Nel 2023, il settore vitivinicolo globale ha dovuto affrontare numerose difficoltà, come evidenziato dall’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV). Là…
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Nel 2023, il settore vinicolo globale ha dovuto affrontare numerose sfide, come evidenziato daOrganizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV). La produzione di vino ha subito un calo significativo, raggiungendo livelli storicamente bassi, e i prezzi sono aumentati a causa delle persistenti pressioni inflazionistiche iniziate nel 2022. Secondo il rapporto statistico dell’OIV, presieduto dall’italiano Luigi Moio, la superficie coltivata a vigneti a a livello mondiale ha continuato a diminuire, registrando una riduzione dello 0,5% rispetto all’anno precedente, per un totale di 7,2 milioni di ettari. Questo trend di contrazione, che si osserva per il terzo anno consecutivo e riguarda sia l’uva da vino che quella da tavola, è stato causato dalla rimozione dei vigneti nelle principali aree viticole di entrambi gli emisferi.
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Condizioni climatiche estreme e le diffuse malattie fungine hanno ulteriormente danneggiato i vigneti globali, portando la produzione di vino al minimo storico di 237 milioni di ettolitri, che segna un calo del 10% rispetto al 2022 e rappresenta la produzione più bassa dal 1961. Il consumo globale di vino è stato stimato a 221 milioni di ettolitri nel 2023, evidenziando una riduzione del 2,6% rispetto all’anno precedente.
Nonostante l’aumento dei costi di produzione e distribuzione, spinti dall’inflazione, i prezzi del vino sono aumentati, esercitando ulteriore pressione sui consumatori, già alle prese con una riduzione del loro potere d’acquisto. Tuttavia, alcuni mercati chiave hanno dimostrato una certa resilienza, come evidenziato dall’OIV. Il commercio internazionale del vino hanno subito gli effetti dell’aumento dei prezzi, anche se il volume totale delle esportazioni è sceso a 99 milioni di ettolitri. Questa diminuzione è stata però controbilanciata da un aumento del valore delle esportazioni, che ha raggiunto i 36 miliardi di euro.
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Il Messaggero