A Cuba i privati ​​tentano di speculare sulla penuria di alcuni generi alimentari. Come il petrolio – .

A Cuba i privati ​​tentano di speculare sulla penuria di alcuni generi alimentari. Come il petrolio – .
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Con una regolarità fin troppo sospetta, alcuni prodotti alimentari di base scompaiono dalla circolazione nei negozi cubani. La responsabilità di queste carenze era stata precedentemente attribuita al governo, che sarebbe stato incapace di fornire approvvigionamenti, dimenticando volontariamente che l’isola è sottoposta ad un blocco economico, commerciale e finanziario da parte degli Stati Uniti. Da quando sono state introdotte nel mercato cubano le micro, piccole e medie imprese private, sembrava che ciò non accadesse più.
In realtà i prodotti che sparivano nei negozi statali riapparivano miracolosamente per le strade venduti da ignobili personaggi arricchiti al mercato nero. Oggi, con l’introduzione delle imprese private, la situazione alimentare è migliorata, anche se nell’ultimo mese è mancata l’olio da cucina.
Tutti i tipi di olio da cucina sono stati ritirati dalla vendita nei negozi. Secondo i proprietari delle aziende private che lo hanno venduto fino alla fine di marzo c’è un problema di prezzo. Giustificazione che ho anche notato.

Ma cosa è successo? Il prezzo del petrolio ha semplicemente raggiunto un livello che lo Stato ha ritenuto troppo alto e insopportabile per la popolazione. Si è quindi deciso di porre un limite a questo prezzo nei negozi. I negozianti, evidentemente sempre alla ricerca del massimo profitto, hanno ritenuto necessario ritirarlo dalla circolazione perché, a loro giudizio, è troppo basso, mettendo in grave difficoltà la popolazione. È utile inoltre ricordare che qualsiasi quantità è disponibile sul mercato nero ad un prezzo che evidentemente è molto diverso da quello imposto dallo Stato come limite massimo.
Il Consiglio Comunale di Trinidad, nella provincia di Sancti Spiritus, nel centro dell’isola, facendo riferimento ai poteri loro conferiti, ha stipulato un accordo con i proprietari di imprese private, Accordo 106/2024, in cui il prezzo massimo è stabilito di 700 pesos cubani per ogni litro di olio e il prezzo di 300 pesos cubani per ogni libbra di carne di pollo.
“Il decreto-legge 46 delle micro, piccole e medie imprese stabilisce la creazione e il funzionamento economico e stabilisce la regolamentazione fiscale, finanziaria e dei prezzi delle micro, piccole e medie imprese, delibera 306/2023 del Ministero delle Finanze e Prezzi del 30 dicembre 2023 nella sua risoluzione riferisce che i prezzi e le tariffe dei prodotti e servizi commercializzati nelle MYPIMES (le micro, piccole e medie imprese, ndr) sono da loro determinati, in funzione della domanda e dell’offerta, salvo laddove è necessario regolamentare prezzi fissi o massimi sui servizi e prodotti che questi lavoratori presentano”, si legge nell’accordo.
“Dati i prezzi eccessivi del pollo e dei prodotti petroliferi che oggi vengono commercializzati sotto questa forma di gestione non statale per la vendita alla popolazione, è necessario applicare quanto prevede la suddetta risoluzione. I Consigli dell’Amministrazione Comunale sono autorizzati a regolamentare i prezzi e le tariffe fissi o massimi sui prodotti e servizi forniti da MYPIMES, che hanno il maggiore impatto sulla popolazione e quando le circostanze lo consigliano di ottenere prezzi più favorevoli per la popolazione, tenendo conto conto delle condizioni e delle caratteristiche di ciascun comune, salvo conciliazione con questa forma di gestione non statale”, si legge nell’accordo sottoscritto.
Allora i negozianti hanno firmato un accordo che evidentemente è carta straccia perché dopo la sua firma in tutti i negozi, da un giorno all’altro, l’olio da cucina è scomparso. Non intendono sottomettersi all’accordo perché evidentemente ritengono che il prezzo imposto sia troppo basso.
Al mercato nero è possibile trovare un litro di petrolio al prezzo di 1300 pesos, quasi il doppio di quello che dovrebbe essere il suo prezzo massimo. Questi ignobili personaggi che approfittano delle difficoltà economiche dell’isola purché lo stato gli lasciasse fare ciò che volevano garantissero la vendita dei loro prodotti, quando qualcuno disse loro che era ora di abbassare l’asticella si ritirarono dalla commercializzazione dell’olio .
Ma se prima si poteva imputare la mancanza di prodotti sugli scaffali all’incapacità dello Stato, ora mi chiedo cosa diranno da Miami, sempre attenta a denunciare ogni problema dell’isola visto che la causa non è imputabile allo Stato in questione il minimo, ma alle aziende private.
L’unica colpa che posso imputare allo Stato è quella di non aver requisito le scorte di petrolio presenti in molti depositi per venderlo a prezzi controllati alla popolazione. Un paio di giorni fa, passando per una strada, mi è capitato di vedere un camion pieno di bottiglie di olio che scaricavano ma nei negozi nemmeno una traccia.
Oggi è stata la volta del petrolio, domani toccherà a qualche altro prodotto se lo Stato non prenderà misure serie contro queste persone che speculano sulle difficoltà economiche dell’isola.

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

 
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