Riaprono i negozi di via Rastello a Gorizia, nuovo slancio per GO!2025 • Il Goriziano – .

Riaprono i negozi di via Rastello a Gorizia, nuovo slancio per GO!2025 • Il Goriziano – .
Riaprono i negozi di via Rastello a Gorizia, nuovo slancio per GO!2025 • Il Goriziano – .

«Da oggi il Cluster 1 avrà un nuovo nome: “La via del Borgo”». La direttrice di Confcommercio Gorizia Monica Paoletich ha così ribattezzato, ieri pomeriggio, il primo dei cinque gruppi tematici realizzati nell’ambito del progetto per la rinascita di Borgo Castello e via Rastellofinanziato principalmente dal Pnrr e dalla Regione con 27 milioni di euro.

La sede del cluster
Il cuore di via del Borgo sarà il numero 52 di via Rastello, che fino a qualche anno fa era la Cappelleria. Un luogo scelto non a caso, considerati gli obiettivi dell’intero progetto coordinato da Confcommercio, essendo uno dei negozi storici che un tempo animavano la vita di questa via. “Con questa scelta abbiamo voluto rendere omaggio non solo ad un luogo simbolico, ma anche alla signora Maria e alla sua famiglia”, ha detto Paoletich, riferendosi a Maria Juretic che aveva gestito il negozio con la sua famiglia dal 1978 al 2020.

«Questo luogo non servirà solo da vetrina per quanto sta accadendo con la Call Borghi – ha proseguito il direttore – ma fungerà anche da spazio ad uso e servizio degli operatori turistici. Coinvolgendo anche Promoturismo svilupperemo una forma di collaborazione senza precedenti volta a raccontare questi luoghi suscitando emozioni”.

Gli interventi
Anche per il presidente di Confcommercio Gorizia, Gianluca Madriz, è un momento importante, “un esempio concreto dell’orgoglio della nostra città e della sua voglia di nascere”. In particolare, Madriz si è rivolto agli «amici di Nova Gorica», rivolgendosi alla direttrice della Camera regionale dell’artigianato e dell’impresa del comune sloveno Roberta Fortuna, presente all’incontro: «Ci accompagnate quotidianamente in un cammino verso la rinascita di tutto il territorio transfrontaliero”.

Tema ripreso dall’assessore regionale al Patrimonio Sebastiano Callari: «Vivo a Gorizia da 40 anni, e da allora ho visto cambiare tante cose. Con spirito di fratellanza abbiamo seppellito ogni discordia tra Italia e Slovenia e Gorizia e Nova Gorica sono l’emblema dell’Europa del futuro. La Regione crede in questo progetto e non ha mai voluto mettere il Comune sotto Go! 2025. Anzi, si è subito messa a disposizione dell’amministrazione locale con risorse importanti, perché il rilancio di Gorizia porta vantaggi per tutto il Friuli Venezia Giulia”.

Sulla stessa linea anche l’assessore alla Capitale Europea della Cultura Patrizia artigianato: «La cosa che più mi emoziona è vedere quanto la gente comune ha realizzato Go! 2025. Vi siete resi protagonisti – rivolgendovi agli imprenditori e ai rappresentanti delle associazioni coinvolte – con progetti straordinari che faranno rivivere non solo il Borgo e via Rastello, ma l’intera città”.

Gli altri negozi
La Hat Shop, quindi, non sarà l’unica serranda a rialzarsi. Nel corso del tour iniziato la mattina e conclusosi in serata era già possibile vedere in anteprima alcune delle iniziative che animeranno la storica via dello shopping. Ad esempio, grazie al progetto della famosa chef goriziana Chiara Canzoneri, verrà riportata in vita anche l’antica Bottega gastronomica, già citata dal 1848 come luogo di eccellenza per la vendita al dettaglio di prodotti gastronomici della zona e non solo.

«Il locale – che, spiega Canzoneri, è ora in fase di ristrutturazione – ci ha fornito preziose testimonianze sui prodotti che i goriziani dell’Ottocento utilizzavano in cucina». Il riferimento è ai listini con l’elenco, in tedesco, di quanto era in vendita nel negozio. Un’offerta variegata di aromi, spezie, pesce, formaggi, frutta e conserve che potrebbe, di per sé, costituire oggetto di studio per gli appassionati locali di storia dell’enogastronomia.

«Quando i lavori di restauro saranno completati entro settembre – ha spiegato lo chef – potremo tornare a degustare i prodotti locali in bottega. Non solo. Se in una sala questi verranno raccontati in modo gustoso, in un’altra sarà allestito uno spazio ad hoc per il coworking tra aziende del settore gastronomico”.

Di tutt’altro genere, e già visitabile, è il negozio adiacente, frutto dell’iniziativa dell’imprenditrice Fabrizia Perco e dedito all’artigianato. Secondo Perco «l’artigianato è un vero e proprio modo di comunicare, e non può che essere la strada giusta per rilanciare la città, anche oltre confine». Impressionante l’assortimento di prodotti – con altrettanti talenti – riuniti nell’angusta sala: candele di cera, maschere veneziane in cartapesta, gioielli contemporanei in stile neobarocco e collezioni di fiori finti in stile Biedermeier.

E ognuno di questi ha storie da raccontare o potenziali idee da sviluppare. Secondo Perco, ad esempio, dal talento degli artigiani veneziani potrebbe derivare una nuova serie di maschere goriziane. Allo stesso tempo, ammirando i gioielli esposti, si scopre che il loro produttore, Patricio Parada, è un artista cileno con nonno croato e nonna francese, le cui creazioni sono esposte nelle boutique di Milano e Parigi.

Infine, chiacchierando con Monica Cosmai, potrete riscoprire una forma d’arte quasi del tutto dimenticata, ma che per un certo periodo, nella prima metà dell’Ottocento, era ben radicata anche nel goriziano. «I bouquet di fiori in stile Biedermeier cominciarono a diffondersi in tutta l’Austria perché, inizialmente a causa di fattori climatici, era necessario trovare alternative ai fiori veri».

Se in Cosmai fu subito evidente una certa vocazione all’insegnamento, non fu un caso: «Ho insegnato per tutta la vita in diverse scuole medie, soprattutto a Milano. Poi, una volta in pensione, ho deciso di tornare nella mia terra natale. Mia madre era goriziana e mio nonno era stato giudice a Trieste in epoca asburgica”.

E attraverso le sue creazioni si ha inevitabilmente l’impressione di fare un tuffo nel passato. Non solo le coppe in cui sono raccolti i suoi bouquet sono ceramiche rigorosamente provenienti dall’Austria o dalla Baviera, ma sulla sommità di ogni bouquet è presente una cornice con l’immagine di tre donne iconiche del periodo Bierdermeier: Sofia di Baviera, la figlia, la L’imperatrice austriaca Elisabetta e la madre dell’imperatore Francesco Giuseppe, Carlotta.

Foto Tibaldi

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