60 milioni per la svolta in Fvg – .

60 milioni per la svolta in Fvg – .
60 milioni per la svolta in Fvg – .

Diciotto linee di intervento per stanziare 60 milioni di euro e favorire il lavoro stabile, l’istruzione e il welfare. Passo dopo passo la consigliera regionale, Alessia Rosolen, struttura gli aiuti per rispondere ai bisogni di imprese e famiglie. Una volta ottenuto il via libera dalle parti sociali, la nuova programmazione finanziata con fondi regionali, europei e Pnrr diventa la chiave per attrarre nuovi cittadini.

Il piano era articolato in quattro direttrici: la prima prevede un investimento di 14,5 milioni a sostegno dell’occupazione, seguita da quella dell’istruzione con una spesa stimata in 13,6 milioni di euro, esclusi i 17 milioni destinati all’inclusione sociale, a cui si aggiungeranno le Mettiti a disposizione 15,3 milioni per incentivare le politiche giovanili.

Si va dall’apprendistato al diritto allo studio universitario. In questo quadro si inseriscono gli interventi, finanziati con un ulteriore milione di euro per insegnare ai detenuti, sempre in collaborazione con le aziende, un mestiere e permettere loro così di iniziare una nuova vita dopo aver scontato la pena.

«Dobbiamo rafforzare le assunzioni dei disoccupati e dei giovani a tempo indeterminato o con contratto annuale» sostiene l’assessore citando i 14,5 milioni di euro, di cui 8 destinati alla stabilizzazione dei lavoratori. Altri cinque, invece, sono destinati all’accesso ai servizi per la prima infanzia, cioè alla riduzione delle rette mensili pagate dalle famiglie. In generale, le risorse messe a disposizione per questi bandi sono già esaurite entro la metà dell’anno. In questo modo la Regione vuole evitare che flessibilità diventi sinonimo di precarietà.

E se la durata media dei contratti a tempo determinato accettati da giovani e donne è di 4 mesi – in alcuni casi viene dimezzata – Rosolen lavora per invertire la tendenza e far sì che attraverso incentivi le aziende accettino di trasformare i contratti a tempo determinato a tempo indeterminato.

L’altro punto da non trascurare è quello del welfare nonostante la Regione continui a distribuire fino a 35mila euro l’anno alle famiglie con reddito ISEE, 5 milioni di euro solo per favorire l’accesso ai servizi per la prima infanzia. L’obiettivo è ridurre le commissioni indipendentemente dalla disponibilità dei fondi, fino a renderle quasi gratuite.

La Regione intercetta la richiesta di personale da parte delle aziende, li forma e li indirizza nel mondo del lavoro. Crea la filiera rafforzando gli ITS con corsi post diploma e l’IFTS a cui stanzia 7,3 milioni di euro. «Oltre 17 milioni sono destinati ad azioni di inclusione sociale, dove 7,3 milioni serviranno per favorire l’accesso delle famiglie meno abbienti ai servizi per la prima infanzia e 9,4 milioni per consolidare l’offerta formativa per la qualificazione o l’aggiornamento degli operatori sanitari e sociali» spiega l’assessore senza dimenticare di dire che al settore giovanile andranno 15,3 milioni di euro.

Le principali misure impiegano 10,3 milioni per rafforzare gli apprendistati e 5 milioni per garantire il diritto allo studio universitario agli studenti con requisiti di reddito e merito. Nell’anno accademico in corso sono state finanziate 6mila 33 domande per un valore complessivo di 28 milioni 45mila 604 euro.

Nel tavolo di consultazione sono state adottate alcune modifiche rispetto agli anni precedenti. Un altro milione è stato destinato ai corsi di formazione in carcere, dove i fondi raggiungono i 3,6 milioni di euro.

 
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