la storica Transat Cic vince a New York – .

la storica Transat Cic vince a New York – .
la storica Transat Cic vince a New York – .

Ci era riuscito in passato Giovanni Soldini. Ora c’è un nuovo italiano che ha scritto la storia della Transat Cic, la madre delle traversate atlantiche in solitaria che quest’anno si è svolta sulla tratta da Lorient a New York: si tratta del 32enne milanese Ambrogio Beccaria, che ha tagliato il traguardo per primo della Classe40 dopo 11 giorni, 16 ore 17 minuti e 55 di navigazione e con una velocità media effettiva di 11,70 nodi. Rimonte, danni alla barca, calme, perfino fulmini: Beccaria ha affrontato situazioni molto difficili e tuttavia non ha mai perso le prime posizioni della flotta, per poi prendere il comando a metà regata e viaggiare in alcuni tratti a velocità superiori a quelle più grandi e le imbarcazioni più veloci IMOCA 60. Con meteo avverso e temperature rigide tipiche del Nord Atlantico, tra onde gigantesche, venti a 40 nodi e correnti contrarie, l’imbarcazione “Alla Grande Pirelli” ha confermato velocità e prestazioni convincenti dal punto di vista strategico per lo skipper che porta a casa la quarta vittoria consecutiva, dopo la Normandy Channel Race 2023, la 40esima Malouine Lamotte e la Transat Jacques Vabre dello scorso novembre. Oggi è il campione indiscusso della vela oceanica italiana, ma anche a livello internazionale compone un binomio celebrato in tutto il mondo con la sua barca, un Class40 di ultima generazione progettato da GianlucaGuelfi.

Ambrogio Beccaria dall’Atlantico: “Nella tempesta sono io al comando, ma il difficile arriva adesso”

di Mattia Chiusano

06 maggio 2024

Beccaria: “Ho dato tutto quello che avevo”

“Ho fatto la regata che sognavo, speravo andasse davvero così” l’immediato commento di Beccaria. “Non mi sono mai perso d’animo e ho dato tutto quello che avevo. È stata la regata più difficile che abbia mai fatto, completamente nuova ma in realtà navigare al di fuori degli alisei è meraviglioso, perché il tempo cambia costantemente.”

La rottura di una vela

Il transatlantico completato a 100 miglia da New York City è stato duro come previsto, con continui cambiamenti di condizioni anche negli ultimi giorni: da 40 nodi di vento in un mare gelido a 4 gradi, Beccaria è passato rapidamente alla calma, molto temuta dopo la rottura di una vela adatto a condizioni di vento leggero. Poi è arrivata un’altra avversità: “La nebbia, non si vede niente, al massimo a 50 metri dalla barca” ha detto in un post su Instagram quando la costa americana dovrebbe già essere ben visibile. Nell’ansia di sfidarsi per il primo posto Ian Lipinski, il navigatore trovò il modo di sdrammatizzare la situazione chiamando “Iannuzzo” il suo vecchio rivale che lo seguiva a poche miglia di distanza sul Crédit Mutuel. Ma la sua spensieratezza nell’affrontare anche le situazioni più estreme si è dissolta per un attimo la penultima notte della traversata, quando il suo avversario è stato come un fulmine: “Mi è esploso in testa, tremo ancora forte, non ho mai visto qualcosa del genere.” Sapeva fin dall’inizio che questa è una regata in solitaria ancora più speciale delle altre, perché si svolge attraverso il Nord Atlantico. Inventato nel 1960 con il nome OSTAR e la sponsorizzazione del giornale L’osservatoredivenne subito famoso con la vittoria dell’ Eric Tabarly contro gli inglesi nel ’64. Si svolge ogni quattro anni, e nelle sue numerose trasformazioni di nome e di porti di partenza o di arrivo, oltre ai successi di Franco Manzoli (2005) e Andrea Mura (2013 e 2017), ha visto le due vittorie della leggenda Giovanni Soldini, prima nel 1996 e nel 2008.

 
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