Cosa prevede il negoziato tra Israele e Hamas sugli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza? – .

Cosa prevede il negoziato tra Israele e Hamas sugli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza? – .
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Conflitto israelo-palestinese

29 aprile 2024

06:08

È attesa oggi la risposta di Hamas alla proposta discussa nei giorni scorsi da Israele, Egitto, Qatar e Stati Uniti: il rilascio degli ostaggi in cambio della cancellazione dell’attacco a Rafah.

La liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas dal 7 ottobre in cambio di un cessate il fuoco e, di conseguenza, della cancellazione delattacco a Rafah, la città nel sud della Striscia di Gaza dove hanno cercato rifugio almeno 1,7 milioni di palestinesi ormai stremati. Sarebbe questo il fulcro delle febbrili trattative in corso nei giorni scorsi e oggi è attesa una risposta da parte di Hamas: Khalil al-Hayya guiderà la delegazione del partito armato che amministra la Striscia e, secondo Al Jazeera, l’organizzazione che avrebbe ha dichiarato di essere disposta a “discutere positivamente la nuova proposta”.

Una fonte israeliana ha inoltre confermato al Times Of Israel che “l’unico modo per impedire all’esercito dello Stato ebraico di entrare a Rafah” è raggiungere un accordo sugli ostaggi“. La stessa fonte ha confermato che vi sono forti pressioni internazionali affinché l’operazione non abbia luogo. “Nessuno – ha ammesso – vuole che Israele entri a Rafah”. Anche per questo, spiega il Times Of Israel, nella sua controproposta Israele ha fatto “importanti concessioni”, tra cui il ritorno degli sfollati palestinesi nella Striscia settentrionale: è questa una delle principali richieste di Hamas.

Tensioni all’interno del governo israeliano

Ma anche all’interno dell’esecutivo israeliano le pressioni aumentano tanto che, dopo quasi sette mesi, la liberazione degli ostaggi diventa una priorità. Proprio per questo Benny Gantz, ministro del gabinetto di guerra ed ex capo di stato maggiore della difesa, ha dichiarato apertamente che il ritorno delle persone ancora nelle mani di Hamas “è più importante dell’operazione militare a Rafah”. Non solo. Il ministro ha anche aggiunto che “il governo non avrebbe il diritto di esistere se i suoi membri impedissero un accordo sugli ostaggi”.

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“Entrare a Rafah – ha scritto Gantz su X – è importante nella nostra lunga campagna contro Hamas, ma di maggiore importanza è la restituzione degli ostaggi catturati il ​​7 ottobre“.

Di tutt’altro parere è però il ministro delle Finanze israeliano, l’esponente di estrema destra Bezalel Smotrich, che ha invitato Netanyahu a non tirarsi indietro di fronte all’assalto a Rafah, affermando che accettare la proposta egiziana di cessate il fuoco costituirebbe un’umiliante sconfitta contro Hamas. “Senza sradicare l’entità governativa a Gaza”, ha detto Smotrich in un video indirizzato a Netanyahu”.un governo guidato da te non avrà il diritto di esistere”.

Negli ultimi giorni sono stati intensificati gli sforzi diplomatici per raggiungere una tregua e un accordo sul rilascio degli ostaggi a Gaza. Il sito di notizie americano Axios, citando due funzionari israeliani, riferisce che l’ultima proposta di Israele include la volontà di discutere del “ripristino di una calma sostenibile” a Gaza dopo il rilascio degli ostaggi. È la prima volta in quasi sette mesi di guerra che i leader israeliani si dicono disponibili a discutere la fine della guerra.

 
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