«Pochi e in cliniche sparse. Ci pensa il calo delle nascite” – .

«Pochi e in cliniche sparse. Ci pensa il calo delle nascite” – .
«Pochi e in cliniche sparse. Ci pensa il calo delle nascite” – .

Dottoressa Maria Paola Celani, presidente della Federazione Italiana Pediatri delle Marche (Fimp), quali sono le criticità con cui si deve confrontare?

«Il primo problema, il più drammatico, è il calo delle nascite. Anche se la carenza di pediatri nella zona si sta risolvendo perché il numero di bambini sta diminuendo, il numero di medici necessari nella zona sta diminuendo”.

Ma nell’entroterra mancano i pediatri…

«Solo nei comuni dove non si raggiunge il numero adeguato di bambini e non hanno un pediatra in loco. Ma si può risolvere riunendo più Comuni con, come corollario, una gestione economicamente complicata dei vari ambulatori che si potrebbe superare premiando il pediatra e aiutandolo con la sede. Ma questa è una decisione politica come quella di rafforzare l’organizzazione strutturale del nostro lavoro”.

Puoi spiegare?

«La Regione dovrebbe autorizzarci a gestire competenze che oggi appartengono alle farmacie o ai laboratori di analisi. Come eseguire direttamente un tampone per streptococco. Ciò ci consentirebbe di confermare immediatamente la nostra diagnosi e di fornire immediatamente un trattamento. Invece di costringere le famiglie ad andare altrove. Fa parte di una serie di progetti che stiamo per presentare alla Regione Marche per ottimizzare l’assistenza sul territorio, in particolare per i malati cronici. Proposte che adeguano la nostra professione all’andamento negativo delle nascite”.

Una tendenza all’origine della vostra richiesta di poter passare il testimone ai medici di medicina generale a 18 anni?

“NO. Si tratta di ricordare che il pediatra è formato per prendersi cura del bambino durante tutto il suo sviluppo e questo include l’adolescenza, dove i cambiamenti, fisici e psicologici, sono enormi. Si tratta anche di sostenere le famiglie in una società complicata in cui gli adolescenti affrontano molti momenti critici. Purtroppo vediamo che ci sono azioni, relazioni che sono troppo premature e richiedono il nostro intervento. Inoltre, fa parte della prevenzione ed è fondamentale per il loro futuro da adulti”.

Ci sono conseguenze per i più piccoli dell’iperprotezione che hanno avuto durante il lockdown?

«Abbiamo avuto un’esplosione di diverse patologie. Innanzitutto il virus respiratorio sinciziale che ha acuito i problemi sul territorio e di conseguenza negli ospedali. Mentre l’influenza ha avuto un andamento diversificato a seconda delle coperture vaccinali. Tra l’altro c’è stata un’impennata della quinta malattia, che ha colpito i genitori che si sono ammalati anche loro e sono stati avvisati da noi pediatri”.

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Corriere Adriatico

 
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