L’inchiesta sulla corruzione in Liguria non riguarda solo porti e supermercati – .

L’inchiesta sulla corruzione in Liguria non riguarda solo porti e supermercati – .
L’inchiesta sulla corruzione in Liguria non riguarda solo porti e supermercati – .

Nella lunga ordinanza del giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni, che martedì ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Liguria Giovanni Toti, non ci sono solo accuse di corruzione per le concessioni portuali e per le autorizzazioni di due supermercati Esselunga: tra Tra i soldi raccolti negli ultimi anni dai comitati elettorali di Toti, sono stati ritrovati 195mila euro donati dalle aziende di Pietro Colucci, imprenditore nel settore dello smaltimento dei rifiuti.

Negli ultimi anni Colucci ha chiesto e ottenuto l’ampliamento di due discariche gestite in provincia di Savona, a Bossarino e Boscaccio. Proprio dalle indagini su queste due operazioni sono partite le intercettazioni che hanno poi permesso di scoprire collegamenti e presunte tangenti tra Toti, l’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini e gli imprenditori Aldo Spinelli, Mauro Vianello e Francesco Moncada .

Pietro Colucci è un imprenditore campano, in passato presidente del gruppo Waste Italia che si occupa di smaltimento rifiuti, raccolta differenziata, gestione dei rifiuti speciali e bonifica. Nel 2014 il gruppo è entrato in Liguria, in particolare in provincia di Savona, dove ha iniziato a gestire in autonomia la discarica di Bossarino e la discarica di Boscaccio attraverso una società partecipata anch’essa dal comune di Vado Ligure. Nel 2018 il gruppo Waste ha ottenuto l’ampliamento della discarica di Bossarino, e successivamente di quella di Boscaccio grazie alle autorizzazioni concesse dalla Regione Liguria.

Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza che ha curato le indagini, diverse società del gruppo Waste – Innovatec Spa, Sun Rt O2 Srl, Aker Srl, Diaspa Spa e Sostenya Green Spa – gestite direttamente da Colucci o a lui riconducibili, avrebbero hanno finanziato in maniera illecita due comitati elettorali del presidente Toti tra marzo 2016 e dicembre 2019. Sono stati rinvenuti vari bonifici per un prestito complessivo di 195mila euro, somme in alcuni casi nemmeno iscritte nei bilanci aziendali.

Tali finanziamenti sarebbero illeciti poiché qualsiasi tipo di contributo concesso a partiti politici o a loro organizzazioni deve essere esaminato e approvato dagli organi societari, ad esempio il consiglio di amministrazione, e debitamente iscritto in bilancio. Inoltre, quando il contributo supera i 5mila euro, il partito o il politico che lo riceve dovrà presentare una dichiarazione firmata anche dall’azienda che lo ha concesso. L’ordinanza precisa che la vicenda merita un “approfondimento”, cioè nuove indagini, perché finora i magistrati non sono riusciti a trovare prove del nesso inequivocabile tra i contributi concessi da Colucci e le autorizzazioni concesse dalla Regione in merito alle discariche . Per questo, per ora, la Procura non ha chiesto misure cautelari nei confronti di Colucci.

Uno degli elementi indiziari citati dagli inquirenti riguarda una telefonata avvenuta il 10 marzo 2021 tra Toti e Matteo Cozzani, capo di gabinetto della Regione, anche lui agli arresti domiciliari. Nella telefonata intercettata dalla Guardia di Finanza, Toti ha fatto esplicito riferimento alla necessità di parlare verbalmente con Colucci «sulla questione della discarica». Toti ha detto al telefono: «Digli che se li convoco qui lunedì, martedì sera anche a cena, Ripamonti, Vaccarezza [Angelo, consigliere regionale, ndr]Olivieri [Pierangelo, presidente della provincia di Savona, ndr]che chiudiamo tutto […] su tutta la situazione, quindi mettiamo in riga l’ATO acqua, la cosa, anche perché poi ci entrerà anche roba della discarica Colucci, di cui voglio parlarvi a voce. Gli ATO, acronimo di ambito territoriale ottimale, sono gli ambiti formati da più comuni cui sono affidati servizi pubblici come la gestione della rete idrica e lo smaltimento dei rifiuti.

Secondo l’accusa, la coincidenza temporale tra i finanziamenti e le autorizzazioni per l’ampliamento delle discariche concesse dalla Regione Liguria è sospetta, anche perché i bilanci delle società da cui provenivano i trasferimenti ai comitati elettorali di Toti non erano in grado per effettuare investimenti o donazioni. Il gruppo Waste era in concordato preventivo dal maggio 2018, mentre la società Alex srl è stata di fatto chiusa il 31 dicembre 2019.

Oltre alle persone per le quali erano state chieste le misure cautelari, la Procura ha indagato un’altra decina di persone, soprattutto imprenditori. Uno degli indagati più rilevanti (anche se con accuse ritenute marginali rispetto a quelle contestate a Toti, Signorini e Spinelli) è Paolo Piacenza, dal settembre 2023 commissario straordinario dell’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale che gestisce il porto di Genova. Piacenza è entrata in Autorità portuale nel 2018 ed è stata per qualche anno vice di Signorini. Piacenza è indagata per l’aumento delle tariffe concesso da Signorini alla società di Mauro Vianello, che gestisce il servizio antincendio del porto. Secondo gli investigatori Vianello avrebbe ottenuto un aumento della tariffa oraria per i vigili del fuoco in cambio di denaro e regali. Piacenza è indagato per abuso d’ufficio, non per corruzione. Martedì la Guardia di Finanza ha perquisito il suo ufficio e la sua abitazione.

– Leggi anche: I progetti intorno al porto di Genova che hanno portato agli arresti in Liguria

 
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