«Non è solo un danno d’immagine» – .

«Non è solo un danno d’immagine» – .
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Imperia. «Nel giorno di celebrazione della liberazione dal regime fascista e dall’occupazione delle truppe di occupazione naziste, il 25 aprile, molti interventi dei relatori hanno evidenziato la ritrovata libertà che la lotta partigiana antifascista ha restituito a tutti noi . Un’eredità preziosa che si ritrova nei principi di uguaglianza e libertà sanciti dalla nostra Costituzione antifascista, tanto bella quanto ancora da attuare, che ha un passaggio fondamentale nell’articolo 3 che recita “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”. Nel dibattito dei giorni scorsi sulle notizie emerse riguardo alla possibile ubicazione di un centro per il rimpatrio dei migranti nell’ex caserma Camandone di Diano Castello, si è molto discusso del danno all’immagine turistica del Golfo Dianese che questa scelta comporterebbe, ma ben poco si è discusso sull’impatto negativo che queste strutture hanno sulla reale condizione dei diritti costituzionalmente garantiti”.

Lo dichiarano in una nota Alleanza Verde E Sinistra Imperia – Sinistra Italiana.

«Il governo Meloni – aggiungono – ha previsto un piano per moltiplicare queste strutture (attualmente sono dieci ma non tutte funzionanti) prevedendo la creazione di un CPR per ciascuna regione, proposta che ha visto l’opposizione di molti presidenti di regioni, comprese quelle centrali. Giusto e invece la piena disponibilità del presidente Toti per la Liguria. Ora che la collocazione del CPR ligure sembra aver trovato una possibile soluzione, la stessa classe politica di centrodestra che ha promosso la moltiplicazione di queste strutture a livello nazionale fa a gara a mobilitarsi contro il CPR nell’area dianese nel momento in cui è previsto che lo svolga nel proprio territorio”.

«Quella degli esponenti locali del centrodestra è una doppia contraddizione e strumentalizzazione perché motiva l’opposizione all’attuazione del CPR solo alimentando timori legati ad aspetti dell’immagine del territorio o al pericolo della moltiplicazione delle presenze dei migranti sul territorio, timori assolutamente strumentali se si considera cosa siano realmente queste strutture – continuano -. I CPR non sono infatti strutture di assistenza per migranti presenti sul territorio italiano, ma vere e proprie strutture di detenzione in cui vivono persone che non sono responsabili di alcun reato ma solo destinatari di un provvedimento di espulsione perché responsabili di essere entrate nel nostro Paese senza permesso di soggiorno o perché la domanda di asilo non è stata accolta per motivi umanitari. Considerato che per i cittadini di molti Paesi è praticamente impossibile ottenere un regolare permesso di soggiorno per l’ingresso in Italia a causa dell’assenza di un sistema organizzato di regolazione dei flussi migratori o di canali umanitari provenienti da Paesi in guerra, con fenomeni di oppressione politica o con la crisi e la difficoltà ad ottenere lo status di rifugiato, la condizione “irregolare” che oggi viene di fatto criminalizzata era la condizione comune di molti immigrati”.

«Parliamo di persone che in passato sono state destinatarie anche di provvedimenti di espulsione amministrativa ma hanno poi potuto regolarizzare nel tempo la propria posizione, lavorare, hanno messo su famiglia nel nostro Paese e in molti casi sono diventati anche cittadini italiani – si legge nella nota -.L’idea che nel nostro Paese, e anche fuori dal nostro Paese come previsto nel progetto dei centri in Albania, verranno create strutture simili alle carceri, ma senza le garanzie che le carceri sono tenute a garantire, dove rinchiudiamo, finché a 18 mesi persone “colpevoli” solo di non avere le carte in regola per “autorizzare” la propria speranza di costruirsi un futuro, si interroghino sul danno “di immagine” che ciò comporta per l’evidente violazione dei principi sanciti dalla nostra Costituzione. Il sistema CPR è stato oggetto di censura per violazione dei diritti umani fondamentali da parte della Corte di Giustizia Europea, numerose inchieste giornalistiche hanno testimoniato gravi carenze di tali strutture con diffuso uso ed abuso dell’uso farmacologico a scopo coercitivo e numerosi fenomeni di autolesionisti e suicidi (ricordiamo quello del giovane Moussa Balde che si tolse la vita nel CPR di Torino dove era rinchiuso dopo essere stato vittima di un brutale pestaggio a Ventimiglia)”.

«I CPR sono il peggiore strumento di un sistema punitivo per il quale si investe molto denaro pubblico, per il quale la destra però non denuncia lo scandalo come per quelli destinati alle strutture di accoglienza e integrazione dei migranti, sistema che è inefficaci anche considerando i dati reali delle espulsioni effettivamente effettuate rispetto ai provvedimenti di espulsione emessi – concludono -. Queste strutture sono il frutto di una cultura politica che ci allontana dai principi di libertà che la Resistenza ci ha dato e vanno respinte con la stessa determinazione con cui ogni attentato revisionista ai valori costituzionali dell’antifascismo che hanno ravvivato la nostra il paese viene rifiutato dal ventennio che ha dato vita anche alle leggi razziali. Per questi motivi porteremo una mozione in discussione in Consiglio Comunale di Imperia per motivare l’opposizione alla nascita del CPR non solo per la sua eventuale collocazione nel territorio dianese della provincia di Imperia ma affinché non venga attuato in Liguria come Presidente Toti lo vorrebbe invece”.

 
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