Il grande pubblico lo sa l’orafo che riuscì a realizzare due copie perfette della corona ferrea del duomo di Monzauno dei quali è conservato da Fondazione Gaiani e dal museo della basilica di San Giovanni. Ma anche il mondo dell’arte lo conosce, e profondamente, per una vita dedicata a lui pittura e a prestazioneal scultura e a installazione.
Quel mondo si traduce oggi nella mostra personale di Bruno Freddi “Uomini d’oro – viaggi emozionali” che la galleria Villa contemporanea a Monza in via Bergamo 20 ospiti da sabato 4 maggio (apertura ore 18) al 6 luglio. Originario di Mantova e della Brianza per scelta, Freddi ha l’atelier Osnago – a pochi passi da un altro artista che in pochi non conoscono, Alberto Casiraghy e le edizioni PulcinoElefante.
Monza: gli uomini d’oro di Bruno Freddi
La mostra ruota attorno all’opera che dà il nome alla mostra personale, one grande tela di quasi due metri per un metro e trenta quello per Massimo Gianquittonel testo critico che accompagna il progetto, condensa la poetica dell’artista: “In quest’opera, infatti, convivono i diversi temi della sua ricerca: la figura umana – segno essenziale dell’opera del maestro -, il muro e la materia, l’universalità di sentimenti come l’amore, l’amicizia, la fratellanza, ma anche il ripudio della odio e indifferenza, a cui si sostituisce la coraggiosa denuncia di ogni tipo di sopruso e di torto. Gli uomini (e non solo le donne, che rappresenta più spesso), sono le figure dipinte con il suo tratto caratteristico, incomplete, abbozzate, quasi frettolose, poco descrittive, forse perché l’essere umano non possiede la perfezione, che è unicamente divina, ma su al contrario sono pieni di grande ed intensa espressività”.
Ginquitto ci legge un’umanità sofferente, lacerata, disperata in cerca di pace; uomini e donne, testimoni e protagonisti delle ingiustizie e degli squilibri del mondo che li ha condannati alla loro irrilevanza sociale ma, cosa ancora più straziante, alla perdita di sé, delle relazioni familiari, del senso di comunità e di ogni speranza umana di redenzione”. Ma nella tavolozza di Freddi, in quell’oro che si riferisce alle coperte usate da chi scampava ai naufragi sulle barchesi ritrovano anche la forza di volontà dell’uomo e l’attaccamento alla vita.
Monza: la scultura in oro di Bruno Freddie con Anna Turina
«È la prima volta che la galleria espone a artista di una carriera così lunga e intensa – lui scrive Monica Villaalla guida della Galleria – una scelta motivata dall’amicizia e dalla stima che personalmente nutro per lui, dal fascino per le sue opere, nonché dall’influenza che ha avuto su di me la sua arte orafa quando, al termine del mio carriera liceale, ho intrapreso, per un breve periodo, studi di oreficeria. La passione per la sperimentazione, che ci accomuna, ha fatto nascere in me il desiderio
lanciare una sfida a Bruno: realizzare un’opera insieme ad un artista della galleria».
L’idea quindi: proporre all’artista un’opera insieme ad un artista della galleria, Anna Torinocon cui ha creato a scultura presenti nella mostra che, per la maggior parte, si avvale di dipinti dagli anni Settanta ad oggi.
L’eccezione è nella seconda stanza: lì, grazie al sì del Fondazione Gaiani e Museo e Tesoro della Cattedraletrova spazio per uno dei copie della corona ferrea, un’occasione eccezionale per vedere da vicino il capolavoro realizzato in originale tra il V e il VII secolo d.C. La Fondazione concederà ai visitatori della mostra in Galleria un ingresso ridotto (12 euro anziché 14) sul biglietto cumulativo d’ingresso al Museo del Duomo di Monza, previa esibizione di un biglietto, emesso dalla Galleria stessa. Sarà così possibile completare “idealmente” il percorso iniziato a Villa Contemporanea, visionando sia la corona ferrea originale che l’altra copia conservata nel museo.
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