Dollaro forte, la Bce anticiperà il taglio dei tassi della Fed « LMF Lamiafinanza – .

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La settimana scorsa si è registrato un aggiustamento per il dollaro americano, ma quella precedente si era archiviata con un +1,7% contro un paniere di altre sei valute, il Dollar Index, segnando i migliori sette giorni da settembre 2022. Ciò che ha spinto gli acquisti da parte degli operatori è stato soprattutto il cambiamento di outlook relativo alla velocità dell’allentamento monetario della Federal Reserve, sulla base anche del rapporto sull’inflazione negli Stati Uniti, che indicava un’accelerazione dei prezzi superiore alle attese al 3,5%.

Nello specifico, le valute che hanno sofferto di più nel cambio rispetto al biglietto verde sono state la sterlina britannica e l’euro, quest’ultimo affondato anche dai commenti “colombe” del governatore della Bce, Christine Lagarde. La moneta unica ha toccato il minimo dallo scorso novembre a 1,0602, seguita dal minimo della sterlina a 1,240. Tuttavia, la forza del dollaro si è ripercossa anche in Asia, dove lo yen ha continuato a deprezzarsi, raggiungendo il minimo da 34 anni, a 154,73 per dollaro. Ultimo ma non meno importante, le recenti tensioni in Medio Oriente spingono i più prudenti a preferire il biglietto verde, considerato una valuta rifugio nei periodi di incertezza.

L’impatto di un dollaro forte è positivo per gli investitori esposti al mercato americano, anche se l’acquisto di strumenti finanziari è più costoso. Tuttavia, in queste circostanze, le aziende americane incontrano alcune difficoltà nel vendere i loro prodotti all’estero, perché questi sono più costosi sui mercati internazionali. Se molti perdono, altri guadagnano, come le società minerarie quotate al FTSE 100 di Londra, che ricevono la maggior parte dei loro ricavi in ​​dollari, e che hanno spinto l’indice vicino ai massimi storici, poco sopra gli 8.000 punti.

Il recente rafforzamento del dollaro riflette quindi l’attuale sentiment del mercato nei confronti della Fed: le aspettative degli operatori, che scontavano tagli dei tassi di 6/7 alla fine del 2023, si sono notevolmente ridotte e scontano ora, per il 2024, di un minimo un taglio fino a due. Tutto ciò lascia quindi un’incognita sulle prossime mosse delle banche centrali, con la BCE che a questo punto potrebbe anticipare la Fed nel tanto atteso pivot monetario.

 
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