L’immagine dei binari sospesi nel vuoto è una delle tristi icone dell’alluvione del maggio 2023. Proprio all’altezza del ponte ferroviario a Sant’Agata, l’argine del Santerno cedette e acqua e fango, in pochi minuti, invasero tutto il paese. Ovunque: case, negozi, uffici, scuole, aree agricole, magazzini. Acqua e fango erano ovunque, raggiungendo un’altezza di quasi due metri nella parte bassa del paese. Quella notte, su 2900 abitanti, 2700 furono colpiti dall’alluvione. Due persone hanno perso la vita, e un centinaio i vigili del fuoco sono intervenuti con l’elicottero per salvare gli abitanti bloccati nelle loro case.
PARTE 1
Un anno dopo, Sant’Agata è ancora profondamente ferita, come un corpo che ha smesso di sanguinare, ma le cui cicatrici non sono ancora rimarginate e non sono rosse, ma color terra.
Il palazzo comunale è ancora vuoto, gli uffici sono stati spostati nella scuola. L’ufficio postale è un container nella piazza. La biblioteca è in un Bibliobus. L’asilo nido è ospitato nella scuola materna, la palestra non ha ancora riaperto. Purtroppo sono numerosi i servizi al cittadino che ancora mancano.
A pochi giorni dal primo anniversario dell’alluvione del 2023 abbiamo visitato insieme a Sant’Agata sul Santerno Massimo Tarozzi, presidente dell’Associazione Sant’Agata 17 maggio 2023 che ci hanno accompagnato per le vie del paese e nelle case dove i muri sono ancora “aperti” per asciugare l’umidità e la muffa che continua a salire. Molte case sono ancora disabitate. Chi ha potuto è andato a stare da un parente, altri se ne sono andati per sempre. E Tarozzi assicura: “Se succedesse ancora, sarebbe la fine di Sant’Agata perché se ne andrebbero tutti. Qui non rimarrà più nessuno”.
PARTE 2
La visita al paese post-alluvione di Sant’Agata prosegue nel punto in cui la notte del 17 maggio 2023 il fiume ha rotto gli argini e tutto ha avuto inizio: lì dove c’è il ponte della ferrovia ma dove non passa più il treno.
