Il Cagliari crolla a Genova. Prestazione incolore dei rossoblù di Ranieri – .

Il Cagliari crolla a Genova. Prestazione incolore dei rossoblù di Ranieri – .
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Troppo Genoa per un Cagliari senza riferimenti. Al Ferraris finisce 3-0 il posticipo del 34esimo turno di Serie A. I rossoblù hanno festeggiato la salvezza con una prestazione sontuosa, fatta di voglia ma anche di qualità, ed è giusto che i primi due gol siano arrivati ​​da due uomini di sostanza come Thorsby e Frendrup, mentre nella ripresa Gudmundsson, alla sua 14esima rete dei stagione, il gol ha messo il sigillo su una notte di festa. Niente di compiuto per gli uomini di Ranieri, che quest’anno hanno raccolto pochissimo in trasferta – otto punti, hanno fatto peggio solo Salernitana (7) e Frosinone (6) – e che questa volta hanno pagato le tante assenze, ma anche un atteggiamento meno combattivo rispetto a solito.

Alla vigilia Gilardino aveva presagito qualche novità, ma per l’undici titolare si va con un materiale d’occasione garantito: confermati la difesa a tre Vogliacco-De Winter-Vasquez, Sabelli e Martin le ali con Thorsby, Badelj e Frendrup in mezzo al campo, con davanti la coppia d’oro Gudmundsson-Retegui; Restano in panchina Spence, Cittadini, Ankeye e, come previsto, il rientrante Vitinha. In campo cagliaritano, allo squalificato Luvumbo e agli indisponibili Viola e Dossena – oltre a Pavoletti e Mancosu, assenti da tempo – si aggiunge anche Jakub Jankto, che nella rimessa in campo della mattina si è procurato una distorsione alla caviglia destra. Yerry Mina, pilastro della difesa sarda, è tenuto in panchina a scopo precauzionale – il Lecce arriverà a Cagliari domenica alle 12.30 – per uno stiramento al polpaccio sinistro. Ranieri deve quindi ridisegnare la squadra ma non rinuncia a specchiarsi, con Wieteska centrale tra Hatzidiakos e Obert, un centrocampo a quattro e Gaetano davanti a supportare le due punte Shomurodov e Oristanio. In realtà i due si vedranno pochissimo, all’inizio tutto per il Grifone. Dopo una decina di minuti senza sussulti, al 13′ ci prova De Winter su corner di Martin, ma il suo colpo di testa è troppo stretto sul primo palo. Tre minuti più tardi Shomurodov colpisce alto di testa sul cross di Oristanio, ma al 17′ il Genoa passa: cross di Sabelli dalla destra, Thorsby sorvola la testa di Hatzidiakos e in contropiede stende Scuffet.

Il Cagliari dà l’impressione di aver perso le misure difensive, faticando a sottrarsi alla pressione del Genoa. Al 27′ il Genoa raddoppia: palla sulla sinistra, Vasquez serve basso per Frendrup che conclude al volo sul secondo palo: 2-0. Il Cagliari non trova risorse, Frendrup corre come un matto per recuperare palloni e chiudere in difesa. Gaetano è l’unico tra i sardi a provarci, il suo affondo al 31′ libera Oristanio che però non ne approfitta mentre al 33′ Retegui sfiora di poco il 3-0 deviando a lato lo splendido cross basso di Thorsby dalla destra . L’unico sussulto per i sardi arriva al 45′, quando un corner dello stesso Oristanio provoca l’esplosione di Deiola. La palla attraversa tutta la lunghezza della porta ed esce. Ranieri prova a cambiare la partita inserendo tre senatori: Lapadula per uno spento Oristanio, Nandez per Di Pardo e Zappa per Hatzidiakos. Augello si abbassa in difesa, per una difesa a quattro che però non risolve i problemi del Cagliari. Perché il vulnus è soprattutto in mezzo al campo, dove Frendrup, Badelj e Thorsby imperversano, rincorrono palloni, spingono, annichiliscono i vari Prati, Nandez e Augello, con il solo Deiola che alza timidamente la testa. Thorsby in particolare è indemoniato, all’8′ sfida Scuffet con un altro colpo di testa, mentre al 12′ è De Winter ad andare vicino al gol con un colpo di testa.

Lapadula prova a muoversi dietro la linea difensiva del Genoa che però è sempre attento. E se si pensa che alla festa del Genoa manca una perla del suo attaccante principale, eccola che arriva: Gudmundsson chiude il triangolo con Frendrup, entra in area e spiazza Scuffet. Con la partita segnata, con la salvezza conquistata con quattro giornate d’anticipo, Gilardino alla fine fa entrare chi ha voglia dalla panchina: Spence dà un assaggio della sua potenza e della sua tecnica, Haps spinge da destra, alle spalle di Cittadini prende minuti preziosi , Vitinha prende il posto di Gudmundsson – che ovazione per l’islandese, al 14esimo gol stagionale – e prova qualche folata, ma Wieteska non gli dà spazio. Ci prova anche Ranieri con Azzi e Kingstone, ma non trova soluzioni. La salvezza non passa per Ferraris, meglio pensare alla partita chiave di domenica contro il Lecce.

 
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