Strage di Casteldaccia, com’è il sesto operaio coinvolto nell’incidente, c’è speranza – BlogSicilia – .

Strage di Casteldaccia, com’è il sesto operaio coinvolto nell’incidente, c’è speranza – BlogSicilia – .
Strage di Casteldaccia, com’è il sesto operaio coinvolto nell’incidente, c’è speranza – BlogSicilia – .

Sono in corso gli esami di ventilazione sul paziente coinvolto nell’incidente sul lavoro a Casteldaccia e ricoverato nel reparto di terapia intensiva del Pronto Soccorso del Policlinico diretto dal professor Antonino Giarratano, che mirano a verificare la capacità del paziente di respirare in modo non totalmente controllato da ventilatori meccanici. Il quadro neurologico mostra segni positivi e il contatto viene stabilito.

È tuttora esposto alle conseguenze di insulto polmonare da inalazione e da liquidi infetti. Prosegue pertanto il trattamento intensivo di supporto respiratorio, circolatorio e antinfettivo con antibiotici di ultima generazione. La prognosi resta ancora riservata per la sua vita.

Un settimo lavoratore si è dimesso

È stato dimesso questo pomeriggio l’operaio trentanovenne, scampato alla tragedia di Casteldaccia e ricoverato nel reparto di Pneumologia del Policlinico diretto dal professor Nicola Scichilone. Tutti gli accertamenti e gli esami radiodiagnostici hanno accertato il buono stato di salute del paziente

Una persona indagata

Il sostituto procuratore, per ora, ha iscritto nel registro degli indagati una sola persona, il geometra Nicolò Di Salvo, 67 anni, titolare della Quadrifoglio Group, l’azienda di Partinico per la quale lavoravano quattro delle cinque vittime e che aveva ricevuto in qualità di subappaltatore della manutenzione della rete fognaria dell’ex Amap comunale: i reati contestati sono quelli di omicidio colposo, con l’aggravante di essere stato commesso con violazione delle norme antinfortunistiche, e di lesioni personali colpose gravissime, con lo stesso circostanza aggravante (un sesto lavoratore è ricoverato morente in terapia intensiva).

Ecco chi effettuerà le autopsie

Il dottor Cuti, quindi, ha affidato l’esecuzione degli accertamenti autoptici a quattro medici legali tutti in servizio presso lo stesso istituto di medicina legale di Palermo, le dottoresse Stefania Zerbo, Ginevra Malta ed Erika Serena Sorrentino e il dottor Tommaso D’Anna, che hanno subito iniziato con l’esame operazioni sui corpi di Epifanio Alsazia, Giuseppe La Barbera e Ignazio Giordano, mentre domani, venerdì 10 maggio, si procederà su quelli di Giuseppe Miraglia e Roberto Ranieri. I quattro consulenti tecnici della Procura dovranno accertare le cause della morte e, in particolare, chiarire se la morte sia compatibile con l’inalazione di gas tossici e dovuta ad asfissia: avranno poi novanta giorni per presentare denuncia alla Procura. conclusioni.

I consulenti

Partecipano e parteciperanno alle operazioni peritali anche altri medici legali indicati come consulenti tecnici degli infortunati. Per essere assistiti e ottenere giustizia, i familiari di Giuseppe La Barbera, il più giovane delle vittime, aveva solo 29 anni, si sono affidati a Studio3A-Valore SpA, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento dei danni e nella tutela dei danni diritti dei cittadini, con gli avvocati Giuseppe Emanuele Greco e Ornella Maria Cialona e il medico legale Mario Guarino che hanno partecipato all’autospia.

Barbera, che viveva a Villabate, e che lascia la moglie di 24 anni, due figli di appena uno e quattro anni, i genitori e una sorella, è anche l’unico dei cinque operai deceduti a non essere dipendente della Quadrifoglio ma (con contratto transitorio) da Amap, i suoi compiti erano diversi, non avrebbe dovuto stare in quell’inferno ed è sceso ad incontrare una morte orrenda solo nel generoso tentativo di aiutare i suoi colleghi.

Per i parenti di Epifanio Alsazia, quindi, è stato nominato CTP il medico Antonio Guajana; per la famiglia di Roberto Ranieri l’avvocato Sebastiano D’Angelo ha indicato il medico legale Manfredi Rubino. Nessun altro consulente tecnico era presente al momento dell’affidamento dell’incarico da parte del Pubblico Ministero, che avrebbe potuto però essere nominato successivamente: nessuno è intervenuto per l’indagato.

Una volta concluse le operazioni peritali, il gip darà il via alla sepoltura e i familiari delle vittime potranno fissare la data dei rispettivi funerali: non ci sarà una cerimonia congiunta.

 
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