Incertezze sulle trattative per il cessate il fuoco, il tentativo della destra di ribaltare l’accusa di censura e altre notizie del giorno – .

Incertezze sulle trattative per il cessate il fuoco, il tentativo della destra di ribaltare l’accusa di censura e altre notizie del giorno – .
Incertezze sulle trattative per il cessate il fuoco, il tentativo della destra di ribaltare l’accusa di censura e altre notizie del giorno – .

Il racconto di giovedì 9 maggio 2024 con le principali notizie dal quotidiano radiofonico delle 19:30. Al Cairo si sono conclusi i colloqui per un accordo di cessate il fuoco e il gabinetto di guerra si riunirà questa sera a Tel Aviv, mentre continuano i raid aerei su Rafah. Questa mattina a Roma un gruppo di ragazze e ragazzi ha contestato il ministro della famiglia Roccella durante una manifestazione sulla natalità. Il ministro Giorgetti ha ammesso che la tassa sugli extraprofitti ha portato zero euro nelle casse dello Stato. È morto all’età di 61 anni il musicista e produttore americano Steve Albini, uno dei pilastri del rock alternativo degli ultimi 30 anni.

I negoziati per un accordo di cessate il fuoco a Gaza sono in bilico

Mentre testimoni a Rafah denunciano che gli attacchi dei militari israeliani si sono estesi oltre i quartieri orientali sotto ordine di evacuazione, le trattative per un accordo sul cessate il fuoco a Gaza restano in bilico: le due parti hanno lasciato il Cairo, ma i mediatori egiziani ammettono che non tutti i problemi sono stati risolti. Anche il capo della CIA William Burns tornò a Washington. La delegazione di Hamas è già tornata a Doha, in Qatar, e ha confermato di accettare la proposta dei mediatori; Questa sera si riunisce a Tel Aviv il Gabinetto di Guerra e Sicurezza. All’ordine del giorno c’è soprattutto come procedere con i combattimenti a Gaza e in Libano in seguito alla decisione degli Stati Uniti di bloccare l’invio di armi a Tel Aviv.
Poco fa il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ribadito che Israele sconfiggerà il nemico anche da solo. Le decisioni della Casa Bianca pesano però sul governo israeliano e anche sul negoziato.

Poco tempo fa, il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby ha dichiarato che l’amministrazione Biden “condivide l’obiettivo di una sconfitta duratura di Hamas ma un’invasione di Rafah non garantisce questo obiettivo”. Intanto continuano i bombardamenti sulla Striscia: a Gaza City e soprattutto a Rafah, dove ancora oggi si contano decine di vittime e dove gli attacchi delle truppe israeliane si stanno estendendo anche ai quartieri della città non interessati dall’ordine di evacuazione. .
Secondo le agenzie Onu, dal 6 maggio, quando è stato dato l’ordine di evacuazione, tra le 80mila e le 100mila persone hanno già lasciato la città; oggi i valichi sono rimasti chiusi per il 4° giorno consecutivo, non arrivano aiuti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che gli ospedali hanno rifornimenti di carburante solo per altri tre giorni e l’Unicef ​​stima che a Rafah ci siano 600.000 bambini, molti dei quali malati e malnutriti.

Il ministro Roccella contesta a Roma il caso Serena Bortone

Questa mattina a Roma un gruppo di ragazze e ragazzi ha contestato il ministro della famiglia Roccella durante una manifestazione sulla natalità. È stato esposto uno striscione, “Decido io del mio corpo”, ed è iniziato un botta e risposta con la ministra, che alla fine ha rinunciato al discorso che avrebbe dovuto fare, per poi denunciare di essere stata censurata. Ai nostri microfoni uno studente delle superiori che ha partecipato alla protesta:


https://www.radiopopolare.it/wp-content/uploads/2024/05/studentessa-19.30-roccella.mp3

Dichiarazioni di condanna sono arrivate da quasi tutti i partiti, compresa l’opposizione. Il presidente della Repubblica Mattarella ha criticato la protesta citando la Costituzione e parlando di “fondamenti della civiltà”. A destra si grida alla censura, mentre in queste ore è sottoposta a procedimento disciplinare la giornalista Rai Serena Bortone, che aveva denunciato il no dell’azienda al monologo antifascista di Antonio Scurati.

