Un convegno sull’olio extravergine di oliva e le sue prospettive al Castello Razzano di Alfiano Natta – Lavocediasti.it – .

Un convegno sull’olio extravergine di oliva e le sue prospettive al Castello Razzano di Alfiano Natta – Lavocediasti.it – .
Un convegno sull’olio extravergine di oliva e le sue prospettive al Castello Razzano di Alfiano Natta – Lavocediasti.it – .

IL Castello di Razzanosituato ad Alfiano Natta, sarà teatro di un importante convegno dal titolo “L’olio extravergine di oliva del Monferrato: realtà e prospettive”, in programma giovedì 16 maggio 2024. L’evento, che avrà inizio alle ore 17, vedrà la partecipazione di un’élite di produttori, esperti, operatori del settore e giornalisti, pronti a discutere del futuro dell’olivicoltura nella regione.

Il convegno è organizzato da Consorzio di tutela dell’olio extravergine di oliva piemonteseguidata da Marco Giachino, e si avvale della collaborazione di importanti partner come la “Strada del vino Astesana”, l’associazione Donne del petrolioe la società ospitante, la Castello di Razzano. L’iniziativa gode anche del sostegno di Regione Piemonteconfermando l’importanza dell’olivicoltura non solo come patrimonio culturale ma anche come opportunità imprenditoriale.

Il Piemonte, e il Monferrato in particolare, è noto per i suoi vini pregiati, ma sta riscoprendo l’antica tradizione olivicola. Gli uliveti, che a partire dagli anni ’90 hanno trovato una nuova dimora stabile nella regione, rappresentano una risorsa preziosa per l’economia locale.

Marco Protopapa, assessore regionale all’Agricoltura, sottolinea la crescente attenzione verso il settore olivicolo, che offre un reddito complementare all’agricoltura piemontese. IL Consorzio Oleario Piemontese Stimo che ce ne siano circa 350 ettari coltivato ad olivo, con uno spiccato interesse anche tra gli hobbisti. La produzione di olive ha registrato un incremento del 30% nel 2023segno di un settore in forte espansione.

Una crescita che secondo il presidente Marco Giachino è dovuto a diversi fattori. “Innanzitutto, dalla fine degli anni ’90, è cresciuta la coltivazione per uso privato attraverso il recupero di terreni incolti per abbellimenti o per piccole produzioni familiari. Poi ci sono state aziende che hanno deciso di riconvertire totalmente o parzialmente colture che non sono più produttive come una volta. Una scelta fatta anche da chi già possedeva vigne, per il reddito agricolo e anche per giocare la carta dell’ospitalità.

L’olivo si è rivelato un ottimo volano per lo sviluppo turistico ed economico delle zone interessate. Piano piano – continua Giachino – il Piemonte si sta quindi popolando di olivicoltori, frantoiani e semplici appassionati. Io stesso sono proprietario di un’azienda agricola e possiedo 800 piante di ulivo. In Langa sempre più imprenditori mi chiamano per avere informazioni”.

Il petrolio come economia ma anche come industria del turismo. “L’idea di proporre nel Monferrato – sottolinea Beppe Giordano (vicepresidente della Strada del Vino Astesana) – in collaborazione con la Strada dei Sapori del Gran Monferrato, un itinerario di turismo dell’olio nasce dalla consapevolezza che questo territorio può aumentare ulteriormente la propria attrattività turistica anche grazie all’olio d’oliva,

ai suoi produttori e a tutti quegli operatori che possono contribuire a valorizzare questo prezioso prodotto. Turismo dell’olio che in Italia si sta evolvendo nelle proposte e nei numeri e che in Piemonte può avvalersi dell’esperienza enoturistica di successo a livello regionale e del Monferrato in particolare”.

Infine, il “padrone di casa”, Augusto Olearo (castello di Razzano) “Abbiamo voluto ospitare questo evento per mobilitare i produttori del Monferrato. Siamo ancora un piccolo gruppo di una ventina di aziende ma le prospettive a livello olivicolo sono ottime, anche perché la qualità del nostro olio comincia ad essere riconosciuta, non solo dagli esperti del settore ma anche dai clienti che apprezzano sempre più le qualità organolettiche del prodotto. il nostro olio”.

E conclude: “La cultura e la tradizione dell’olivicoltura, del resto, qui nel Monferrato hanno radici solide e storiche. Ci sono paesi come Olivola il cui nome richiama la tradizione dell’olio e il mio stesso cognome rimanda a qualcosa di fortemente radicato in queste colline, dove l’olivo non è solo folklore”.

 
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