proprio come vedi nei film. È davvero semplice effettuare la rianimazione di base ed è importante che i civili ne comprendano l’importanza attraverso la sensibilizzazione e sappiano come effettuarlapotendo così sopperire ad eventuali assenze di ambulanze e professionisti”.

Fatta questa considerazione cosa consigliate?
“Invitare le società sportive, a inizio stagione, a individuare un certo numero di figure chiave e formarle con un corso BLS-D e/o di primo soccorso: ad esempio direttore sportivo, allenatore, capitano e altri giocatori. Intervenire subito e saperlo fare correttamente può salvare la vita di un compagno”.

Cosa pensi della tragedia che ha colpito Mattia Giani?
“Ho letto molta disinformazione sui vari giornali: un ragazzo non muore di infarto, semmai l’infarto è tra le cause di arresto cardiaco, ma non l’unica. Nei giovani l’infarto del miocardio (per occlusione di una coronaria) è un evento molto raro: l’autopsia chiarirà la causa ma potrei già dire che Mattia non ha avuto un infarto. Le cause più frequenti di arresto cardiaco sono i difetti cardiaci congeniti come, ad esempio, la sindrome di Brugada: così è morto Astori, per esempio. Alcuni casi non possono essere scoperti da uno screening effettuato per autorizzare gli atleti a partecipare all’attività sportiva: il modulo di controllo annuale non può prevenire tutti i casimentre sensibilizzare la popolazione e fornire gli strumenti adeguati per poter reagire in pochi istanti a un malore improvviso è molto più decisivo”.

 
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