Aggressione degli operatori 118. Urge per la FP Cgil una maggiore tutela del personale – .

Martedì 7 maggio 2024 – La FP CGIL di Potenza, nell’esprimere piena solidarietà all’operatrice del 118 aggredita lo scorso 5 maggio mentre prestava assistenza ad un ospite del CPR di Palazzo San Gervasio, sottolinea l’urgenza di intraprendere ogni azione necessaria per il contrasto contro la violenza sugli operatori sanitari in Basilicata.

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Nello specifico, come già richiesto in altre occasioni, – affermano i segretari generali e di Potenza Giuliana Scarano E Sandra Guglielminoi crediamo non è rinviabile la costituzione di un tavolo permanente presso l’ASP per condividere un protocollo sulla sicurezza degli operatori, prevedere un rigoroso sistema di controlli e di coinvolgimento dei lavoratori per la sicurezza, individuando le relative misure di prevenzione e protezione.

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Per la FP Cgil la priorità è tutelare il personale e prevenire aggressioni sia fisiche che verbali. Dobbiamo andare avanti sulla strada del prevenzione, l’istituzione del Registro dei mancati infortuni in tutti i luoghi di lavoro, applicando quanto previsto dalla Raccomandazione n. 8-2007 del Ministero della Salute e quanto suggerisce l’attività di monitoraggio svolta dall’Osservatorio nazionale sulla sicurezza dei lavoratori delle professioni sanitarie e sociali (ONSEPS).
A livello nazionale, nel 2023 si sono verificati ben 16mila episodi di aggressione contro il personale sanitario e sociale e sono stati coinvolti 18mila lavoratori, secondo quanto emerge dal rapporto 2023 dell’Osservatorio.
La professione più colpita è quella infermieristica, seguita da medici e operatori socio-sanitari. Due terzi delle persone aggredite sono donne.
Gli ambienti più a rischio sembrano essere i pronto soccorso, le aree di degenza, i servizi psichiatrici e gli ambulatori. I principali aggressori sono i pazienti (69%) contro il 28% i parenti. Il 68% degli attacchi sono verbali, il 26% fisici e il 6% contro proprietà. Dai dati della Società Italiana di Medicina d’Urgenza emerge che lavorare in Pronto Soccorso aumenta il rischio di aggressioni di due-tre volte rispetto a lavorare in area medica, affermando che il 100% dei medici e infermieri che lavorano in al pronto soccorso e nel 118 hanno subito almeno una volta violenza fisica o verbale, tra dichiarata e non dichiarata.

È necessario garantire la sicurezza. Essere uniti contro la violenza e – concludono Scarano e Gugliemi – lanciare segnali inequivocabili. Si tratta di un obbligo specifico del datore di lavoro e di un impegno vincolante per tutti noi.

 
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