Ha dato fuoco al distributore automatico. È scappato per la terza volta. Arrestato, sarà sorvegliato – .

Ha dato fuoco al distributore automatico. È scappato per la terza volta. Arrestato, sarà sorvegliato – .
Ha dato fuoco al distributore automatico. È scappato per la terza volta. Arrestato, sarà sorvegliato – .

Domenica è riuscito a fuggire dalla psichiatria per la terza volta in meno di una settimana. Prima di ciò, era fuggito sia martedì che venerdì. Ma per Famakan Traore, 25enne originario del Mali, questa è stata (con alta probabilità) l’ultima fuga dall’ospedale. Perché il gip Janos Barlotti, dopo aver convalidato l’arresto anche per resistenza come chiesto dal pm Francesco Coco, ieri ha disposto che il ragazzo venga riportato agli arresti domiciliari in reparto: ma custodito dalla Penitenziaria. Due elementi hanno spinto verso questa decisione: l’elevata probabilità – se non la certezza – che il 25enne tenti nuovamente la fuga se non adeguatamente monitorato. E la possibilità che il ragazzo metta nuovamente in pericolo l’incolumità pubblica: esattamente come accadde quando il 16 aprile scorso diede fuoco al distributore di benzina di piazza Caduti sul Lavoro, all’angolo tra via Trieste e via Gulli, utilizzando il carburante spruzzato con un degli ugelli e un accendino. Per poi raccontare all’udienza di convalida che furono proprio i carabinieri ad apparirgli in sogno per dirgli di compiere quell’agguato. Questa volta il 25enne – difeso dall’avvocato Guido Pirazzoli – ha detto di non gradire il controllo della polizia e di sentirsi infastidito dai medicinali ospedalieri: “Capisco che non posso uscire quando voglio, ma Lì sto male – ha aggiunto – in carcere però mi sento bene”. Al suo arrivo in Italia, ha detto: “Sono venuto a giocare a calcio ma non mi hanno ancora dato le scarpe”.

In ogni caso è davvero singolare – hanno sottolineato gli agenti – che nonostante fosse sedato e in cura da giorni, non avesse perso le forze e anzi avesse mostrato un notevole entusiasmo. L’intervento risale intorno alle 17: a quell’ora due agenti di polizia si sono rivolti al reparto di psichiatria perché il 25enne aveva manifestato ancora una volta l’intenzione di andarsene. E poco importa se una guardia giurata e degli operatori sanitari hanno provato a trattenerlo: il giovane ha continuato a calci e pugni finché gli operatori della questura non lo hanno fermato. Già sabato mattina aveva espresso l’intenzione di partire, arrivando a dire: “Vi ammazzo tutti”. In definitiva, per lui sarebbero inadeguati solo gli arresti domiciliari: per questo è necessaria la presenza del Penitenziario. Il tutto in attesa di una valutazione psichiatrica che magari riporti il ​​ragazzo in un programma adeguato al suo caso.

Andrea Colombari

 
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