“Israele non vuole un cessate il fuoco” – .

“Israele non vuole un cessate il fuoco” – .
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Dopo 6 mesi di conflitto e oltre 34mila vittime, si lavora per trovare un accordo. Il punto sulla guerra in Medio Oriente

Pubblicato:29-04-2024 20:10

Ultimo aggiornamento:29-04-2024 22:51


ROMA – “Dai media israeliani emerge chiaramente che continuano a insistere su due questioni principali: non vogliono un cessate il fuoco completo e non sono seriamente intenzionati a ritirarsi da Gaza. In effetti, parlano ancora della loro presenza, il che significa che continueranno ad occupare Gaza”. È quanto ha detto Osama Hamdan, portavoce di Hamas, in un’intervista all’emittente Al Jazeera. Hamdan ha così ribadito quelle che, per il gruppo palestinese, restano le condizioni essenziali per la liberazione degli ostaggi israeliani: il cessate il fuoco e il ritiro completo delle forze di Tel Aviv dalla Striscia, che ha superato i 200 giorni di guerra. Il portavoce ha aggiunto: “Abbiamo domande serie per i mediatori. Se ci saranno risposte positive, penso che potremo andare avanti”. Nelle ultime ore il segretario di Stato americano Antonio Blinken ha affermato che la proposta israeliana era un’offerta “straordinariamente generosa”, prima di volare a Riyadh per incontrare l’erede al trono saudita Mohammed bin Salman.

IL NUOVO PROGETTO DI ACCORDO PER GAZA

Il Times of Israel riferisce che domani una delegazione israeliana si recherà al Cairo, precisando che Tel Aviv è “ancora in attesa di una risposta” da parte dei leader del gruppo. I negoziati per Gaza sono così ripresi, dopo una nuova bozza di accordo inviata dalle autorità israeliane a Hamas: da un lato il governo israeliano mira alla completa liberazione degli ostaggi catturati dai combattenti legati ad Hamas lo scorso 7 ottobre, anche a causa della forte pressione popolare; Hamas, invece, vuole ottenere il cessate il fuoco e il ritiro completo delle truppe israeliane, dopo oltre 6 mesi di operazioni militari che ha causato oltre 34mila vittime e lo sfollamento di quasi tutta la popolazione della Striscia. Nel frattempo, gli Stati Uniti avrebbero espresso preoccupazione circa la possibilità di portare i negoziati a una conclusione positiva, se nel frattempo la Corte penale internazionale dell’Aia emetterà il mandato d’arresto internazionale contro il primo ministro Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e il capo di stato maggiore Herzi Halevi per possibili crimini di guerra, crimini contro l’umanità e crimini di genocidio commessi a Gaza. Una “fonte informata” lo ha riferito a Bloomberg.

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