(di Anna Bredice)

Tutto il governo ora grida alla censura e si stringe attorno al partito contestato, tutto in difesa di Roccella, scaricando invece le accuse su altri, sull’opposizione, da cui la Meloni ora in testa dice di aspettarsi totale solidarietà. I toni di Giorgia Meloni, di La Russa, quasi tutti i ministri del governo di destra gridano alla censura. È intervenuto anche il Capo dello Stato Mattarella che ha telefonato al Ministro Roccella dicendole che “chi sfida chi la pensa diversamente è in contrasto con i principi della Costituzione”. Un messaggio che potrebbe valere per tutti, a cominciare da chi esercita una vera e propria censura. Oggi la ministra Roccella, che ha lasciato il palco scegliendo di non proseguire perché contestata, un minuto dopo si è scagliata contro l’opposizione dicendo che quella da lei subita è stata una vera e propria censura, e non l’evocazione del fascismo come sostiene Scurati.
L’obiettivo è già chiaro in queste parole, ed è ribaltare l’accusa di censura. Non più quella della Rai contro scrittori o antifascisti, ma quella che il ministro subisce per mano dei collettivi studenteschi. Dimenticando la differenza tra dissenso o protesta e censura che viene sempre applicata da chi ha il potere, in questo caso la Rai nei confronti di chi non rientra negli ordini dati dall’alto. Il ministro della Famiglia non è la prima volta che viene contestata. Il primo episodio accadde l’anno scorso alla Fiera del Libro, oggi il terzo episodio durante gli Stati Generali della natalità, dove il governo è presente in gran numero per sostenere le politiche per le famiglie, ma è stato il ministro Roccella a chiedere di inserire l’emendamento nel il Pnrr che finanzia la presenza di associazioni anti-aborto nelle cliniche. Da qui la scelta degli studenti di protestare contro il ministro con i cartelli “del mio corpo decido io”.

(di Massimo Alberti)

Le banche brindano a profitti record grazie al mantenimento dei tassi elevati da parte della Bce. Utili intatti dal governo: il ministro Giorgetti ammette che la tassa sugli extraprofitti ha portato zero euro nelle casse dello Stato. Un clamoroso fallimento di una norma sbandierata dalla stessa Meloni come atto di giustizia sociale, ma poi costruita a tutela delle banche.
Periodo trimestrale. E ai vertici degli istituti di credito, e tra gli azionisti, si brinda. Merito dei tassi tenuti alti dalla Banca Centrale Europea, che hanno colpito duramente il sistema produttivo ed i titolari di mutui variabili con rialzi che sfiorano l’80%. Alcuni dati: Risultato netto Banca Intesa a 2,3 miliardi di euro, oltre il 17,6% rispetto al primo trimestre 2023 Unicredit, utile netto: 2,6 miliardi, oltre il 24% sul 2023. Non male anche per le piccole imprese: Mps, 333 milioni , +41,2%. Sondrio Popolare: il miglior trimestre della sua storia, 53,8% anno su anno. Il Sole 24 Ore calcola che l’utile netto delle 7 principali banche italiane quotate in Borsa è stato di 6,36 miliardi nel primo trimestre 2024, il 26% in più rispetto all’anno precedente, superiore alle stime di analisti e investitori. Di questo denaro, passato in gran parte dalle tasche dei cittadini a quelle degli azionisti attraverso i dividendi, e incassato grazie ad un elemento endogeno, ovvero la politica monetaria della Banca Centrale Europea, lo Stato non ha visto, e quindi ridistribuito, nemmeno un centesimo unico euro. «Vogliamo raccogliere qualche miliardo di euro per tagliare le tasse», ha detto Giorgetti portando la legge in consiglio dei ministri. “Aiutare famiglie e imprese contro l’aumento dei tassi di interesse”, ha detto Salvini in conferenza stampa. Dopo le modifiche apportate, zero euro è il gettito fiscale prodotto. Le banche infatti non potevano pagare le tasse rafforzando il loro patrimonio, e così le banche più grandi accantonarono oltre 3 miliardi, riducendo le spese per interessi, e quindi risparmiando più denaro. Un doppio regalo in cambio del quale hanno tagliato il credito e aumentato i tassi applicati. Meloni aveva rivendicato la norma come una sua decisione personale contro i profitti “ingiusti” delle banche. Ma a settembre bisognerà tagliare perché “non ci sono i soldi”.

Addio al musicista e produttore Steve Albini

È morto all’età di 61 anni il musicista e produttore americano Steve Albini, uno dei pilastri del rock alternativo degli ultimi 30 anni.

(di Niccolò Vecchia)

Per molti di noi, soprattutto in Italia, il nome Steve Albini non sarà familiare. Molti altri conosceranno alcuni dei dischi che ha prodotto nella sua carriera: In utero dei Nirvana, Rid of me di PJ Harvey o Surfer Rosa dei Pixies. Ma l’elenco delle sue produzioni è pressoché infinito, anche per l’approccio del tutto libero e indipendente che Albini ha sempre applicato alla sua professione di tecnico del suono, come amava definirsi. Oltre a questo è stato anche frontman di gruppi cult, in particolare Big Black e soprattutto Shellac, con i quali ha continuato ad esibirsi e con i quali aveva ancora tanti concerti da fare durante questa estate e un disco in uscita tra pochi giorni, il 17 maggio. Steve Albini non sarà su quei palchi: la notizia della sua morte, per arresto cardiaco, è arrivata ieri sera. La sua eredità musicale, e anche il suo esempio di artista indomabile, incapace di piegarsi alle regole del music business, continueranno a tenerci compagnia, e, si spera, ad ispirarci, per molto tempo a venire.

 
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